I sistemi di Enterprise Asset Management (EAM) possono portare numerosi benefici all’organizzazione aziendale, sia nella fase di produzione che nella fase di commercializzazione di un bene, gestendo ogni risorsa al massimo della propria efficacia.
Nel processo di produzione, infatti, è di fondamentale importanza la corretta gestione delle risorse, siano esse materiali, immateriali o umane. Una gestione inefficace dell’inventario, lo scarso monitoraggio periodico dei dispositivi IT o la mancata ottimizzazione dei processi interni di gestione può comportare un innalzamento dei costi, che anche ove minimo, diventa rilevante su larga scala.
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Che cos’è l’EAM
L’Enterprise asset management (EAM) altro non è che la gestione, per mezzo di sistemi innovativi appartenenti alla sfera IT, peraltro oggetto dei nuovi incentivi fiscali connessi a industria 4.0, delle risorse aziendali, al fine di gestire e ottimizzare il ciclo di vita e di produzione dei macchinari, pianificare le attività, ottimizzarne l’esecuzione, tracciare i risultati aziendali nel tempo in base all’area sottoposta ad esame, studiare le priorità dell’azienda a livello di materiali, competenze, strumenti e informazioni.
Tale attività, di grande ausilio per il management aziendale che si trova quotidianamente a dover operare numerose scelte (anche e soprattutto nell’ottica di contenere i costi massimizzando i risultati), è oggi svolta da software di analisi che, sulla base delle nuove tecnologie quali l’Internet of Things e la Big Data Analysis, consentono di produrre dei risultati in un tempo altamente inferiore a quello umano, al quale tuttavia spetta il compito finale di interpretare i risultati e adattarli agli obiettivi aziendali.
Le applicazioni di Enterprise Asset Management in uso, infatti, includono numerose funzioni fra cui, come anticipato, lo studio del ciclo di vita dei beni e degli strumenti aziendali, il calcolo preventivo degli interventi di manutenzione da porre in essere sugli stessi, la tracciabilità delle scadenze delle garanzie e delle licenze, con la possibilità, da non sottovalutare, di integrare tali funzionalità anche all’interno di dispositivi portatili con i quali le risorse umane (ossia, i dipendenti) possono interagire per ottimizzare anche le tempistiche del proprio lavoro, accorciando i tempi di produzione.
EAM, quali asset aziendali ne possono far parte
Innanzitutto, risulta utile comprendere cosa possa entrare a far parte degli “asset” aziendali passibili di implementazione di tali sistemi. La definizione viene fornita dalla ISO 55000, nella quale si definisce un “asset” come “qualunque oggetto che ha un valore potenziale o reale per un’organizzazione”.
Tale definizione è fornita ad ampio raggio proprio per l’eterogeneità degli elementi che vanno a comporre il patrimonio di beni e risorse di un’azienda, sulla base delle proprie singolari caratteristiche: può essere un bene tangibile, materiale (un’auto, un macchinario, ecc.) come un bene immateriale (dal software al know-how alla reputazione aziendale). Ognuno di questi elementi, data la potenziale capacità di arrecare valore all’azienda cui appartengono, necessita di essere correttamente gestito, al fine di raggiungere la massima efficienza.
Da qui la necessità di elaborare dei principi che potessero essere comuni per ogni tipologia di asset management, sia a lungo che a breve termine, aventi quale unico scopo quello di valutare il rischio di depauperamento del valore di ogni singolo bene e definire le strategie più opportune per evitare che tale rischio si verifichi, o quantomeno ridurre le probabilità che l’azienda vada incontro a eventi potenzialmente dannosi. Nel caso di un bene materiale, dunque, potrà essere d’aiuto programmarne la manutenzione, verificarne le garanzie, pianificarne la sostituzione (così facendo anche programmando e prevedendo gli impatti che tali interventi avranno sul bilancio aziendale e, conseguentemente, mettendo gradualmente da parte le somme necessarie); nel caso in cui, invece, si tratti di beni immateriali, quale ad esempio, il marchio, potranno porsi in atto le misure necessarie a potenziarli e aumentarne il valore.
Resta comunque la maggiore rilevanza, in termini di gestione, degli asset fisici, essendo i più critici e fondamentale in qualsiasi processo di produzione e fornitura di servizi.
Perché implementare un sistema di EAM
Sulla base di quanto sinora premesso, è chiaro come una corretta gestione delle proprie risorse, lungo tutto il loro ciclo di vita, per il mezzo di sistemi di facile utilizzo e comprensione, consenta alle aziende di monitorare, valutare e gestire anche l’affidabilità delle stesse, consentendo di prevedere anche le relative variabili, all’interno di un mercato che, ad oggi, richiede capacità di reazione ed adattamento superiori alla norma, una maggiore sostenibilità della produzione, nonché l’ottimizzazione di ogni processo interno.
In particolare, i sistemi di gestione consentono di assicurare all’azienda l’efficienza globale degli impianti: nel processo di produzione, infatti, il malfunzionamento dell’impianto, una sua disfunzione, una calibrazione non ottimale, ove non rilevati nelle giuste tempistiche, potrebbero causare una interruzione della produzione stesso o, viceversa, la creazione e immissione sul mercato di prodotti fallati, con le dovute conseguenza (allontanamento del cliente insoddisfatto, gestione di numerose politiche di reso, interventi di manutenzione in urgenza che comportano costi molto elevati per la società). Allo stesso modo, si può ottimizzare ed efficientare la produzione, tarando il funzionamento della macchina sulle necessità produttive e, così facendo, evitando di affaticare i macchinari, allungandone la vita utile e aumentando la qualità del prodotto finale.
Altrettanto importante risulta la gestione dell’inventario per le aziende, specie ove largamente dislocate sul territorio, per la gestione coordinata ed efficace dell’inventario, per la quali i sistemi di EAM forniscono numerose soluzioni, interamente personalizzabili.
Si tratta, come già detto, di sistemi preventivi oltre che di monitoraggio, e non reattivi, programmati sulla base di opportuni piani strategici risk-based che tengano conto dei cicli di produzione e di commercializzazione dei beni e che costringono, altresì, gli organi amministrativi delle aziende ad adottare un approccio differente, più consapevole e snello, in quanto coadiuvato da sistemi IT ad alta specializzazione, in un processo di automazione 4.0 che unisce sistemi fisici, IoT e cloud computing.
In linea generale, dunque, è possibile associare a un piano di asset management efficace una serie di vantaggi, che variano in base alla fase di riferimento:
- la maggior soddisfazione del cliente all’aumentare della qualità del servizio offerto;
- la migliore gestione del rischio, nelle sue molteplici denominazioni;
- la possibilità di pianificare e progettare le proprie azioni in modo previsionale, anche a medio-lungo termine;
- la migliore reputazione aziendale, con conseguente aumento del valore complessivo dell’azienda;
- l’ottimizzazione dei processi operativi anche da parte del personale, il quale si trova a operare entro i confini di sistemi testati ed efficaci;
- la migliore distribuzione e gestione sul territorio del prodotto finale e dei servizi secondari ad esso connessi;
- l’estensione del ciclo di vita degli impianti industriali, con manutenzioni condition-based che ne aumentano il valore e l’affidabilità;
- un maggior ritorno sugli investimenti affrontati dall’azienda.
Al fine di raggiungere tali obiettivi il sistema di controllo e gestione (Enterprise Asset Management) viene costruito come un insieme di informazioni eterogenee fondato su:
- soluzioni tecniche di business intelligence che siano in grado di rilevare con precisione e tempestività se la gestione patrimoniale in uso è effettivamente efficace, in comparazione con le missions aziendali;
- un sistema di reporting che sia in grado di segnalare tempestivamente ed in modo intelligibili le problematiche e le risultanze della strategia di gestione, in modo tale da consentire di rilevare tempestivamente ogni disallineamento rispetto agli obiettivi, le cause scatenanti, ed adottare le relative azioni correttive, sulla base delle priorità rilevate;
- un modello di simulazione di scenari che metta il management nella condizione di poter controllare e prevedere i risultati di gestione anche in una fase preliminare;
- una calibrazione del sistema sulla struttura IT già utilizzata dall’azienda.
L’elaborazione della strategia di Asset Management
La ISO 55000 si occupa anche di definire la strategia quale Strategic Asset Management Plan (SAMP), da progettare ed eseguire sulla base delle linee guida fornite dalla famiglia delle ISO 55000, nelle quali si individuano tutte le fasi di acquisizione, gestione e dismissione degli asset.
Le ISO appartenenti alla famiglia 55000 sono rispettivamente:
- ISO 55000, nella quale si fornisce un quadro generale dell’asset management e delle definizioni ad esso correlate;
- ISO 55001, nella quale si specificano i requisiti per un sistema di gestione efficace ed integrato;
- ISO 55002, che provvede a fornire le indicazioni per l’implementazione di sistemi di gestione summenzionati.
Le fasi di elaborazione e attuazione della strategia seguono uno schema PDCA (Plan-Do-Check-Act) tipico del risk management che può sintetizzarsi come segue:
- Studio del contesto della società: in tale prima fase, si analizza e si comprende sia l’ambiente interno che quello esterno al modello aziendale oggetto di esame, le norme allo stesso applicabili, gli obiettivi che si intendono perseguire. Le risultanze di questa preliminare analisi confluiscono nel piano strategico di gestione al fine di documentare il gap sussistente tra gli obiettivi che il management ha prefissato e l’attuale stato organizzativo-gestionale, in modo da definire le relative misure correttive da attuare. A titolo esemplificativo, oggetto di esame potranno essere: i requisiti di governance, la struttura organizzativa, i ruoli, le responsabilità, le politiche adottate, i sistemi informativi e i processi decisionali in uso, i modelli contrattuali, i piani di gestione dei rischi in dotazione, ecc.;
- Responsabilizzazione della leadership: poiché il sistema di EAM fornisce soluzioni che necessitano di interpretazione, è opportuno che il top management, in quanto a capo della struttura organizzativa, sia pienamente consapevole e responsabilizzato in merito alle strategie da porre in atto;
- Pianificazione (planning): l’identificazione, per ciascun singolo asset, delle opportunità e dei rischi che potrebbero inficiare il funzionamento del sistema e pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Dovrà determinarsi ex ante, per quanto prevedibile, in che modo debba attuarsi il monitoraggio e la valutazione delle performance del sistema, sulla base di specifici risk assessment;
- Supporto: la mappatura delle risorse della società, allo scopo di calibrare le attività sulla base delle disponibilità economico-finanziarie della stessa;
- Operation: la pianificazione operativa dei processi e dei controlli da attuare per il corretto svolgimento delle attività di cui al piano strategico elaborato, con l’individuazione delle figure dei responsabili della pianificazione e dei controlli. Risulta di estrema importanza, in questa fase, la corretta attuazione delle politiche di gestione del rischio;
- Valutazione delle performance: lo svolgimento di test di controllo, studio e raccolta dei risultati, al fine di monitorare se il sistema sia efficace e in linea con gli obiettivi, o necessiti di migliorie e correzioni;
- Miglioramento: la messa in atto di azioni correttive che migliorino i processi di gestione degli assets, nel corso del tempo.
Conclusioni
Il progressivo e continuo sviluppo di nuove tecnologie è, a oggi, fonte inesauribile di risorse per un’azienda. L’implementazione di sistemi di business intelligence su misura consentirà alle aziende di acquisire dei vantaggi competitivi non indifferenti sul mercato, anche beneficiando degli incentivi fiscali previsti dall’attuale normativa su industria 4.0.