Una delle grandi domande nell’era del “new normal” è come le aziende possano fare affidamento su una migliore collaborazione digitale con i propri fornitori per migliorare la resilienza delle loro supply chain, supportare la business continuity durante i periodi difficili ed essere meglio preparate ad affrontare repentini cambiamenti di mercato.
Chiunque lavori nell’ambito della supply chain e del procurement sa che non ci vuole molto per stravolgere il sottile equilibrio di una supply chain articolata con ricadute immediate sui risultati finanziari. Le inondazioni del 2010 nel Queensland, in Australia, hanno portato a gravi salti nell’approvvigionamento di beni alimentari. Quando delle esplosioni hanno colpito il porto di Tianjin, in Cina, nel 2015, all’epoca il decimo porto marittimo più trafficato del mondo, ne hanno fortemente risentito diversi settori. Con i recenti eventi legati al Coronavirus, molti di noi hanno vissuto in prima persona un’interruzione della supply chain, sia personalmente (si pensi alla difficile disponibilità delle mascherine nelle prime settimane del lockdown) che professionalmente.
Nel 2018 il rapporto sulla resilienza della supply chain del Business Continuity Institute ha rilevato che oltre il 50% delle aziende ha subito una interruzione della supply chain negli ultimi 12 mesi. Quale potrà essere questa percentuale se ci faremo la stessa domanda nel 2021?
Indice degli argomenti
Business continuity nella supply chain
Far fronte a un’interruzione della supply chain e mitigarne l’impatto è un compito impegnativo, che richiede una forte collaborazione di diverse funzioni interne e, ancor più importante, uno stretto allineamento tra la gestione dei fornitori e gli acquisti.
Le organizzazioni devono comprendere e prevedere rapidamente la domanda, le scorte disponibili, le scorte in transito, la capacità di consegna da parte dei fornitori storici e, se necessario, identificare, esaminare e valutare rapidamente fonti di approvvigionamento alternative. Per svolgere in modo efficace ed efficiente questi compiti, le imprese necessitano di un flusso di dati continuo, veloce e accurato, da e verso i fornitori che, idealmente, si inserisce nel sistema gestionale dell’azienda (ERP).
I network digitali di collaborazione con i fornitori esistono da oltre 20 anni, circa la stessa età di Google, e durante questo periodo, sono stati testati e adottati da molte aziende leader in tutti i settori. La tecnologia ha fatto molta strada dai meccanismi di integrazione B2B point-to-point, come l’EDI. Le reti di oggi sfruttano i moderni protocolli di integrazione di sistemi, supportano oltre 50 tipologie di transazioni e sono intelligenti per default.
La tecnologia è diventata inoltre più accessibile, in particolare per le piccole e medie imprese. Nel network digitale di fornitori di SAP (SAP Ariba Network) operano più di 4 milioni di aziende in oltre 190 paesi, che effettuano transazioni per circa 3 trilioni di dollari in un anno, ovvero quasi 9 volte il volume di transazioni lordo di Amazon nel 2019.
La maggior parte delle imprese inizia con la digitalizzazione dei processi di procurement più semplici. Ad esempio inviare un ordine di acquisto elettronico direttamente dall’ERP e ottenere una conferma d’ordine dai fornitori, convalidando informazioni critiche come la data di consegna della merce e la quantità. L’ERP può quindi elaborare questi dati, avvisare i responsabili e se necessario rendere disponibili le informazioni per ulteriori analisi come la modellazione di scenari e l’analisi predittiva.
Operazioni sempre più complesse
Una volta che i processi più semplici vengono eseguiti senza problemi, le aziende iniziano a risolvere scenari più complessi, per esempio stimare i flussi della domanda insieme ai fornitori, o includerli nel flusso delle transazioni, tenere traccia dei materiali subappaltati o ancora elaborare fatture elettroniche senza ritardi, in modo da poter rispettare le promesse di pagamento.
Un responsabile di supply chain che ha implemento un modello di network collaborativo con i partner definisce le molte possibilità e gli enormi vantaggi per il business in questo modo: “siamo passati da ricevute fatte male, ordini di acquisto non chiari, lunghi termini di pagamento e servizi scadenti a maggior trasparenza, velocità di processo, accuratezza e dati migliori”. Nonostante questo, solo il 21% dei leader nell’ambito del procurement ha veramente abbracciato questo modello collaborativo, evitando di cogliere un valore potenzialmente significativo ed esponendo a rischi non necessari la resilienza della loro supply chain.
È lecito supporre che il rischio di interruzioni nelle catene di approvvigionamento delle nostre aziende non scomparirà presto. Mentre molte industrie hanno registrato un calo significativo della domanda a causa del COVID-19, altre hanno dovuto affrontare picchi di domanda senza precedenti. Una fornitura adeguata e sicura rimarrà un tema caldo anche nei prossimi mesi e anzi diventerà ancora più critico una volta che le economie si riprenderanno e la domanda si stabilirà in tutti i settori per continuare a garantire la disponibilità di forniture mission-critical, consentire il funzionamento delle attività e cogliere nuove opportunità di crescita.