Per realizzare a pieno la trasformazione digitale del Manufacturing secondo il modello Industry 4.0 occorrono più competenze. Più di quelle già presenti nelle imprese e anche più di quelle che il mercato è pronto a offrire. Le fabbriche vivono lo stesso skill shortage che caratterizza le imprese di ogni settore in fase di digitalizzazione e la competizione per i talenti è serrata.
«Più della metà delle aziende italiane ha compreso che l’innovazione è necessaria per garantire la competitività e molte hanno iniziato a investire nelle tecnologie per la Smart Factory, come ha dimostrato anche l’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano», sottolinea Massimo Zanardini, Senior Consultant di IQ Consulting, società spin-off parte del gruppo Digital360, specializzata in progetti di innovazione nel mondo dell’Industria 4.0.
«La cultura 4.0 si sta formando, adesso occorre un piano strategico per assicurarsi le risorse migliori. Anche qui serve una nuova cultura, capace di trasformare il modo di fare recruiting, formazione, attrazione e retention dei talenti».
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A caccia di competenze per le tecnologie già in fabbrica
La domanda di competenze 4.0 per la Smart Factory supera l’offerta per diverse ragioni. Da un lato è fisiologico che il sistema formativo proceda più lentamente dell’evoluzione tecnologica. Dall’altro incide anche il fatto che «le aziende si sono accorte in ritardo e tutte insieme di non avere competenze sia tecniche sia manageriali», spiega Zanardini. «Così si crea un collo di bottiglia rispetto ai tempi del sistema formativo».
Un altro elemento da considerare è che, su impulso del piano Industria 4.0 dell’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, le aziende del Manufacturing hanno investito in tecnologie, ma non sempre hanno affiancato l’investimento in competenze.
Quali competenze servono per Industria 4.0
Le imprese del Manufacturing cercano dunque le skill per le tecnologie digitali che hanno già reso disponibili, come IoT, realtà aumentata, realtà virtuale, robotica collaborativa, stampa 3D, analisi dei Big Data. I talenti vengono cercati sul mercato oppure formati tramite l’up-skilling delle risorse esistenti. Oppure si ricorre a entrambi i sistemi: «L’obiettivo è colmare il più velocemente possibile il gap», afferma Zanardini.
Le competenze digitali sono la priorità, ma contano anche quelle manageriali. «Le aziende del Manufacturing cercano figure in grado di entrare in un programma di crescita ampio e di lungo termine e sappiano fare da tratto di unione tra le diverse tecnologie utilizzate, spezzando la vecchia visione a silos. I manager ricercati devono invece mostrare una visione trasversale per gestire e monitorare la roadmap di trasformazione digitale», dichiara Zanardini.
Come colmare lo skill gap
Per formare oggi i talenti diretti al mondo Manufacturing il primo modo è rendere l’azienda attrattiva nei confronti delle risorse. Il meccanismo di recruitment deve puntare sull’innovazione e le imprese devono fornire innovazione nel lavoro: flessibilità del luogo e dell’orario (un “vero” Smart Working), digital workplace, work-life balance, valutazione per obiettivi, attenzione alla sostenibilità, tutti vantaggi che le generazioni più giovani apprezzano e cercano in un potenziale employer.
Si può anche procedere con un training mirato su obiettivi specifici, che ha tempi più brevi e permette di procedere verso la Smart Factory affiancando tra loro persone formate sulle competenze specifiche più urgenti. «Quando è possibile», osserva Zanardini, «è utile segmentare le competenze necessarie per andare avanti più velocemente nel paradigma di Industria 4.0».
Nella fase di skill shortage va considerato che c’è forte concorrenza di mercato ed è fondamentale per l’azienda che cerca talenti essere presente laddove le risorse si formano e vengono intercettate, come le università o le academy. Un altro elemento importante è la capacità di comunicare e divulgare i propri valori, obiettivi e benefit. E avere Brand Ambassador e Advocate interni, che si facciano portavoce dell’azienda tra i team e all’esterno, anche sulle piattaforme social.
Una sfida a tre fattori
La sfida numero uno per le competenze digitali nel Manufacturing in Italia si gioca su più livelli, secondo Zanardini:
- il primo è quello del sistema formativo, che deve essere più rapido nell’intercettare i cambiamenti;
- il secondo è quello della Talent Attraction and Retention: le aziende devono saper cambiare le modalità con cui attraggono i talenti, con cui fanno recruiting e formazione. Devono incentivare il lavoro flessibile e introdurre metriche sia hard che soft;
- il terzo livello è l’organizzazione interna: occorre spezzare i silos, mettere a frutto le conoscenze che entrano in azienda, «magari con una task force che abbia un orientamento trasversale e guardi a tutte le funzioni aziendali e alle tecnologie disponibili per metterle al servizio del business e della strategia», afferma Zanardini.
360DigitalSkill: supporto alle imprese e formazione delle competenze
La piattaforma 360DigitalSkill risponde alle esigenze del mercato del lavoro e delle aziende del Manufacturing lavorando sia sulle competenze che sulla consulenza alle aziende.
«Da un lato la nostra piattaforma fornisce contenuti sul paradigma di Industria 4.0 e tutte le tecnologie coinvolte in modo da formare subito le competenze richieste tramite contenuti multimediali accessibili sempre e ovunque. Dall’altro, offriamo supporto alle aziende che vogliono diventare sempre più attrattive con una valida proposta su Smart Working, nuove metriche e altri meccanismi avanzati per attrarre i talenti», afferma Zanardini.
«È importante saper incentivare le risorse. Offrire un ambiente di lavoro flessibile è un elemento chiave della Talent Attraction and Retention», prosegue Zanardini. «La presenza fisica può essere ibrida oggi e il lavoro per obiettivi deve superare il vincolo della valutazione basata sull’orario. I talenti apprezzano nuovi parametri di crescita, come la partecipazione al processo produttivo anziché il numero di pezzi prodotti. Esistono metriche soft, accanto ai risultati concreti, che aiutano il Manufacturing a vincere la competizione per i talenti».
Il paradigma Industria 4.0 è fondamentale per rinnovare le imprese, ma l’execution richiede che ci sia una strategia a monte. «Il piano strategico guida all’integrazione delle tecnologie tra loro e con gli obiettivi di business e per eseguirlo occorrono talenti sia tecnici che manageriali pronti all’era della Smart Factory», conclude Zanardini. «360DigitalSkill aiuta le imprese a iniziare proprio questo percorso strategico di trasformazione digitale verso la manifattura 4.0. Una roadmap personalizzata che si basa necessariamente su vision, dati e competenze».