“Il mercato dell’Internet delle cose ha raggiunto nel 2017 i 3,7 miliardi di euro, confermando il forte trend di crescita con un incremento del 32% sul 2016″. Sono queste le parole del Direttore dell’Osservatorio Internet of Things Giulio Salvadori, in occasione della presentazione dell’edizione 2018 dell’Osservatorio stesso.
Dalla ricerca, i cui risultati sono analizzati in dettaglio in questo articolo pubblicato su www.internet4things.it, emerge chiaramente come l’Industria 4.0 sia un chiaro esempio di come il lavoro sui dati dell’IoT, o meglio, appunto, dell’Industrial IoT possa essere indirizzato verso nuove forme di valorizzazione. Da una analisi dei progetti di Industrial IoT più diffusi in Italia, si evidenzia infatti come le applicazioni oggi più significative sono espressamente legate a soluzioni per valorizzazione in real time di data analytics. In particolare le soluzioni per la gestione dell’avanzamento della produzione (31% dei casi), per la manutenzione preventiva (28%) e per fornire supporto agli operatori nello svolgimento delle attività sulla linea di produzione (22%) a cui seguono le soluzioni per l’efficienza energetica nella fabbrica e per il controllo di qualità.
L’Industrial IoT è in grado di generare un enorme patrimonio di dati all’interno degli impianti di produzione, nelle imprese e nelle filiere, dati che possono contribuire a un ripensamento delle supply chain. Con l’IoT è possibile gestire il monitorare in real time di un impianto di produzione lavorando su dati utili appunto alla manutenzione predittiva o a definire nuovi modelli di erogazione del servizio di produzione con modelli di pricing, basati sull’analisi di effettivo utilizzo delle macchine e dei principali carichi di lavoro, che possono portare i macchinari in azienda senza un vero “costo di acquisto” ma con un costo di utilizzo basato sulle performance.
L’ora della service transformation
Ed è proprio nel rapporto sempre più stretto tra Internet of Things e dati che prende corpo il grande tema e il mercato dei servizi. La “mitica” manutenzione predittiva, ormai una sorta di paradigma del passaggio da prodotto a servizio nella forma di gestione della service transformation delle imprese ed esempio, forse anche un po’ abusato, di un modello di Impresa 4.0 che “facendo parlare” le macchine permette di gestirne da remoto tutte le funzionalità sino al punto di prevenire i malfunzionamenti e gestire, in forma preventiva, la manutenzione. Dalla gestione della manutenzione alla macchina come servizio il passo non è breve, ma è certamente un punto di passaggio strategico.
Manutenzione preventiva a parte i servizi rappresentano il 34% del valore del mercato con 1,25 miliardi di euro, e con una potente crescita (52%) rispetto al 2016, favorita da un altrettanto potente processo di innovazione a livello di servizi stessi che partono dal “livello entry” della installazione di oggetti smart e dall’invio di notifiche come avvertimento nel caso si verificano situazioni di emergenza alla gestione dei dati in cloud. Con la già citata manutenzione predittiva nell’Industria 4.0, con il monitoraggio in real time del funzionamento di impianti con lo Smart Asset Management nell’ambito della building automation si è sviluppato un mercato di servizi che mettono a disposizione macchine e sistemi in forma di servizio con modelli di pricing basati sull’effettivo utilizzo dei sistemi in vari contesti, a partire dal monitoraggio degli impianti nella Smart Factory al controllo delle soluzioni per l’arredo urbano ad esempio nel caso della raccolta dei rifiuti che può essere programmata in funzione dell’effettivo riempimento dei cestini evitando viaggi inutili in una prospettiva di Smart City che gestisce in modo sempre più efficiente le proprie risorse.