Secondo recenti ricerche, le tecnologie di produzione additiva rimarranno anche per il 2018 tra quelle che potranno contribuire maggiormente alla diffusione del paradigma 4.0, con impatti dirompenti su diversi processi aziendali, dalla prototipazione (ambito applicativo storico e oramai consolidato) sino alla produzione diretta di componenti e oggetti. LUX Research, società americana specializzata nell’elaborazione di previsioni sull’evoluzione delle tecnologie digitali, sostiene che la stampa 3D sarà nel 2018 la seconda tra le tecnologie a maggiore tasso di crescita e diffusione, alle spalle solo del machine learning.
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Anche i numeri degli anni appena trascorsi fotografano una tecnologia ancora in forte evoluzione, nonostante non sia oramai più giovanissima (la prima stampante 3D fu commercializzata nel lontano 1985). Secondo la società londinese Context, nel 2017, il segmento delle stampanti industriali ha avuto una crescita del 4% rispetto al 2016, dopo 3 anni di sostanziale stallo. Va però sottolineata la forte accelerazione che ha subìto a partire dall’ultimo trimestre del 2017, dove le vendite di stampanti 3D per il mondo manifatturiero/produttivo sono cresciute del 39% rispetto all’anno precedente (+44% in termini di fatturato), anche grazie all’ingresso sul mercato di nuove aziende in grado di offrire tecnologie molto stabili e performanti.
Automotive, aerospaziale, biomedicale tra i settori più attenti
Il comparto che la fa da padrone all’interno del mondo delle stampanti 3D industriali è certamente quello relativo alle attrezzature in grado di lavorare il metallo. I nuovi player (come per esempio GE Additive) hanno impresso un significativo boost allo sviluppo della tecnologia di sinterizzazione/fusione, portando questi sistemi di produzione ad essere impiegati con una certa costanza in contesti come l’automotive, l’aerospaziale e il biomedicale, aprendo a nuove possibilità in settori meno maturi come quello della robotica e del machinery. I numeri, elaborati sia da Wohlers sia da Context, certificano questa ulteriore diffusione: nell’ultimo trimestre del 2017 le vendite sono aumentate di un valore tra il 60% e l’80%, per un totale di circa 1.800 stampanti 3D per il metallo distribuite nel solo 2017.
In questo contesto di continua crescita e evoluzione, sono ancora molte le difficoltà per chi vuole approcciare questa tecnologia. Quali materiali sono effettivamente lavorabili? Quali benefici si possono raggiungere sostituendo (o meglio affiancando) le tecnologie di produzione tradizionali? Quali sono le proprietà meccaniche, fisiche e chimiche dei prodotti realizzati tramite un processo additivo? Quanto costano questi sistemi di produzione?
Non servono ulteriori elementi per certificare l’estrema complessità legata all’impiego della tecnologia (dovuti anche ad una limitata presenza di competenze), ma ai più scettici si consiglia di prendere visione dell’hype cycle 2017 di Gartner, nel quale vengono esplosi gli ambiti applicativi ed i settori di impiego della manifattura additiva. (da segnalare: Per i non addetti ai lavori, destreggiarsi tra tecnologie in fase embrionale e tecnologie mature, tra ambiti di applicazione consolidati e altri ancora in fase prototipale, è davvero molto difficile.
Un concreto aiuto per le imprese arriva da IQ Consulting, spin-off dell’Università degli Studi di Brescia, che da anni si occupa della trasformazione digitale dei processi aziendali, con una conoscenza radicata nelle tecnologie additive.
La spin-off ha rilasciato qualche giorno fa il proprio tool online, pensato per le imprese che sono alla ricerca di indicazioni concrete circa l’applicabilità delle tecnologie additive per i propri componenti e prodotti. Collegandosi al sito CheckupStampa3d.it , ed inserendo poche informazioni quali-quantitative relative a 3 elementi chiave
- volumi di produzione
- complessità
- livello di personalizzazione
sarà possibile ricevere un report che illustrerà il livello di applicabilità delle tecnologie di stampa 3D, per ciascun componente / prodotto inserito.
Per i più esigenti, al termine di una prima fase completamente gratuita, sarà possibile accedere ad una sezione a pagamento in cui la spin-off andrà ad incrociare i fabbisogni indicati con le potenzialità delle tecnologie additive disponibili sul mercato, esplicitando in output il binomio stampante-materiale in grado di soddisfarli al meglio, con illustrazione della relativa fascia di investimento, qualora l’azienda intendesse valutare l’internalizzazione della tecnologia prescelta.
Massimo Zanardini e Andrea Bacchetti di IQ Consulting Spin-Off dell’Università di Brescia
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