La ricerca

Un manager-robot? Può essere meglio di quello umano

I dati di un recente studio internazionale Oracle-Future Workplace: per il 64% degli intervistati di un automa ci si può fidare più che di una persona. Tutto merito dell’intelligenza artificiale, che ha innescato grandi cambiamenti nel rapporto tra persone e tecnologia

Pubblicato il 25 Ott 2019

robot


L’intelligenza artificiale ha cambiato il rapporto tra le persone e la tecnologia sui luoghi di lavoro. Tanto che a volte un “manager robot” potrebbe oggi essere preferito, sulle linee di produzione, al suo corrispettivo umano. E’ quanto emerge dai risultati della seconda edizione dello studio annuale “AI at Work” realizzato da Oracle e Future Workplace. Ne consegue – secondo la ricerca realizzata su un campione di 8.370 dipendenti, manager e responsabili delle risorse umane in 10 Paesi –  che anche ciò che i team Hr e i manager devono fare per trattenere i talenti sta velocemente cambiando. 

L’AI tra uomini e tecnologia

Rispetto al periodo precedente caratterizzato soprattutto da timori, ultimamente l’intelligenza artificiale viene adottata con più positività e ottimismo: dallo studio emerge he il 50% dei lavoratori attualmente utilizza una qualche forma di AI nello svolgimento del proprio impiego (rispetto al 32% che si er registrato lo scorso anno). I lavoratori in Cina (77%) e India (78%) hanno tassi di adozione oltre il doppio di quelli di Francia (32%) e Giappone (29%). Inoltre la maggioranza (65%) dei lavoratori è ottimista, entusiasta e grata di avere “colleghi robot” e quasi un quarto riferisce di avere un rapporto molto positivo e gratificante con l’AI sul posto di lavoro. Illivello dell’entusiasmo è al massimo livello in India e Cina, poi Emirati Arabi Uniti, Singapore, Brasile, Australia/Nuova Zelanda, Giappone, Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Più positivi gli uomini rispetto alle donne, con una percentuale di ottimisti del 32% contro il 23%.

Il successo dei manager-robot

Tra le conseguenze della crescente adozione dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro c’è l’evoluzione del modo in cui i dipendenti interagiscono con i loro manager. Così, secondo la ricerca Oracle, il 64% delle persone si fiderebbe di un robot più del proprio manager e la metà si è rivolta a un robot invece che al proprio manager per una consulenza. Ad avere maggiore fiducia nei robot sono ancien questo caso i lavoratori di India, e sono in maggioranza uomini rispetto che donne. In generale l’82% degli intervistati ritiene che i robot possano fare le cose meglio dei loro manager, e alla domanda su cosa i robot possono fare meglio dei loro manager, gli intervistati hanno risposto che gli automi sono più bravi a fornire informazioni imparziali (26%), rispettare i programmi di lavoro (34%), risolvere i problemi (29%) e gestire i budget (26%). A favore dei manager umani invece pesa la comprensione dei sentimenti dei dipendenti(45%), la formazione (33%) e la creazione di una cultura del lavoro (29%).

L’impatto dell’intelligenza artificiale in numeri

Dal momento che il ruolo dell’intelligenza artificiale sarà crescente, il capito delle aziende è in questo momento  – secondo Oracle – quello di concentrarsi sulla semplificazione e sulla sicurezza dell’AI sul posto di lavoro. Il 76% dei lavoratori e l’81% dei responsabili delle risorse umane trova difficile tenere il passo con i cambiamenti tecnologici sul posto di lavoro, e dai lavoratori viene la richiesta di interagire in modo semplice con l’intelligenza artificiale, grazie a una migliore interfaccia utente (34%), una formazione sulle migliori procedure (30%) e un’esperienza personalizzata in base al loro comportamento (30). Tra le principali preoccupazioni dei lavoratori ci sono la sicurezza e la privacy, questioni che vengono percepite più nettamente dai giovani

“I più recenti progressi in materia di machine learning e intelligenza artificiale si stanno diffondendo rapidamente, portando a un enorme cambiamento nel modo in cui le persone in tutto il mondo interagiscono con la tecnologia e i loro team – afferma Emily He, SVP, Human Capital Management Cloud Business Group, Oracle  Come dimostra questo studio, la relazione tra gli esseri umani e le macchine è in fase di ridefinizione sul posto di lavoro, e non esiste un approccio unico per gestire con successo questo cambiamento. Per contro, le aziende devono collaborare con il dipartimento delle risorse umane per personalizzare l’approccio all’implementazione dell’AI al lavoro, al fine di soddisfare le mutevoli aspettative dei loro team in tutto il mondo”.

“Negli ultimi due anni abbiamo rilevato un maggior ottimismo da parte dei lavoratori a seguito dell’adozione dell’IA sul posto di lavoro, risorse umane in primis – aggiunge Dan Schawbel, Research Director di Future Workplace – Lo studio del 2019 dimostra che l’AI sta ridefinendo non solo la relazione tra lavoratore e manager, ma anche il ruolo di un manager all’interno di un ambiente di lavoro basato sull’intelligenza artificiale. I base ai risultati, i manager manterranno un ruolo rilevante anche in futuro se si concentrano sul lato umano e sull’utilizzo delle loro competenze trasversali, lasciando quelle tecniche e le attività di routine ai robot”.

“I risultati dello studio 2019 – conclude  Jeanne Meister, socio fondatore di Future Workplace – rivelano che le aziende lungimiranti stanno già sfruttando la potenza dell’intelligenza artificiale. Quando i professionisti, a tutti i livelli, toccano con mano le potenzialità dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro, passano dalla paura all’entusiasmo, poiché intravedono la possibilità di liberarsi da molti dei loro compiti di routine e di disporre di più tempo per risolvere i problemi aziendali più cruciali”.

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