Videointervista

Come si passa dalla consulenza ambientale alla trasformazione industriale

Camilla Colucci, Co-founder & CEO di Circularity, spiega come i principi della responsabilità estesa del produttore (EPR) rappresentino non solo un adempimento normativo ma una importante opportunità per stimolare e accelerare processi di innovazione. Ecco qual è il ruolo chiave dell’advisory ambientale e i servizi della Circularity Platform che supportano e accompagnano la trasformazione sostenibile delle imprese

Aggiornato il 27 Feb 2024

I principi della responsabilità estesa del produttore impongono alle aziende nuovi oneri operativi e finanziari, direttamente collegati alla gestione del ciclo di vita dei prodotti. Con l’Extended Producer Responsibility o EPR, le imprese produttrici o importatrici sono infatti chiamate a organizzare le loro attività per rispondere anche alle fasi del cosiddetto post consumo relative ai prodotti. Un approccio che implica l’avvio di una vera e propria trasformazione industriale, per la quale appare necessario contare su una consulenza ambientale in grado di attivare una gestione sempre più stretta e diretta con lo sviluppo del business.

I temi legati al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità si stanno concretamente traducendo sempre di più in nuove forme di responsabilità e la capacità di un’azienda di contribuire alla decarbonizzazione si concretizza non solo nella capacità di trasformare i propri prodotti e processi, ma anche nelle azioni che consentono di controllare e di gestire il loro ciclo di vita, anche quando escono dal perimetro aziendale.

Nella fattispecie, per le imprese la direzione strategica spinge verso il superamento dei modelli tradizionali dell’economia lineare, da sempre caratterizzata da un forte impatto ambientale e in cui le risorse naturali, trasformate in prodotti, richiedono poi di essere smaltite: il risultato di questo processo è spesso l’approdo in discarica. Al contrario, con l’economia circolare, si lavora alla ricerca di un equilibrio tra prodotti, processi produttivi, e rispetto delle risorse e dell’ambiente. Per raggiungere questi obiettivi, è però necessario agire in modo sinergico tanto a livello di sviluppo economico e sociale quanto di riduzione dell’impatto ambientale generato.

Per Camilla Colucci, Co-founder & CEO di Circularity, i principi dell’Extended Producer Responsibility vanno interpretati come un ulteriore stimolo verso l’economia circolare e tiene anche a sottolineare come Circularity stia offrendo il proprio contributo a questa trasformazione, garantendo un approccio basato su una consulenza ambientale che mette a fattor comune strategia, analisi e supporto all’utilizzo delle nuove tecnologie. In particolare, Colucci tiene a evidenziare l’importanza strategica di un advisory che crea le condizioni per integrare le pratiche di circolarità nel modello di business delle imprese.

Alla consulenza ambientale si unisce poi la disponibilità della prima piattaforma georeferenziata per la circolarità in Italia. Si tratta della Circularity Platform, espressamente orientata alle aziende che intendono lavorare per generare nuovo valore grazie agli scarti di produzione e che è strutturata per mettere in contatto tutti gli attori della filiera: le imprese che generano rifiuti, le realtà che si occupano del trasporto, gli operatori nell’ambito del recupero e naturalmente le aziende che utilizzano i sottoprodotti o l’End of Waste.

In questo modo la piattaforma consente alle imprese di rispondere concretamente alla necessità di agire in modo completo sulla riduzione del proprio impatto ambientale, sia a livello di recupero dei rifiuti, sia facendo leva sull’utilizzo di materie prime seconde.

Grazie a un forte impegno in termini di innovazione e di sviluppo digitale, la Circularity Platform unisce l’applicazione di modelli di calcolo avanzati per la classificazione delle aziende contando su parametri ambientali e sistemi di geolocalizzazione con cui tracciare puntualmente tutta la complessa filiera di rifiuti, sottoprodotti e End of Waste. Un approccio, questo, che si appoggia su logiche data-driven con le quali è possibile affrontare i temi della circolarità non più solo facendo riferimento al dato relativo ai rifiuti che sono stati avviati al riciclo – ovvero l’indice di circolarità – ma sui rifiuti che vengono effettivamente riciclati.

Un asset poi, quello della Circularity Platform, che l’impresa ha reso possibile grazie a un grande lavoro a livello di orchestrazione di diverse competenze tra loro complementari che comprendono ingegneri, chimici ed esperti in ambito sustainability ed ESG: approfondisci il ruolo della consulenza ambientale e il valore aggiunto di Circularity nella videointervista dedicata.

Articolo originariamente pubblicato il 27 Feb 2024

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Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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