Beta80 Point of View

IoT e automazione a protezione della continuità operativa: ecco la control room 4.0

Investire sulla Business protection è un’esigenza sempre più centrale per le imprese. Ma quali tecnologie fanno davvero la differenza? Per Beta 80 Group, è grazie alle soluzioni di Business Intelligence e Analytics che l’Incident management può tradursi in un vero valore strategico

Aggiornato il 29 Mag 2023

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Sempre meno una frontiera avveniristica, sempre più una priorità strategica: cresce la centralità della Business protection nel quadro delle politiche di Risk management. Un po’ eredità della pandemia, un po’ inevitabile esigenza davanti alle nuove minacce del cybercrime, questa sfera d’azione rappresenta la più efficace risposta in termini di continuità operativa, Safety e Security. Non un semplice costo, dunque, come a lungo tante organizzazioni hanno ritenuto, ma un prezioso tassello dell’integrità aziendale: questa la nuova vision. E la crescente diffusione delle Control room ne è la prova concreta.

Ma l’approccio con questi temi non è per tutti lo stesso. A fronte di aziende molto complesse deputate a gestire infrastrutture particolarmente critiche, ve ne sono altrettante che non si trovano invece ad affrontare piani di pari entità. Ne consegue, naturalmente, una differente sensibilità verso le politiche di Business protection, anche se gli ultimi difficili anni hanno diffuso una certa comune attenzione verso la questione. Che la continuità del business sia una priorità centrale lo hanno infatti dimostrato le evidenze. E più nessuno è disposto a correre rischi potenzialmente devastanti.

La Control Room dell’era 4.0

Ma cosa deve davvero possedere una Control room dell’era 4.0? Su quali tecnologie deve puntare?
Fabrizio De Luigi, Sales Executive Manager di Beta 80 Group, azienda specializzata nel supporto alla Digital Transformation dei settori Telco, Finance, Education, GDO e Pubblica Amministrazione – fa capire che a fare la differenza è sempre una questione di approccio. La Control room va infatti vista come qualcosa in più di un semplice apparato di sicurezza, “perché qui – chiarisce – convergono tutti gli eventi critici, le segnalazioni, gli alert e le comunicazioni di emergenza che riguardano la propria organizzazione”.

In pratica, un collettore di dati preziosissimi che, da un lato, possono naturalmente aiutare l’operatore ad affrontare l’evento, ma dall’altro possono anche essere sfruttati “per fare prevenzione”. In che modo? “Generando KPI che possono guidare l’azienda nel mettere in campo azioni proattive – puntualizza -, dando al contempo consapevolezza di quel che accade e di come migliorarlo, mitigando le conseguenze di potenziali futuri episodi”.

No alle strategie “d’emergenza”, sì a un approccio strutturato

Le aziende, soprattutto se complesse e distribuite sul territorio, sono esposte a rischi che possono avere un impatto sconvolgente sul business. Rischi reputazionali, finanziari, sul patrimonio umano, sugli asset fisici: le variabili sono innumerevoli e agire solo quando ci si trova “con l’acqua alla gola” non aiuta. Strategie “d’emergenza” possono infatti tradursi in soluzioni-rattoppo, disomogenee, incapaci di fornire feedback tali da consentire l’istituzione di strategie ad hoc.

“Dotarsi di una Control room che metta in atto il giusto approccio, aggregando dati e informazioni, diventa quindi il primo passo da compiere per fare un salto di qualità in questo senso – spiega De Luigi -. Il punto è superare la logica stand alone e unificare informazioni di varia natura, dalla videosorveglianza ai gruppi elettrogeni, in un’unica piattaforma in grado di correlate dati e processi”.

È la cosiddetta “Situation awareness”, che dà piena consapevolezza all’azienda della situazione in corso. Ma non basta. “Naturalmente – prosegue De Luigi -, a fronte di eventi che possono avere luogo, un incendio ad esempio, l’addetto deve avere piena competenza sulle modalità di gestione. È quindi necessario dotarlo di uno strumento informatico che lo supporti passo passo in questa fase”. Siamo al passaggio denominato “Incident management”, che appunto consente di localizzare l’evento, classificarlo e quindi di fornire strumenti di gestione operativa per la sua risoluzione.

Lo strumento decisivo: Business Analytics con IoT e automazione

La differenza, tuttavia, sta nel terzo step, che rappresenta il componente applicativo decisivo per una gestione davvero “4.0” del rischio. “Aggregando i dati e gestendo gli eventi – fa notare il Sales manager di Beta 80 -, si mettono a disposizione dell’azienda tutti gli strumenti utili per attuare una strategia di Business Analytics in grado di influenzare i suoi comportamenti futuri. Con la giusta soluzione tecnologica, infatti, è possibile analizzare tutte queste informazioni per migliorare tutti i processi. E di fatto, ridurre il livello di rischio aziendale”.

In questo senso il contributo dell’IoT e dell’automazione è determinante. “L’Internet of Things ha il grande valore aggiunto di consentire monitoraggi semplici e sempre più capillari, ma senza cablaggio – spiega De Luigi -. L’automazione invece si traduce nell’integrazione dei sensori, ovvero nella possibilità di automatizzare il controllo, chiedendo l’intervento dell’operatore solo se necessario. Si tratta di strumenti cruciali nell’ambito del supporto decisionale, per anticipare o risolvere eventi, ma anche per minimizzare le possibilità di errore”. Il presidio umano, dunque, resta fondamentale, ma l’apporto strategico delle tecnologie di diagnostica sull’infrastruttura non ha eguali. “Il grande valore? Sta nella possibilità di dare il giusto input per anticipare certi eventi, ma anche di risolvere velocemente episodi critici che potrebbero interrompere la continuità operativa dell’organizzazione”, puntualizza ancora De Luigi.

Beta 80, dal Public Safety al mondo Enterprise

Beta 80, da oltre 30 anni impegnata sul fronte del Public Safety, da tempo ha trasferito il know-how della sua Business Unit Emergency & Crisis Management al mondo Enterprise, dove ha “aggiunto competenze specifiche per lo sviluppo di soluzioni di monitoraggio e controllo di infrastrutture tecnologiche complesse”, chiarisce il Sales manager. Un tema diventato decisivo negli ultimi anni, che estende la sua attenzione dal mondo della cybersecurity all’automazione industriale.

La suite applicativa che caratterizza l’offerta Beta 80 in questo ambito prende il nome di Control 1st, “un prodotto – spiega De Luigi – che prevede diversi moduli applicativi customizzati e copre svariati scenari, adattandosi alle carenze operative delle varie aziende”. La soluzione, che si snoda dalla fase di monitoraggio e controllo del campo all’Incident Management e agli strumenti di Business intelligence, vanta anche verticalizzazioni più spinte, “ad esempio sulla Security con un componente per il controllo degli accessi – spiega il Sales manager -, o sull’area Monitoraggio e controllo declinata sul Building management: tutti moduli che possono essere installati singolarmente o insieme, con alte capacità di integrazione tecnologica rispetto all’esistente. Il tutto in un ambiente scalabile e flessibile, in grado di vestire su misura ciascun caso aziendale”.

Gli ambiti di applicazione? Dalle organizzazioni complesse che gestiscono infrastrutture critiche al Trasportation, con porti e aeroporti, sino al mondo delle Utility o delle Fiere: le potenzialità della soluzione per la sicurezza dei comparti sono innumerevoli e in continua crescita.
“Si tratta di settori che mostrano una sensibilità sempre più marcata verso questi temi – conclude De Luigi -, con conseguenti capacità di investimento sempre più robuste. Tanti ambiti, tutti eterogenei, fra i quali spicca ora anche l’Education, un mercato che inizia a guardare con estremo interesse alla protezione delle proprie risorse, ovvero gli studenti. Come in un’azienda il vero patrimonio sta nei dati, infatti, per un’università è nelle persone che si nasconde il principale valore: si tratta semplicemente di guardare le cose con il giusto approccio, per comprendere dove e cosa proteggere, facendone un valore anche per il futuro”.

Articolo originariamente pubblicato il 29 Mag 2023

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Veronica Balocco
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