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Supply chain 4.0, come realizzarla utilizzando le tecnologie SAP

Le filiere tradizionali fanno sempre più fatica a rispondere alle dinamiche della domanda, a causa della mancanza di visibilità sui processi di produzione e distribuzione dei prodotti a livello end-to-end. Alcuni strumenti SAP possono però aiutare le imprese manifatturiere a digitalizzare completamente la supply chain con notevoli vantaggi

Pubblicato il 10 Mar 2022

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Nell’era della trasformazione digitale, il mondo manifatturiero sta duramente affrontando sfide epocali. Sfide di fronte alle quali l’inazione, l’incapacità di attuare subito una corretta strategia di modernizzazione, mette fortemente a rischio la sopravvivenza stessa dei modelli di business tradizionali. Per tutte le realtà produttive, grandi e piccole, la digitalizzazione non è un’opzione, ed è un processo che non può comunque limitarsi alla realizzazione del paradigma di manufacturing Industria 4.0 tra le mura aziendali.

La digitalizzazione deve estendersi anche a monte e a valle delle industrie e delle fabbriche, e portare all’implementazione di supply chain digitali davvero interconnesse. Attualmente, infatti, in Italia, nelle catene di distribuzione, si può solo parlare di parziale digitalizzazione, integrazione tecnologica, interconnessione, rispetto a quella esistente negli ambienti di produzione. Lo scenario emerge da una serie di dati elaborati dalla società di consulenza IQ Consulting, illustrati nel corso di un webinar sul tema lo scorso 24 novembre, con la partecipazione di Data Network Consulting. DNC fornisce alle imprese servizi di consulenza informatica e integrazione di sistemi, focalizzando il proprio core business sulle tecnologie e soluzioni SAP per la modernizzazione delle supply chain.

Filiere troppo fragili

Non essendo completamente digitalizzate, le filiere rivelano sempre più una sostanziale fragilità, mancanza di elasticità e resilienza, nel reagire a cambiamenti del mercato più o meno improvvisi o imprevisti, come possono essere la scarsità di materie prime, la carenza di autisti, la congestione dei porti, o l’incremento esorbitante dei costi del trasporto marittimo. Un’inaffidabilità di funzionamento conclamata, soprattutto dopo le interruzioni e rallentamenti accusati dalle supply chain globali in seguito agli effetti dell’emergenza sanitaria da COVID-19.

Fattori sanitari, eventi geopolitici, crisi climatica, esemplifica IQ Consulting, sono tutti elementi d’incertezza che destabilizzano il fluido e complesso funzionamento delle supply chain. Al loro interno, produttori, fornitori, distributori, retailer dipendono l’uno dall’altro, in maniera diretta o indiretta; ed ogni evento, azione intrapresa, a qualsiasi livello, influenza le prestazioni dell’intera filiera. D’altra parte, è difficile far fronte a questi problemi, acquisendo maggior visibilità, e capacità previsionale su tali catene di eventi, perché le supply chain comunicano tra loro in modo discontinuo, non standardizzato, fornendo dati e informazioni frammentati o incompleti.

Supply chain, le leve per renderle più resilienti

Implementare una supply chain affidabile è fondamentale per compiere quel salto di qualità che permette alle imprese manifatturiere, ad esempio, di adeguare con flessibilità i volumi di prodotti alle variazioni della domanda; ma anche per attuare la servitizzazione della manifattura, che va oltre la semplice fornitura del prodotto fisico, arricchendolo di valore attraverso una sempre più variegata gamma di servizi digitali.

Dal punto di vista tecnologico, la visibilità sui dati a livello end-to-end nella supply chain si ottiene integrando i processi d’interfaccia che interconnettono i diversi soggetti coinvolti nella filiera. Tali processi sono supportati, su un versante, dai sistemi di controllo delle operation (logistica interna, esterna, ottimizzazione consegne), e, su un altro, dalle soluzioni di pianificazione della produzione, distribuzione, domanda. A queste si aggiungono, come tassello chiave per la condivisione dati nella filiera, le applicazioni Internet of Things industriali (IIoT) e i sistemi di cloud manufacturing. Naturalmente, precisa, IQ Consulting, la sola adozione di queste tecnologie informative e digitali non basta, senza un’opportuna revisione dei processi e delle metodologie di lavoro nelle organizzazioni che cooperano nella supply chain.

SAP, le soluzioni per la supply chain evoluta

Nel quadro tecnologico illustrato, e nell’ottica di migliorare l’integrazione dati, le relazioni con i partner, la logistica, i trasporti “SAP mette a nostra disposizione diversi strumenti per integrare la filiera e ottimizzare questi processi” spiega Fabio Mela, Managing Director BU SAP Operations di DNC. “Ad esempio, attraverso Master Data Governance, e le sue funzionalità di machine learning, è possibile centralizzare la gestione dei dati, accrescendone la qualità, con benefici che spaziano dall’aumento della redditività e produttività, all’incremento della capacità operativa. Quest’ultima migliora, grazie alla riduzione dei tempi d’inserimento dati sui prodotti, e degli errori manuali, eliminabili tramite regole di convalida automatica. Automazione e standardizzazione aiutano anche a ridurre tempi di produzione, ed evasione degli ordini, oltre che a migliorare la conformità con le normative di sicurezza e privacy dei dati”.

Un’altra soluzione SAP con un ruolo chiave nell’innovazione della supply chain delle aziende manifatturiere è Supply Chain Collaboration. “La piattaforma – aggiunge Mela – potenzia la capacità di collaborazione con fornitori e partner nella fase di selezione, e nelle operazioni di gestione ordini, fatturazione, spedizioni, contabilità. È inoltre possibile prevedere variazioni della domanda a breve termine, migliorando visibilità, capacità di risposta, e soddisfazione dei clienti”.

Tra gli altri strumenti SAP, Supply Network Collaboration (SNC) aiuta a sincronizzare il flusso d’informazioni tra l’azienda produttrice e i propri fornitori, che possono pianificare meglio gli acquisti, ridurre le scorte, ottimizzare la produzione, essere più puntuali nelle consegne. Un aspetto cruciale riguarda poi l’ottimizzazione delle operazioni di magazzino in rapporto alle variazioni della domanda. “Da questo punto di vista, Extended Warehouse Management consente di far evolvere il magazzino tradizionale, trasformandolo in una struttura logistica più moderna, in grado, ancora una volta, di aumentare efficienza e produttività, ridurre i costi di gestione, migliorare la visibilità sui processi a livello end-to-end. Qui, il machine learning orchestra con intelligenza l’automazione e il coordinamento dei processi digitali con i processi fisici che consentono, tramite sistemi robotizzati, AGV, AMR, sistemi barcode, RFID, ed altre attrezzature evolute, l’identificazione e la movimentazione dei prodotti”.

Approccio tecnologico e strategico, la visione DNC

Oltre a possedere una profonda conoscenza delle tecnologie SAP disponibili, DNC, chiarisce Enza Freiria, Delivery Manager BU SAP Operations, è anche in grado di aiutare le aziende manifatturiere a definire la strategia di trasformazione organizzativa più corretta per ciascun caso aziendale, in ambienti greenfield o brownfield. “Per prima cosa, eseguiamo un’analisi completa dei costi di un progetto, perché, per il cliente, l’aspettativa di costo è di certo una base fondamentale da cui partire, per scegliere consapevolmente la soluzione da adottare, e creare un progetto di successo ma, al contempo, sostenibile per la propria azienda”. DNC passa poi all’analisi puntuale dei processi di business attivi nell’organizzazione, essenziale per arrivare a suggerire al cliente le tecnologie e i miglioramenti organizzativi da introdurre. Un terzo step, altrettanto essenziale, è la fase di change management. “Una strategia di gestione del cambiamento è ineludibile conclude Freiria – perché consente di attivare in azienda quei meccanismi di persuasione e coinvolgimento concreto di tutti gli stakeholder, necessari per trasformare realmente i processi e il modello di business”.

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Redazione

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