Quando si parla di cloud, in genere si fa riferimento ai benefici che questa tecnologia porta in termini di agilità di business, di accesso a risorse computazionali e di storage pressoché infinite, di risparmio economico. O, ancora, vi si riferisce come a una tecnologia in grado di abilitare nuovi processi di business e una digital transformation diffusa.
Sicuramente è meno frequente sentire parlare di cloud in relazione a tematiche di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico. E quando questo accade, spesso l’idea che viene evocata è quella di un approccio tecnologico energivoro e di pesante impatto sull’ambiente.
Eppure, a conti fatti, così non è e non è un caso che, tra le tecnologie che negli ultimi anni sono evolute proprio in una logica di sostenibilità ambientale, il cloud oggi occupi un posto di rilievo.
Vediamo perché.
Indice degli argomenti
5 motivi per un cloud sostenibile
Ma quali sono le principali ricadute positive legate agli aspetti della sostenibilità ambientale degli approcci cloud? Volendo riassumerle, possiamo identificare queste cinque:
1 – Riduzione dei consumi energetici
Scegliere di realizzare un datacenter “in house” significa garantire alimentazione costante per i server, installare un sistema di raffreddamento per evitare il surriscaldamento, prevedere le attività di smaltimento degli apparati che giungono a fine vita, secondo quanto previsto dalle normative per i rifiuti elettronici.
Affidarsi al cloud non solo sposta verso il provider la gestione di queste attività, ma consente di trarre vantaggio sia delle economie di scala, sia di tutto quel filone di ricerca che punta alla realizzazione di data center sempre più efficienti e sempre meno energivori.
2 – Riduzione dei gas serra
Lo stesso discorso si applica anche al tema dei gas serra. L’adozione di un modello cloud consente di eliminare il carbon footprint dell’infrastruttura on premise. Un obiettivo importante, soprattutto se si tiene conto che un data center produce gas serra lungo il suo intero ciclo di vita, a partire dalle materie prime, passando per trasporto, assemblaggio, utilizzo e smaltimento a fine vita. Numerosi studi sul tema, realizzati dalle principali società di ricerca, sono arrivati a determinare che l’adozione di un modello cloud consente alle grandi imprese un risparmio fino al 30% del proprio carbon footprint, percentuale che sale addirittura al 90% per le realtà di più piccole dimensioni.
3 – Dematerializzazione
Un contributo indiretto del cloud alla sostenibilità ambientale è correlato alla dematerializzazione, vale a dire la sostituzione di prodotti o servizi fisici, con i loro equivalenti virtuali. I servizi di archiviazione in cloud e di firma digitale consentono di ridurre l’utilizzo di carta e di conseguenza anche il suo smaltimento.
Migrare al cloud significa utilizzare meno macchine e hardware, riducendo di conseguenza il consumo energetico e l’impatto sull’ambiente, con effetti benefici anche in termini economici. Il maggiore ricorso a servizi cloud aiuta le aziende a focalizzare il proprio tempo e il proprio effort sulle attività core invece che sulla gestione della propria infrastruttura IT.
4 – Green Data Center
Rispetto alle infrastrutture on premise, il cloud computing raggiunge oggi livelli di maggiore efficienza, grazie a un diverso utilizzo delle risorse IT: il cloud computing si basa sul concetto di condivisione dei servizi e, di conseguenza, di massimizzazione dell’efficacia delle risorse. I Cloud Data Center di recente concezione utilizzano tecnologie avanzate, più efficienti dal punto di vista energetico, e hanno minori richieste di energia per illuminazione, raffreddamento e condizionamento, con conseguenze positive dal punto di vista del risparmio energetico.
5 – Utilizzo di tecnologie rinnovabili
Molti data center stanno valutando il passaggio all’adozione di fonti di energia rinnovabili, dal solare al geotermico, dall’idroelettrico all’eolico, per alimentare le loro operation, riducendo di conseguenza il carbon footprint.
Cloud e sostenibilità: la visione europea
Alla luce di queste prime considerazioni, possiamo già evidenziare come il cloud possa essere a tutti gli effetti considerato una tecnologia in linea con quanto previsto dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, dal momento che da un lato consente di innovare, tramite percorsi di digital transformation, anche settori considerati tradizionali come la produzione industriale o quella agricola, aumentandone l’efficienza e riducendone gli sprechi. Dall’altro, come già evidenziato, consente di accentrare le infrastrutture ICT, beneficiare delle economie di scala, riducendo di conseguenza l’impatto delle tecnologie ICT sulle emissioni di CO2 globali. Il tutto a beneficio di un percorso sempre più orientato alla decarbonizzazione.
Su questi temi si è espressa recentemente anche l’Unione Europea, che, in un documento datato 10 marzo 2021, precisa: “La Commissione punta a consentire l’accesso a infrastrutture e servizi cloud sicuri, sostenibili e interoperabili per le imprese europee. […] La disponibilità di Edge e cloud computing è essenziale per garantire che i dati vengano elaborati nel modo più efficiente. Ma è indispensabile poter usufruire di infrastrutture Edge e cloud affidabili ed efficienti dal punto di vista energetico”. “Cloud computing ed Edge computing saranno tra quelle tecnologie digitali che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo in settori come l’agricoltura, la mobilità, il building e il manufacturing”.
Il Green Deal, va ricordato, è l’impegno formale preso dall’Unione Europea per arrivare ad essere climaticamente neutra nel 2050, coinvolgendo tutti i settori economici in un percorso che mira a investire in tecnologie rispettose dell’ambiente, supportare l’innovazione in ambito industriale, introdurre forme di trasporto pubblico e privato più pulite, decarbonizzare il settore energetico, migliorare gli standard ambientali globali.
Cloud e sostenibilità nel manifatturiero
Per capire quale sia l’impatto del cloud e, più in generale, delle tecnologie digitali sulla sostenibilità bisogna partire da un assunto di base. L’obiettivo non può limitarsi alla riduzione del carbon footprint, per quanto importante sia questo tema. La riduzione delle emissioni di carbonio è, di fatto, solo una delle molte facce della sostenibilità, che deve guardare a uno sviluppo e a una crescita rispettosi dell’ambiente e socialmente equi.
Si tratta, va detto, di obiettivi oggi più raggiungibili anche e soprattutto grazie alle tecnologie “intelligenti” che fan parte di ciò che in questi anni abbiamo iniziato a definire quarta rivoluzione industriale – o Industria 4.0.
In effetti, tra gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite troviamo tematiche come l’industrializzazione a basso impatto, la realizzazione di edifici efficienti dal punto di vista energetico, lo smart manufacturing: esattamente la stessa direttrice lungo la quale si muove il paradigma dell’Industria 4.0 che combina smart operations e produzione intelligente con tecnologie digitali, intelligenza artificiale (AI) e Internet of Things (IoT).
Cloud, Industria 4.0 e Sviluppo Sostenibile
Come abbiamo più volte sottolineato su questa testata, quando parliamo di Industria 4.0 non facciamo riferimento semplicemente a un set di tecnologie specifiche, tra le quali un ruolo determinante è giocato per l’appunto da cloud computing, IoT, machine learning, ma a un più complesso percorso di trasformazione che punta all’integrazione tra processi fisici, connettività e tecnologie digitali.
Centrali, in questo percorso di trasformazione, sono i dati e la data analytics: ogni strumento, dispositivo, apparato, macchinario connesso genera costantemente dati che, analizzati in tempo reale o inviati a sistemi di machine learning o intelligenza artificiale si trasformano in insight che, a loro volta, consentono alle organizzazioni di aumentare la loro produttività, ottimizzare i processi e migliorare le loro performance.
In un quadro di sviluppo sostenibile, questo può significare che le fabbriche sono grado di perseguire gli obiettivi di una produzione “lean”, più efficiente dal punto di vista energetico e a minore impatto ambientale.
Smart manufacturing e Sviluppo Sostenibile
Va detto che la sostenibilità è di per sé già parte del mindset del settore manifatturiero. Massimizzare la produzione, riducendo al minimo gli sprechi, è da sempre un principio fondante per garantire capacità di soddisfare la domanda del mercato e nel contempo la redditività. Il manifatturiero rappresenta dunque un terreno ideale, sul quale le tematiche green e di sostenibilità ambientale possono attecchire facilmente. Obiettivi di business e sostenibilità ambientale non si escludono, ma anzi si sostengono vicendevolmente.
E gli obiettivi non devono fermarsi al solo risparmio energetico: i controlli ambientali nelle fabbriche devono spingersi ben oltre i sistemi di riscaldamento e raffrescamento. Grazie ai sensori e ai sistemi di filtraggio intelligenti, ad esempio, è possibile rilevare anomalie nella presenza di sostanze chimiche, tossiche o inquinanti, consentendo di adottare automaticamente e per tempo misure a protezione della salute e del benessere dei lavoratori della fabbrica.
Ma c’è di più.
La vera sfida, oggi, è quella di non limitare lo sguardo alla sola fabbrica o alla linea di produzione. La trasformazione deve estendersi a tutta la supply chain, coinvolgendo fornitori e partner logistici nel rispetto degli stessi principi di sostenibilità.
Sviluppo sostenibile anche negli Smart Building
Gli stessi principi sin qui enunciati si applicano anche al settore dell’edilizia e del Facility Management, che non a caso vengono accumunati a quello industriale negli obiettivi di Agenda 2030.
Le stesse tecnologie della fabbrica intelligente consentono di realizzare edifici intelligenti fin dalla loro progettazione. Che si tratti di edifici industriali, commerciali o residenziali, i principi dell’architettura sostenibile coniugano l’utilizzo di materiali ecocompatibili con l’adozione di piattaforme tecnologiche che consentono una gestione automatica, ottimale ed efficiente dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento, dei sistemi di illuminazione, dei sistemi di controllo degli edifici.
A livelli ottimali, gli edifici potrebbero funzionare addirittura in closed-loop, per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse, il consumo energetico, la sostenibilità complessiva, grazie all’adozione, ad esempio, di sistemi automatici di filtraggio e riciclo dell’acqua o dell’aria, mentre sistemi e strumenti di intelligenza artificiale potrebbero analizzare in modalità continuativa i dati provenienti da tutti gli apparati e tutti i sensori per regolare in tempo reale l’utilizzo sostenibile dell’energia.
Vodafone Business, il cloud e la sostenibilità
Consapevole di quanto il tema del cambiamento climatico sia diventato significativo e urgente, Vodafone Business si propone come partner per tutte quelle imprese che manifestano un atteggiamento più proattivo rispetto ai temi della sostenibilità ambientale e cerchino risposte anche dalla tecnologia.
Sostenibilità, nella visione di Vodafone Business, significa connettere persone e organizzazioni grazie alle innovazioni abilitate da cloud, reti, IoT; significa dar vita a una società più inclusiva; significa operare responsabilmente e in modo etico; significa ridurre l’impatto sul pianeta; significa aiutare le imprese e le persone a diventare più efficienti e, a loro volta, a ridurre le loro emissioni di gas serra, mettendo a disposizione un intero stack tecnologico in grado di abilitare la trasformazione di cui abbiamo fin qui parlato.
Cloud in primis.
L’offerta cloud di Vodafone Business
L’offerta cloud di Vodafone Business si colloca dunque in uno scenario di profonda trasformazione di un settore, qual è quello del manifatturiero, che ha bisogno di questa leva tecnologica per raggiungere i propri obiettivi di efficienza, produttività e sostenibilità.
Le imprese di questo comparto trovano in Vodafone Business un partner a tutto tondo, in grado di accompagnarle nei loro progetti di migrazione al cloud a partire dallo IaaS (Infrastructure as a Service) fino alle Business Solutions. Vodafone Business infatti ha consolidato un portafoglio di offerta tecnologico-commerciale sempre più orientata al paradigma cloud “as a service” e sempre meno verso l’idea di vendere “un prodotto, con l’obiettivo di essere per i clienti un partner che si faccia carico della complessità dell’IT e consentire ai clienti di impegnare il tempo e le competenze aziendali in attività core per il business.
Il settore manifatturiero è spesso caratterizzato da applicazioni business critical che richiedono risorse dedicate al fine di garantire elevate perfomance. Per tale ragione Vodafone Business mette a disposizione un’offerta completa di private cloud, che fa leva anche su infrastrutture dedicate a specifici workload come ad esempio SAP e Oracle. Tali sistemi in private cloud frequentemente devono interoperare con applicativi che risiedono nel mondo public, pertanto Vodafone propone una modalità hybrid facendo leva sui propri asset di rete. La visione di Vodafone Business infatti è quella di un’interconnessione dei data center, in cui le risorse sono distribuite su più cloud provider, in ottica multicloud, in base alle necessità di perfomance e di latenza delle applicazioni, per disegnare un ambiente IT che risponda efficacemente ad esigenze tecniche, funzionali e di business in continuo cambiamento.
Accanto all’offerta tecnologica vera e propria, Vodafone Business ha sviluppato un’offerta completa di servizi di supporto, assistenza e consulenza specialistica, con i quali è in grado di seguire il percorso verso il cloud dei propri clienti, qualunque sia il loro livello di competenza ed esperienza in materia.