Incentivi

Progetti pilota: cosa sono, a chi si rivolgono, come si attuano e come si ottengono

Come si possono ottenere i contributi statali per la digitalizzazione e la transizione ecologica. Il termine ultimo per la presentazione dei progetti è il 15 febbraio 2022.

Pubblicato il 20 Dic 2021

Chiara Ponti

Privacy Specialist & Legal Compliance e nuove tecnologie

Barbara Rodi

Consulente esperta aziendale e del lavoro

progetti pilota


Nel sito del ministero dello Sviluppo Economico (MISE), nella sezione relativa agli incentivi alle imprese, troviamo i “progetti pilota”.

Si tratta di progetti volti allo sviluppo del tessuto imprenditoriale territoriale, anche mediante la sperimentazione di servizi innovativi a supporto delle imprese.

I progetti pilota, di che cosa si tratta

Sono progetti finanziati, per accedere ai quali occorre partecipare a un bando. Al riguardo, come si legge testualmente nella sezione sovra indicata, in virtù dell’art. 28, comma I, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, è stabilita «…una procedura semplificata per la definitiva chiusura dei procedimenti relativi alle agevolazioni concesse per le iniziative produttive nell’ambito dei Patti territoriali e dei Contratti d’area».

Tali risorse residue sono utilizzate per il finanziamento proprio dei già menzionati progetti. A confermarlo espressamente è il decreto interministeriale del 30 novembre 2020 del MISE, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano.

Il Bando stabilisce:

  • contenuti
  • modalità
  • termini di presentazione delle domande per il finanziamento dei predetti progetti pilota (Allegato 2 – Progetto Pilota)
  • disciplina per l’attuazione della nuova misura.

I progetti pilota, a chi si rivolgono

Possono beneficiare dell’agevolazioni per la realizzazione di interventi imprenditoriali le piccole e medie imprese (PMI) che, alla data di presentazione della domanda alcuni requisiti, nella tabella sotto riportati.

Requisiti richiesti
a)sono regolarmente costituite e iscritte come attive nel Registro delle imprese
b)sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono sottoposte a procedura concorsuale e non si trovano in stato di fallimento, di liquidazione coatta o volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo (ad eccezione del concordato preventivo con continuità aziendale) o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente;
c)sono in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente e sono in regola in relazione agli obblighi contributivi;
d)non rientrano tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
e)non sono destinatarie di una sanzione interdittiva di cui all’articolo 9, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e successive modificazioni e integrazioni;
f)i cui legali rappresentanti o amministratori non siano stati condannati, con sentenza definitiva o decreto penale di condanna divenuto irrevocabile o sentenza di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, per i reati che costituiscono motivo di esclusione di un operatore economico dalla partecipazione a una procedura di appalto o concessione ai sensi della normativa in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture vigente alla data di presentazione della domanda;
g)non sono in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà, così come individuata all’articolo 2, punto 18, del Regolamento GBER, all’articolo 2, punto 14 del Regolamento ABER e all’articolo 3, punto 5 del Regolamento FIBER;
f)nel caso di agevolazioni concesse ai sensi dell’articolo 14 del Regolamento GBER, non hanno effettuato, nei 2 anni precedenti la presentazione della domanda di agevolazione, una delocalizzazione verso lo stabilimento oggetto dell’investimento in relazione al quale vengono richieste le agevolazioni e si impegnano a non farlo nei due anni successivi al completamento dell’investimento iniziale oggetto della domanda di agevolazione.

progetti pilota

I progetti pilota, quali settori

Ogni progetto pilota è costituito da interventi pubblici e/o interventi imprenditoriali coerenti tra loro potendo riguardare non più di due tra queste tematiche:

  1. competitività del sistema produttivo, in relazione alle potenzialità di sviluppo economico dell’area interessata;
  2. valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile;
  3. transizione ecologica;
  4. autoimprenditorialità;
  5. riqualificazione delle aree urbane e delle aree interne.

Sono ammissibili:

  1. progetti di investimento;
  2. progetti di avviamento;
  3. progetti di innovazione;
  4. progetti di investimento nel settore della produzione agricola primaria;
  5. progetti di investimento nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli;
  6. progetti di investimento nel settore della pesca e dell’acquacoltura.

I progetti pilota: come funzionano le agevolazioni

Iniziamo con il dire che la domanda di assegnazione dei contributi (Allegato 1 – Domanda) viene presentata da soggetti responsabili di Patti territoriali ancora operativi, i quali svolgono i compiti gestionali e assumono le responsabilità previste dal Bando per la corretta esecuzione del progetto pilota.

É possibile presentare una sola domanda di assegnazione dei contributi relativa ad un solo progetto pilota, con un ammontare massimo pari a euro 10 milioni. Si viene selezionati sulla base di una procedura trasparente e aperta, gli intervenenti imprenditoriali e/o pubblici che costituiscono ciascun progetto pilota.

La valutazione tecnica dei progetti pilota, a seguito della positiva conclusione delle verifiche già menzionate, è svolta da una Commissione nominata con decreto del Ministro dello sviluppo economico.

Al termine delle attività istruttorie, entro 120 giorni dalla data di chiusura della “finestra” temporale nella quale poter presentare i progetti pilota, la Commissione redige una graduatoria sulla base dei criteri e relativi punteggi.

Il MISE a quel punto approva la graduatoria predisposta dalla Commissione assegnando i contributi ai soggetti responsabili, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

I contributi per la digitalizzazione e la transizione ecologica

Veniamo quindi ai contributi per la digitalizzazione e la transizione ecologica.

Di recente, uno specifico bando del MISE ha previsto «fino a dieci milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese che realizzano progetti pilota innovativi per sviluppo del sistema produttivo sul territorio nazionale».

Sono ritenuti ammissibili i progetti pilota dedicati alla digitalizzazione e innovazione di processo e di organizzazione ovvero l’offerta di nuovi prodotti e servizi, la transizione ecologica, l’autoimprenditorialità, nonché la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile.

Non solo, sono anche ammissibili i progetti pilota finalizzati allo sviluppo del tessuto imprenditoriale territoriale, anche per il tramite della sperimentazione dei servizi innovativi a supporto delle imprese.

Si è detto che ogni progetto pilota deve essere costituito da interventi pubblici e/o interventi imprenditoriali tra loro coerenti, ben potendo riguardare una, o al massimo due, di alcune tematiche, tra cui appunto:

Con riferimento alla digitalizzazione, la competitività del sistema produttivo, in relazione alle potenzialità di sviluppo economico dell’area coinvolta, promuove nella fattispecie la digitalizzazione nonché l’innovazione di processo e di organizzazione ovvero l’offerta di nuovi prodotti e servizi da parte di singole imprese beneficiarie, sì favorendo la creazione di filiere produttive e di forme di collaborazione tra PMI.

Circa la transizione ecologica, il processo di digital trasformation di prodotti/processi, finalizzata a un aumento di sostenibilità ambientale, con particolare riferimento «ai progetti aventi ad oggetto la riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti, il miglioramento dell’efficienza energetica, la riorganizzazione dei processi produttivi in un’ottica di economia circolare (ecodesign, utilizzo di materia prima seconda, recupero dei rifiuti, recupero e risparmio idrico), la riduzione dell’utilizzo della plastica e/o la sua sostituzione con materiali alternativi».

Per realizzare ciò, sono (stati) complessivamente stanziati 105 milioni di euro.

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Chiara Ponti
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Barbara Rodi
Consulente esperta aziendale e del lavoro

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