Innovazione

2020, anno dell’accelerazione digitale e del “cloud first”

Per contrastare la pandemia è stata di importanza fondamentale la strategia cloud first per i servizi pubblici e le infrastrutture SaaS. Il ruolo delle aziende tecnologiche nell’accompagnare la PA nella digitalizzazione

Pubblicato il 09 Feb 2021

Fabio Meloni

Ceo Dedagroup Public Services

cloud


Il 2020 sarà ricordato anche come l’anno che ha reso evidente l’importanza fondamentale della strategia “cloud first” per i servizi pubblici del Paese. Abbiamo scoperto di essere una nazione decisamente più smart di quanto riveli l’indice DESI, che nel 2020 riporta i valori degli indicatori rilevati nel corso del 2019. Immaginiamo quanto più difficile sarebbe stato il lockdown senza le infrastrutture SaaS (Software as a Service) che abbiamo oggi e senza la capacità che abbiamo dimostrato di trasformare in poco tempo il nostro modo di lavorare: abbiamo realizzato una transizione verso lo smart working che in condizioni normali avrebbe richiesto anni, dove il cloud ha giocato un ruolo fondamentale. Questa capacità l’hanno dimostrata sia i privati che le Amministrazioni senza scontare alcun impatto sulla produttività. Al contrario, grazie a un sistema disponibile h24, le risorse hanno potuto organizzarsi al meglio il carico di lavoro.

SaaS e cloud nella PA

Le smart city hanno un ruolo chiave nell’interazione con i cittadini, come front end della Pubblica Amministrazione. Gli Enti Locali si sono dimostrati mediamente preparati all’accelerazione imposta dalla pandemia: circa 700 comuni hanno adottato il SaaS.

Infine, tutti abbiamo sperimentato l’importanza delle tecnologie digitali per aumentare l’efficacia del Sistema Sanitario Nazionale. Il cloud ha permesso di rivedere i metodi d’interazione con il cittadino/paziente spostandoli sul canale digitale.

Quindi, un sistema di infrastrutture digitali più pronto di quanto fossimo consapevoli e una PA molto reattiva ci hanno consentito una grande resilienza. In poche settimane abbiamo accelerato fortemente nell’implementazione del Piano Triennale: rafforzato il paradigma cloud first, esteso l’uso delle infrastrutture digitali, attuato una forte digitalizzazione e innovazione degli ecosistemi.

Sviluppo sostenibile e Next Generation EU

L’anno che verrà sarà un altro anno di sfide. Abbiamo un’opportunità che possiamo definire irripetibile, perché per la prima volta sono disponibili tutti gli elementi necessari per una decisiva trasformazione del Paese. Abbiamo una strategia nazionale consolidata: l’edizione 2020 del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione ha dato continuità al modello strategico, ha definito un preciso piano operativo, i ruoli dei diversi attori e indicatori per il monitoraggio della sua attuazione. Coerentemente con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, il “Piano nazionale innovazione 2025” ha delineato la strategia e le azioni necessarie per affrontare le tre sfide fondamentali: la digitalizzazione della società, l’innovazione del Paese, lo sviluppo sostenibile e etico della società nel suo complesso.

Grazie al piano Next Generation EU avremo a disposizione risorse di ampiezza decisamente superiori al passato e il Governo nel definire il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” ha chiaramente identificato nella digitalizzazione e innovazione e nella transizione ecologica i temi prioritari sui quali investire i fondi che arriveranno dall’Europa.

Infine, è entrato nel vivo il piano delle gare Consip per gli Accordi Quadro nazionali che consentiranno di qualificare le aziende per l’attuazione della strategia del Piano Triennale e in particolare la transizione a soluzioni e servizi cloud.

Le aziende tecnologiche partner della PA

Se, dunque, nel 2021 tutti gli “ingredienti” per la trasformazione del Paese saranno finalmente disponibili, l’execution e l’efficacia dei processi saranno fondamentali per arrivare fino in fondo al percorso.

Proprio per questa ragione è ancor più necessario che le aziende tecnologiche diventino strumento concreto di attuazione della ripresa e della trasformazione delle Pubbliche Amministrazioni, non semplicemente come fornitore ma come vero e proprio partner.

Il rapporto di partnership pubblico-privati è un elemento chiave di successo: il pubblico definisce il modello strategico, il framework di regole di ingaggio, il modello di interoperabilità e specifica le esigenze end-to-end e l’attore privato si fa strumento di realizzazione attraverso l’offerta di servizi cloud che svincolano gli enti dalla gestione della tecnologia permettendo loro di concentrarsi sulla user experience, per servizi agli utenti sempre più efficaci.

Sarà importante condividere con i clienti che utilizzano i servizi SaaS, contenuti formativi, informazioni sulle modifiche normative, spazio, supporto e affiancamento nell’uso dei sistemi, così da mettere a fattor comune le pratiche, i modelli organizzativi e le modalità operative nativamente digitali che siano in grado di modificare nel profondo il modo di lavorare degli enti.

Le tecnologie a contrasto del global warming e dello sviluppo sostenibile

È necessario mantenere anche un forte impegno nella lotta agli effetti dei cambiamenti climatici, continuando a sviluppare sul cloud progetti che si servono delle tecnologie più avanzate di analisi dei dati e dell’intelligenza artificiale per individuare azioni volte a contrastare gli effetti del global warming, a cui si affiancano progetti per la creazione di soluzioni in grado di ingaggiare i cittadini in iniziative di sviluppo sostenibile delle città e di economia circolare. Tutto questo con l’obiettivo di mettere a disposizione i nuovi strumenti anche ai centri più piccoli con risorse minori ma con le stesse esigenze delle città.

In ambito sanitario sarà necessario impegnarsi nello sviluppo di servizi digitali sul cloud per rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini creando modelli organizzativi che favoriscano l’integrazione delle cure tra ospedale e territorio e abilitino l’empowerment del paziente. Basti pensare alla gestione del PHR (Personal Health Record), spazio personale integrato con i dati prodotti dal sistema sanitario in cui il cittadino può gestire le informazioni personali sul proprio stato di salute, e ad applicazioni di “connected care, che mettono in collegamento medico e pazienti per garantire a questi ultimi supporto e assistenza nella quotidianità.

Le infrastrutture immateriali del Paese sono ormai mature e il DL Semplificazioni fissa al 28 febbraio del 2021 la data entro la quale tutte le pubbliche amministrazioni devono consentire l’accesso ai propri servizi digitali con SPID e pagare con PagoPA e l’App IO, utilizzata da quasi 10 milioni di italiani, è pronta a diventare il punto di contatto fra il cittadino e tutta la PA italiana.

Interoperabilità delle banche dati

Un passaggio fondamentale da compiere è quello di costruire, a partire dalle infrastrutturali immateriali, servizi E2E realmente efficaci e user friendly affinché la tecnologia abbia un impatto realmente trasformativo sulla vita dei cittadini e la società digitale sia realmente una società migliore. SPID, PagoPA e l’App IO sono efficaci solo quando sono integrati con processi di back end innovativi, progettati per essere nativamente digitali: la digitalizzazione non può essere approcciata come “traslazione” elettronica di un adempimento cartaceo. È questo l’ulteriore impegno che deve essere prioritario per il 2021: affiancare efficacemente le amministrazioni per riprogettare i servizi in modo realmente sostenibile, ponendoci l’obiettivo dell’efficacia e della semplicità secondo i principi “once only” (non chiedo alle imprese o ai cittadini di produrre più volte lo stesso certificato, perché in realtà grazie a interoperabilità e certificazione dei processi quelle informazioni le ho già a disposizione) e di interoperabilità delle banche dati.

Sarà possibile farlo solo grazie a un’approfondita conoscenza del territorio, delle complessità dei diversi piani amministrativi e dei processi dal centro alla periferia.

Il ruolo chiave dei processi e degli strumenti di procurement per il settore pubblico

A dicembre 2018, il Catalogo dei servizi SaaS qualificati Agid esponeva solo due servizi; alla fine del 2020 se ne trovano oltre 458, a riprova di come le aziende del settore credano nel Piano Triennale. Questo strumento può essere prezioso per accelerare la trasformazione verso il cloud solo se viene messo a disposizione delle Amministrazioni un framework che faciliti l’acquisto e l’accesso ai servizi. È un obiettivo chiaramente indicato nell’ultima edizione del Piano Triennale, ci auguriamo che la sua attuazione sia una priorità del 2021.

Una strategia efficace ed efficiente di procurement sarà fondamentale per concretizzare in nuovi accordi quadro il Piano nazionale di ripresa e resilienza. È, quindi, estremamente importante dare agli enti strumenti e linee guida per accelerare l’assegnazione di appalti pubblici: per le Amministrazioni che ancora non dispongono di una gestione digitale degli appalti, facilitare l’accesso alle piattaforme; consentire il pieno svolgimento dei lavori delle commissioni in modalità telematica; con le regole vigenti, è già possibile ridurre tempi e costi della fase dei controlli amministrativi nelle procedure di gara, finora molto onerosa. Una svolta ancora più significativa potrebbe arrivare da nuove procedure di gara che prevedano una qualificazione amministrativa “una tantum” delle imprese e l’eliminazione della competizione sul prezzo: ad esempio, l’amministrazione potrebbe congruire a monte i costi per un determinato progetto/servizio e lanciare la gara valutando le proposte esclusivamente in base alla qualità tecnica e ai servizi aggiuntivi.

Ci auguriamo che sia possibile un confronto costruttivo con le istituzioni su questi temi: la sfida della ripresa, che attende il Paese, necessita di un modello di acquisto che stimoli sempre più la competizione sulla qualità dei servizi e delle proposte tecniche.

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Fabio Meloni
Ceo Dedagroup Public Services

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