L’82% di 2.500 decisori IT, professionisti cloud, DevOps e networking di tutto il mondo ha adottato una strategia di cloud ibrido con almeno un servizio di cloud pubblico per eseguire le applicazioni interne e rivolte ai clienti. Di questi, quasi la metà ha una strategia multi-cloud che prevede l’utilizzo di due o più servizi di cloud pubblico. Non mancano però i problemi che attengono più che altro alla sicurezza (37%), alla complessità operativa e al contenimento dei costi (entrambi 33%).
Qual è dunque il grado di avanzamento delle aziende nell’esecuzione delle loro strategie ibride e multi-cloud, in particolare nel raggiungimento di risultati aziendali chiave come il miglioramento della distribuzione delle applicazioni, la semplificazione delle operazioni e l’accelerazione dell’innovazione?
Cisco ha commissionato a 451 Research un’indagine per scoprirlo. I risultati sono stati pubblicati nel 2022 Global Hybrid Cloud Trends Report.
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I problemi del Cloud ibrido
La sfida principale attiene alla sicurezza. In primo luogo, la protezione all’accesso e all’interno degli ambienti cloud pubblici è una disciplina relativamente nuova per le organizzazioni IT, che hanno trascorso decenni a proteggere applicazioni, dati e utenti utilizzando approcci “firewall” basati sul concetto di perimetro. In secondo luogo, i rischi per la sicurezza aumentano con il passaggio di applicazioni e dati da un ambiente all’altro: non a caso il 58% degli intervistati ha dichiarato di spostare settimanalmente carichi di lavoro e dati tra ambienti on-premise e cloud pubblico.
Al secondo posto, la complessità operativa: la natura stessa del cloud ibrido richiede alle organizzazioni IT di gestire domini diversi di cloud pubblico e on-premise, considerando infrastrutture di computing, di rete e di storage. Ogni risorsa di cloud pubblico e on-premise ha i propri strumenti indipendenti di visibilità, monitoraggio e governance. Inoltre, mentre i team IT tradizionali sono tipicamente centralizzati, ogni linea di business può avere il proprio team di sviluppo app, operazioni cloud e DevOps, rendendo più difficile la collaborazione tra questi team. Di conseguenza, il 55% degli intervistati ha dichiarato di aver creato un team interfunzionale con rappresentanti tecnici e di business. Inoltre, il 50% ha centralizzato le funzioni di CloudOps e NetOps per garantire l’efficienza operativa e il raggiungimento di obiettivi aziendali, come l’ottenimento di agevolazioni sui prezzi da parte dei fornitori di cloud pubblico.
Lo studio ha anche rilevato che la gestione dei costi non è la motivazione principale che spinge le aziende ad adottare più cloud. Tutt’altro. Sebbene le aziende si aspettino di ottenere vantaggi come una maggiore agilità e un’innovazione più rapida, il 66% ha dichiarato che la riduzione dei costi non è un beneficio che si aspetta. Un fattore che contribuisce all’aumento dei costi è la grande varietà di luoghi fisici o virtuali e di tipologie di infrastrutture in cui le applicazioni possono essere eseguite. Ciò si basa, in parte, sul fatto che molte applicazioni, come quelle ad alta intensità di dati o AI/ML, richiedono hardware specializzato per ottenere le prestazioni e la scalabilità richieste. Tanto che, il 79% degli intervistati afferma che più del 51% dei loro carichi di lavoro e dei loro dati viene eseguito su hardware diversi nei vari ambienti, e questo può aumentare la complessità e i costi.
Il cloud come modello operativo
Uno dei dati più importanti tra quelli rilevati è che queste tre sfide non devono essere considerate come problemi distinti, ma come altamente interconnessi. Per questo motivo, la soluzione più adatta richiederà la definizione di una strategia infrastrutturale a livello aziendale basata sull’evoluzione verso un modello operativo cloud che acceleri l’adozione del multi-cloud e di una pianificazione in ottica cloud-native.
Un modello operativo cloud di successo può offrire vantaggi importanti, come la possibilità per l’IT di fornire un accesso self-service all’infrastruttura, la possibilità di sfruttare un kit di strumenti cloud-native con innovazioni prontamente disponibili nei cloud pubblici e la riduzione dei costi operativi, pagando le risorse e i servizi solo in base al loro consumo.
I clienti di Cisco che hanno adottato un modello operativo cloud stanno continuando a innovare e stanno potenziando i loro processi operativi IT con casi d’uso specifici per il cloud ibrido tra cui: business continuity e backup a costi operativi inferiori utilizzando i cloud pubblici per il disaster recovery e l’archiviazione dei dati offsite; sfruttare i servizi cloud-native, tra cui la gestione tramite API di hardware, software, container, microservizi per massimizzare l’agilità e la flessibilità; accesso predicibile e conveniente a risorse e capacità attraverso un modello di consumo flessibile, sia che si tratti di un servizio on-premise che di un cloud pubblico.
Il report completo è disponibile qui.