Le Pmi manifatturiere italiane non sono riuscite a sfruttare sino in fondo la grande rivoluzione rappresentata da Industry 4.0, come confermato da tutte le ricerche uscite in questi anni. In effetti, il numero di progetti e gli investimenti sono sempre stati inferiori rispetto a quelli delle grandi imprese e, anche quando si è fatto qualcosa, l’impressione generale è che la digitalizzazione dei processi non si sia spinta troppo in là.
Un problema non da poco, perché le piccole e medie rappresentano oltre il 90% del tessuto industriale nazionale, giocando un ruolo decisivo anche nelle esportazioni e nell’innovazione di prodotto. Secondo Nicma Informatica, realtà italiana con una forte esperienza nella trasformazione dei processi produttivi del mondo manufacturing, l’evoluzione digitale delle PMI è però possibile e porta con sé un beneficio fondamentale: quello dell’aumento della competitività.
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I benefici di Industry 4.0 per le PMI
Come racconta Raffaele Esposito, direttore commerciale di Nicma Informatica, “Industry 4.0 ha il vantaggio di permettere una maggiore competitività, grazie a una raccolta di dati che abilita non solo azioni statistiche su presente o passato, ma che aiuta le imprese nella predittività, ovvero a essere maggiormente efficaci nel futuro, grazie anche all’impiego dell’intelligenza artificiale. Questo è particolarmente importante perché oggi i costi fissi per un’azienda sono particolarmente onerosi, (energia, personale, ecc.) e, difficilmente, possono essere abbattuti. Soltanto sfruttando le informazioni che arrivano dalle macchine e dai processi di lavorazione e trasformazione possiamo capire dove e come efficientare i processi stessi. È vero che un tempo l’imprenditore prendeva le proprie scelte sulla base delle proprie sensazioni ed esperienze, ma oggi possiamo avere a disposizione delle informazioni basate sui dati che aiutano a restare competitivi in mercati che si fanno sempre più difficili”.
Aggiunge un tassello in più Alberto Bonfanti, Enterprise Service Manager Business Unit ACG di Nicma Informatica: “Chi si è attrezzato in questo senso, grazie alla raccolta di questi dati ha migliorato nel tempo i propri processi produttivi, prendendo migliori decisioni strategiche a livello aziendale, andando oltre il classico ERP gestionale”.
Perché le Pmi non riescono a cogliere il pieno potenziale di Industry 4.0
Il problema, come accennavamo in precedenza, è che mentre le grandi aziende sono riuscite a scaricare tutto il potenziale di Industry 4.0, le piccole realtà non sono state capaci di fare altrettanto. Non poche Pmi, infatti, hanno fatto acquisti in termini di macchinari e software, senza però sfruttarne appieno le potenzialità, con inevitabili ricadute anche sulla produttività.
Ma perché le Pmi – che rappresentano il cuore del tessuto economico nazionale – hanno questo limite? Nicma Informatica, grazie a un’esperienza sul campo più che decennale, ha un’opinione chiara a proposito: “Ci sono diversi aspetti da considerare, tra cui: le risorse umane in azienda che abbiano una competenza tecnica tale da seguire i processi e percorsi di innovazione e la loro conseguente formazione sul percorso del cambiamento. Spesso la formazione si focalizza sull’utilizzo degli strumenti, ma non sull’innovazione di processo.
Il valore aggiunto di Nicma Informatica
Nicma Informatica, al contrario, possiede tutte le competenze necessarie a superare questi scogli e a traghettare le piccole e medie imprese di tutti i settori verso Industry 4.0 e le sue evoluzioni.
Oltre a un’esperienza tecnica, il Gruppo ha infatti acquisito nel tempo un’ampia capacità consulenziale: “Seguiamo da diversi anni progetti di attivazione e installazione relativi a industria 4.0 dai sistemi di raccolta dati MES, ai sistemi di pianificazione MRP e MRPII ai sistemi di schedulazione a capacità finita ed infinita con una totale integrazione con il sistema di logistica di fabbrica, maturando sul campo una notevole competenza. Più di recente, abbiamo anche acquisito una capacità di consulenza relativamente alla parte finanziamenti e orientamento alle soluzioni di processo. Dunque, non ci limitiamo più soltanto a fornire una soluzione in grado di far dialogare i vari sistemi di fabbrica e produzione, ma entriamo anche nel merito dei processi, aiutando il cliente a riprogettare i processi di produzione in funzione dei sistemi digitali avanzati”, puntualizza Bonfanti.
Grazie a questo know-how, Nicma in questi anni ha seguito un ventaglio variegato di progetti: in alcuni casi ci si è limitati a far comunicare il gestionale con i macchinari con un sistema di processo bidirezionale, come previsto dalla normativa sugli iper ammortamenti. In altri casi, invece, sono stati sfruttati i dati rilevati dai sistemi per renderli disponibili – attraverso sistemi di business intelligence – e fruibili all’azienda, per aiutarle a prendere decisioni strategiche.
“In queste situazioni le imprese sono riuscite a comprendere quali linee produttive efficientare maggiormente rispetto ad altre, prendendo le migliori decisioni possibili da un punto di vista del business e della produttività. Questo secondo noi è il vero valore aggiunto di Industry 4.0, al di là del semplice scambio dati. Da rilevare poi che le nostre proposte sono sempre un mix tra pacchetti standard con soluzioni proprietarie Nicma, sviluppate dal nostro team di sviluppo, soprattutto in materia di sincronizzazione e analisi dei dati”, mette in luce Bonfanti. Nicma è poi in grado di mettere in campo un supporto che va al di là dei semplici aspetti tecnici: “Almeno 2-3 volte l’anno organizziamo delle sessioni di informazione e formazione dedicate ai nostri clienti, cercando di spiegare cosa possano ottenere grazie all’impiego dei nostri strumenti”, aggiunge Esposito.
Gli step necessari per Industry 4.0
L’approccio di Nicma Informatica al cliente segue uno schema abbastanza consolidato: innanzitutto si cerca di comprendere, tramite un’analisi approfondita, quali siano la tipologia di produzione, le aspettative e i desiderata dell’azienda utente rispetto agli obiettivi con l’introduzione di soluzioni digitali specifiche dell’Industry 4.0.
Una volta effettuato questo primo step, si esaminano i vari processi produttivi, i macchinari che sono in grado di restituire i dati necessari, le linee di assemblaggio e montaggio. A questo punto vengono installati una serie di tool software per la gestione dello scambio dati tra i vari sistemi, le macchine e linee di produzione e dove necessita soluzioni per l’ottimizzazione della produzione.
Il passaggio successivo è quello di sfruttare questo flusso digitale per monitorare lo stato di avanzamento della produzione e degli ordini di lavoro. Lo step finale prevede l’analisi dei dati: le informazioni possono essere raccolte, storicizzate e – tramite appositi strumenti di business intelligence – integrate con altri dati che arrivano dal gestionale e altri software, fornendo le risposte richieste dal business.
In alcuni casi, per avere un controllo di gestione adeguato agli obiettivi, può essere anche necessario un cambio di gestionale. Un approccio che può essere proposto con successo non soltanto alle realtà del mondo manufacturing; “Industria 4.0 non interessa solo le aziende manifatturiere in senso stretto, ma anche realtà che ad esempio si occupano di logistica, su cui siamo intervenuti più volte”, conclude Esposito.
Articolo originariamente pubblicato il 31 Lug 2023