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L’industria al centro delle priorità della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “L’UE sarà la casa delle opportunità e dell’innovazione”

Nel discorso al Parlamento europeo che ha preceduto la riconferma alla presidenza della Commissione europea Ursula von der Leyen ha delineato le linee programmatiche del suo mandato per i prossimi 5 anni. “La nostra prima priorità saranno la prosperità e la competitività”, ha detto. Entro i primi 100 giorni arriverà la proposta di un nuovo “Clean Industrial Deal”. Annunciate anche nuove misure anche per attrarre più investimenti pubblici e privati, sostenere le startup europee e promuovere la competitività delle imprese UE. Nell’articolo trovate anche la traduzione del testo integrale del discorso di von der Leyen.

Pubblicato il 18 Lug 2024

Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea


La trasformazione sostenibile dell’industria e gli investimenti in tecnologie ed energia green saranno tra le priorità della nuova Commissione europea, così come ha confermato la Presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso al Parlamento europeo che ha preceduto la riconferma del suo ruolo di capo dell’istituzione per i prossimi 5 anni.

Von der Leyen, rieletta con 401 voti a favore, 284 contrari (tra cui gli eurodeputati italiani di Fratelli d’Italia) e 15 astenuti, ha infatti dichiarato che nei primi 100 giorni del suo secondo mandato la Commissione presenterà un nuovo patto per l’industria pulita (Clean Industrial Deal) per sostenere la transizione green di tutta l’industria e in particolar modo dei settori altamente energivori.

Nel suo discorso, la Presidente ha parlato anche della necessità di rafforzare il Mercato Unico europeo, snellendo molti obblighi burocratici e misure ad hoc per le PMI. Tra le priorità della Commissione anche un nuovo Fondo europeo per la competitività.

Un nuovo accordo per l’industria pulita

La proposta di un nuovo accordo pr l’industria pulita arriverà, secondo quanto detto da von der Leyen, entro i primi 100 giorni del suo nuovo mandato.

L’obiettivo è  canalizzare gli investimenti in infrastrutture e industria, in particolare per i settori ad alta intensità energetica, costruendo sui risultati ottenuti negli ultimi cinque anni.

“Nel primo semestre di quest’anno, il 50% della nostra produzione di energia elettrica è pervenuta da fonti rinnovabili, autoctone e pulite”, ha spiegato von der Leyen.

“Gli investimenti in tecnologie pulite in Europa sono più che triplicati in questo mandato. Attiriamo più investimenti nell’idrogeno pulito di Stati Uniti e Cina messi insieme. Infine, negli ultimi anni abbiamo concluso con partner globali 35 nuovi accordi su tecnologie pulite, idrogeno e materie prime critiche”, ha aggiunto.

Il nuovo accordo per l’industria pulita sarà anche strumentale a posizionare l’industria europea ai vertici della transizione sostenibile nello scacchiere internazionale e accelererà la pianificazione, le gare d’appalto e le autorizzazioni.

“Dobbiamo essere più veloci e semplici. Perché l’Europa sta decarbonizzando e industrializzando allo stesso tempo. Le nostre aziende hanno bisogno di prevedibilità, sia per i loro investimenti che per l’innovazione. E sì, possono contare su di noi”, ha aggiunto von der Leyen.

Un sostegno che arriva però anche con un monito: le imprese devono pianificare già da oggi gli investimenti per il prossimo decennio, perché l’UE andrà avanti nell’implementazione del Green Deal per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati al 2030, 2040 e 2050.

Per von der Leyen sin tratta di una questione di equità intergenerazionale prima che di competitività. Ed è per questo che l’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni di CO2 entro il 2040 – strumentale al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 – verrà inserito nella Legge Europea sul Clima.

Più investimenti pubblici e privati: le proposte per fare dell’UE “la casa delle opportunità e dell’innovazione”

Altra priorità del secondo mandato di von der Leyen sarà continuare a lavorare per rendere l’Europa più competitività, attirando maggiori investimenti, mettendo l’accento non solo sui settori tradizionali come l’agricoltura e l’industria, ma anche sulle tecnologie digitali e strategiche, e soprattutto sulle competenze delle persone.

“Questo mandato deve essere il tempo degli investimenti”, ha detto.

A cominciare da lìl completamento dell’Unione dei Mercati dei Capitali per mobilitare più finanziamenti privati. Attualmente, ogni anno, 300 miliardi di euro dei risparmi delle famiglie europee finiscono nei mercati esteri a causa della frammentazione del mercato dei capitali europeo. Denaro che, ha spiegato la Presidente, viene spesso utilizzato per acquistare aziende europee innovative dall’estero.

“Questo deve cambiare. Le start-up europee non dovrebbero dover guardare agli Stati Uniti o all’Asia per finanziare la loro espansione. Devono trovare ciò di cui hanno bisogno per crescere proprio qui in Europa. L’Europa deve essere la casa delle opportunità e dell’innovazione”, ha spiegato.

Per affrontare questa sfida la Commissione proporrà l’istituzione di “un’Unione europea del risparmio e degli investimenti“, supportata da una politica della concorrenza che supporti le aziende nella loro scalata.

Alle misure rivolte a stimolare gli investimenti privati dovranno affiancarsi quelle per gli investimenti pubblici, soprattutto in vista dell’esaurimento dei fondi del programma NextGenerationEU e delle risorse, sempre troppo limitate, del budget dell’UE.

“Abbiamo bisogno di maggiore capacità di investimento,” ha dichiarato, annunciando che il nuovo bilancio sarà rafforzato e dovrà essere più focalizzato sulle politiche, più semplice per gli Stati membri e più incisivo.

Nell’ambito di questa strategia, von der Leyen ha presentato la proposta di un nuovo Fondo Europeo per la Competitività. Questo fondo sarà incentrato su progetti europei comuni e transfrontalieri che stimoleranno la competitività e l’innovazione, con particolare attenzione al sostegno del Clean Industrial Deal.

“Dobbiamo garantire che sviluppiamo tecnologie strategiche e le produciamo qui, in Europa. Dal’AI alla tecnologia pulita, il futuro della nostra prosperità deve essere fatto in Europa,” ha concluso.

Il testo integrale del discorso di Ursula von der Leyen

Qui di seguito trovate una traduzione (non ufficiale) del discorso che Ursula von der Leyen ha tenuto davanti al Parlamento Europeo. La versione originale in Inglese è disponibile qui. I grassetti sono nostri.

Caro Presidente Metsola, cara Roberta,

Per prima cosa, vorrei congratularmi con lei dal profondo del mio cuore per la sua rielezione. Il suo successo è lo specchio del lavoro straordinario che ha svolto in questa Casa della Democrazia Europea.

Onorevoli membri,

Sono ormai cinque anni che sono venuta per la prima volta a chiedere la vostra fiducia. Cinque anni come nessun altro nella storia della nostra Unione. Ricorderò sempre i momenti emozionanti che abbiamo condiviso insieme in questo emiciclo. Da quando mi sono presentata di fronte a voi, chiedendo la vostra fiducia cinque anni fa, alla proposta di NextGenerationEU. Dalle apparizioni del Presidente Zelenskyy, quando persino i traduttori non sono riusciti a trattenere le lacrime, alla sedia vuota lasciata in modo toccante per Alexei Navalny mentre sua figlia parlava a suo nome. Dai momenti di silenzio per coloro che abbiamo perso nella pandemia ai momenti di canto per l’Inno alla gioia o Auld Lang Syne. E non dimenticherò mai le ultime parole di David Sassoli che chiedeva un’Europa più unita. Questo Parlamento comprende il peso della storia di questo momento.

Onorevoli membri,

Le scelte sono i cardini del destino. E in un mondo pieno di avversità, il destino dell’Europa dipende da cosa faremo dopo. Nonostante le cose importanti che abbiamo fatto e superato, l’Europa ora si trova di fronte a una scelta chiara. Una scelta che plasmerà il nostro lavoro per 5 anni e definirà il nostro posto nel mondo per i prossimi 50. La scelta si riduce a se saremo plasmati dagli eventi e dal mondo che ci circonda o se ci uniremo e costruiremo il nostro futuro per noi stessi. E quella scelta è nostra. L’Europa non può controllare dittatori e demagoghi in tutto il mondo, ma può scegliere di proteggere la propria democrazia. L’Europa non può determinare le elezioni in tutto il mondo, ma può scegliere di investire nella sicurezza e nella difesa del proprio continente. L’Europa non può fermare il cambiamento, ma può scegliere di abbracciarlo investendo in una nuova era di prosperità e migliorando la nostra qualità di vita.

Ma, Onorevoli Membri, per scegliere l’Europa di domani, dobbiamo riconoscere come si sentono le persone oggi. Siamo in un periodo di profonda ansia e incertezza per gli europei. Le famiglie stanno soffrendo per il costo della vita e degli alloggi. I giovani sono preoccupati per il pianeta, il loro futuro e la prospettiva della guerra. Le aziende e gli agricoltori si sentono schiacciati. Tutto questo è un sintomo di un mondo in cui tutto è trasformato in un’arma e contestato. Dove c’è un chiaro tentativo di dividere e polarizzare le nostre società. Sono profondamente preoccupata per queste tendenze. Ma sono convinta che l’Europa – un’Europa forte – possa affrontare la sfida. Ed è per questo che oggi chiedo la vostra fiducia. Perché, proprio come voi, sono entrata in politica per fare la differenza per tutta la società, per realizzare qualcosa per la generazione dei miei figli e nipoti. Come hanno fatto coloro che ci hanno preceduto. Sono convinta che la versione dell’Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con tutte le sue imperfezioni e disuguaglianze, sia ancora la migliore versione della storia. Non starò mai a guardare mentre viene distrutta dall’interno o dall’esterno. Non permetterò mai che l’estrema polarizzazione delle nostre società diventi accettata. E non accetterò mai che demagoghi ed estremisti distruggano il nostro stile di vita europeo. E sono qui oggi pronta a guidare questa lotta con tutte le forze democratiche qui in questa Casa.

Onorevoli membri,

Questa è la visione che ho esposto nelle mie Linee guida politiche. Una visione di un’Europa più forte che porti prosperità, protegga le persone e difenda la democrazia. Un’Europa più forte che garantisca equità sociale e sostenga le persone. Un’Europa più forte che attui ciò che concorda in modo equo. E che rispetti gli obiettivi del Green Deal europeo con pragmatismo, neutralità tecnologica e innovazione. Ho ascoltato attentamente le forze democratiche in questo Parlamento e sono convinto che queste Linee guida riflettano quanto abbiamo in comune, nonostante le differenze che sono sane in ogni democrazia.

Onorevoli membri,

La nostra prima priorità sarà la prosperità e la competitività. Negli ultimi cinque anni abbiamo superato la tempesta più violenta nella storia economica della nostra Unione. Siamo emersi più forti dallo shock dei lockdown e abbiamo superato una crisi energetica senza precedenti. Ce l’abbiamo fatta insieme e credo che possiamo esserne orgogliosi. Ma sappiamo anche che la nostra competitività ha bisogno di una spinta importante. I fondamenti dell’economia globale stanno cambiando. Chi resta fermo resterà indietro. Chi non è competitivo sarà dipendente. La gara è iniziata e voglio che l’Europa cambi marcia. E questo inizia rendendo le attività commerciali più facili e veloci. Dobbiamo approfondire il nostro mercato unico in tutti i settori. Abbiamo bisogno di meno rendicontazione, meno burocrazia e più fiducia, una migliore applicazione e permessi più rapidi. E mi assicurerò che ne saremo responsabili. Perché solo ciò che viene misurato viene fatto. Pertanto, incaricherò ogni Commissario di approfondire il proprio portafoglio e di realizzare concretamente la riduzione degli oneri. E nominerò un Vicepresidente per coordinare questo lavoro e riferire sui progressi a questa Camera una volta all’anno. Introdurrò anche un nuovo controllo sugli effetti sulle PMI e sulla competitività come parte del nostro kit di strumenti Better Regulation. Sappiamo tutti che non c’è Europa senza PMI. Sono il cuore della nostra economia. Pertanto, liberiamoci della gravosa microgestione e diamo loro più fiducia e incentivi migliori.

Onorevoli membri,

Permettetemi di darvi alcune cifre. Per cominciare: nella prima metà di quest’anno, il 50% della nostra generazione di elettricità è venuta da fonti rinnovabili – domestiche e pulite. Gli investimenti in tecnologie pulite in Europa sono più che triplicati in questo mandato. Attiriamo più investimenti nell’idrogeno pulito di quanto facciano gli Stati Uniti e la Cina messi insieme. Infine, negli ultimi anni, abbiamo concluso con partner globali 35 nuovi accordi su tecnologie pulite, idrogeno e materie prime critiche. Questo è il Green Deal europeo in azione. Quindi voglio essere chiara. Resteremo sulla rotta della nostra nuova strategia di crescita e degli obiettivi che abbiamo fissato per il 2030 e il 2050. Il nostro obiettivo ora sarà l’implementazione e l’investimento per realizzarlo sul campo. Per questo presenterò un nuovo Clean Industrial Deal nei primi 100 giorni. Incanalerà gli investimenti in infrastrutture e industria, in particolare per i settori ad alta intensità energetica. Ciò contribuirà a creare mercati leader in tutto, dall’acciaio pulito alla tecnologia pulita e accelererà la pianificazione, le gare d’appalto e i permessi. Dobbiamo essere più veloci e più semplici. Perché l’Europa sta decarbonizzando e industrializzando allo stesso tempo. Le nostre aziende hanno bisogno di prevedibilità, per i loro investimenti e innovazione. E sì, possono contare su di noi. In questa logica, sanciremo il nostro obiettivo del 90% per il 2040 nella nostra Legge sul Clima Europea. Le nostre aziende devono pianificare i loro investimenti per il prossimo decennio già oggi. E questo non riguarda solo il business. Per i nostri giovani, il 2030, il 2040, il 2050 sono dietro l’angolo. Sanno che dobbiamo conciliare la protezione del clima con un’economia prospera. E non ci perdonerebbero mai se non affrontassimo la sfida. Quindi, non è solo una questione di competitività, ma anche una questione di equità intergenerazionale. I giovani lo meritano.

Il nuovo Clean Industrial Deal contribuirà anche ad abbassare le bollette energetiche. Sappiamo tutti che i prezzi dell’energia strutturalmente elevati ostacolano la nostra competitività. E le bollette energetiche elevate sono un fattore importante della povertà energetica per le persone. Non ho dimenticato come Putin ci ha ricattato tagliandoci fuori dai combustibili fossili russi. Ma abbiamo resistito insieme. Abbiamo investito massicciamente in energie rinnovabili economiche di produzione nazionale. E questo ci ha permesso di liberarci dagli sporchi combustibili fossili russi. Pertanto, insieme, faremo in modo che l’era della dipendenza dai combustibili fossili russi finisca. Una volta per tutte.

Onorevoli membri,

L’Europa ha bisogno di più investimenti dall’agricoltura all’industria, dal digitale alle tecnologie strategiche, ma anche di più investimenti nelle persone e nelle loro competenze. Questo mandato deve essere il momento degli investimenti. Si inizia con il completamento della nostra Unione dei mercati dei capitali e la mobilitazione di più finanziamenti privati. Ogni anno 300 miliardi di euro di risparmi delle famiglie europee vanno dall’Europa ai mercati esteri, perché il nostro mercato dei capitali è troppo frammentato. E poi questo denaro viene spesso utilizzato per acquistare aziende europee innovative dall’estero. Questo deve cambiare. Dobbiamo sfruttare questa enorme ricchezza per creare crescita qui in Europa. Ecco perché proporremo un’Unione europea del risparmio e degli investimenti. Le start-up europee non dovrebbero aver bisogno di guardare agli Stati Uniti o all’Asia per finanziare la loro espansione. Devono trovare ciò di cui hanno bisogno per crescere proprio qui in Europa. Abbiamo bisogno di un mercato dei capitali profondo e liquido. E abbiamo bisogno di una politica di concorrenza che sostenga le aziende a crescere. L’Europa deve essere la patria delle opportunità e dell’innovazione.

Onorevoli membri,

Per liberare gli investimenti privati, abbiamo anche bisogno di finanziamenti pubblici. Sì, abbiamo le risorse in NextGenerationEU e nel bilancio attuale. Ma questo finirà entro i prossimi anni. Mentre le nostre esigenze di investimento non finiranno. Abbiamo bisogno di una maggiore capacità di investimento. Il nostro nuovo bilancio sarà rafforzato. Deve essere più incentrato sulle politiche, più semplice per gli Stati membri e più incisivo, in modo che possiamo usare il suo potere per fare leva su più finanziamenti privati ​​e pubblici. E proporrò un nuovo Fondo europeo per la competitività. Sarà incentrato su progetti europei comuni e transfrontalieri che guideranno la competitività e l’innovazione, in particolare per supportare il Clean Industrial Deal. Garantirà che sviluppiamo tecnologie strategiche e le produciamo qui, in Europa. Quindi, dall’intelligenza artificiale alla tecnologia pulita, il futuro della nostra prosperità deve essere fatto in Europa.

Onorevoli membri,

Dobbiamo anche investire di più nella nostra sicurezza e difesa. La Russia è ancora all’offensiva nell’Ucraina orientale. Stanno puntando su una guerra di logoramento per rendere il prossimo inverno ancora più duro dell’ultimo. La Russia sta puntando sul fatto che l’Europa e l’Occidente si ammorbidiscano. E alcuni, in Europa, stanno giocando. Due settimane fa, un Primo Ministro dell’UE è andato a Mosca. Questa cosiddetta missione di pace non era altro che una missione di appeasement. Solo due giorni dopo, i jet di Putin hanno puntato i loro missili contro un ospedale pediatrico e un reparto maternità a Kiev. Abbiamo tutti visto le immagini di bambini coperti di sangue e madri che cercavano di portare in salvo i piccoli pazienti oncologici. Quel colpo non è stato un errore. Era un messaggio. Un messaggio agghiacciante dal Cremlino a tutti noi. Quindi, Onorevoli Membri, la nostra risposta deve essere altrettanto chiara. Nessuno desidera la pace più del popolo ucraino. Una pace giusta e duratura. Per un paese libero e indipendente. E l’Europa starà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario.

Signore e signori,

Dobbiamo dare all’Ucraina tutto ciò di cui ha bisogno per resistere e vincere. Ciò comporta scelte fondamentali per il nostro futuro. Per la prima volta da decenni, la nostra libertà è in pericolo. Abbiamo la responsabilità di fare tutto il necessario per proteggere i nostri cittadini europei. Proteggere l’Europa è un dovere dell’Europa. Quindi penso che sia giunto il momento di costruire una vera Unione europea della difesa. Sì, lo so, alcune persone potrebbero non sentirsi a proprio agio con questa idea. Ma ciò che dovrebbe metterci a disagio sono le minacce alla nostra sicurezza. Cerchiamo di essere chiari: gli Stati membri restano responsabili della propria sicurezza nazionale e dei propri eserciti. E la NATO rimane il pilastro della nostra difesa collettiva. Ma lo sappiamo tutti: la nostra spesa per la difesa è troppo bassa e inefficace. Spendiamo troppo all’estero. Dobbiamo quindi creare un mercato unico della difesa. Dobbiamo investire di più in capacità di difesa di alto livello. L’Europa deve cioè andare avanti sulla strada tracciata dalla Dichiarazione di Versailles. Dobbiamo investire di più. Dobbiamo investire insieme. E dobbiamo creare progetti europei comuni. Ad esempio un sistema di difesa aerea completo – “uno scudo aereo europeo”. Non solo per proteggere il nostro spazio aereo. Ma anche come simbolo forte dell’unità europea in materia di difesa.

Onorevoli membri,

La sicurezza non riguarda solo le minacce esterne. Le minacce informatiche e ibride sono in crescita. Le reti criminali organizzate si stanno infiltrando nella nostra economia; la maggior parte di loro usa la corruzione. Stanno causando paura e morte di persone innocenti con la loro brutale violenza. Guadagnano enormi quantità di denaro dal traffico di droga, ransomware, frodi, tratta di esseri umani e non sono limitati dai confini nazionali. È necessario che rispondiamo a questa crescente minaccia a livello europeo. Dobbiamo assicurarci che la polizia possa lavorare in tutta Europa senza confini. Ecco perché proporrò di raddoppiare il personale di Europol e rafforzarne il mandato. Voglio che Europol diventi un’agenzia di polizia veramente operativa.

E dobbiamo anche fare di più per proteggere i nostri confini esterni. In particolare, il nostro confine orientale è diventato un bersaglio per attacchi ibridi e provocazioni. La Russia sta attirando migranti dallo Yemen a nord e li sta spingendo deliberatamente contro il confine finlandese. Dovremmo sempre tenere a mente che il confine di uno Stato membro è un confine europeo. E faremo tutto il possibile per renderlo più forte. Questo è uno dei motivi per cui dobbiamo rafforzare Frontex. Per renderlo più efficace, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali, proporrò di triplicare il numero di guardie costiere e di frontiera europee a 30.000.

Frontiere più sicure ci aiuteranno anche a gestire la migrazione in modo più strutturato ed equo. Il Patto sulla migrazione e l’asilo è un enorme passo avanti. Mettiamo la solidarietà al centro della nostra risposta comune. Le sfide della migrazione richiedono una risposta europea con un approccio equo e fermo basato sui nostri valori. Ricordando sempre che i migranti sono esseri umani come te e me. E tutti noi siamo protetti dai diritti umani. Molti pessimisti pensavano che la migrazione fosse troppo divisiva per essere accettata. Ma abbiamo dimostrato che si sbagliavano. Insieme ce l’abbiamo fatta. E ne siamo usciti più forti. Ora, dobbiamo concentrarci collettivamente sull’attuazione e sul supporto agli Stati membri nel renderla una realtà sul campo. E ci sarà ancora molto da fare. Abbiamo bisogno di un approccio comune sui rimpatri, per renderli più efficaci e dignitosi. E dobbiamo sviluppare le nostre partnership globali, in particolare nel nostro vicinato meridionale. La regione del Mediterraneo dovrebbe ricevere un’attenzione indivisa. Ecco perché nominerò un Commissario per la regione e proporrò una nuova Agenda per il Mediterraneo insieme a Kaja Kallas. Perché il futuro delle due sponde del Mediterraneo è uno solo.

Onorevoli membri,

Il nostro vicinato è la casa del nostro futuro. Invitare i paesi nella nostra Unione è una responsabilità morale, storica e politica. È un’enorme responsabilità geostrategica per l’Europa. Perché nel mondo di oggi un’Unione più grande sarà un’Unione più forte. Rafforzerà la nostra voce nel mondo. Aiuterà a ridurre le nostre dipendenze. E garantirà che democrazia, prosperità e stabilità si diffondano in tutta Europa. Sosterremo i candidati, lavorando su investimenti e riforme e integrandoli dove possibile nei nostri quadri giuridici. L’adesione sarà sempre un processo basato sul merito. E ci assicureremo che tutti i paesi siano pronti, prima di unirsi. Ma completare la nostra Unione è anche nel nostro interesse fondamentale. E sarà una priorità fondamentale per la mia Commissione. La storia chiama ancora una volta. I Balcani occidentali, l’Ucraina, la Moldavia e la Georgia hanno fatto la loro libera scelta. Hanno scelto la libertà anziché l’oppressione. Hanno scelto la democrazia anziché la dipendenza. E alcuni di loro stanno pagando un prezzo alto per questa scelta. Quindi dobbiamo fare la nostra scelta e mostrare un impegno costante. Il loro futuro sarà libero e prospero, all’interno della nostra Unione.

Onorevoli membri,

L’Europa ha la responsabilità di svolgere un ruolo attivo nel mondo, a partire dal nostro vicinato e in particolare in Medio Oriente. Voglio essere chiaro: lo spargimento di sangue a Gaza deve cessare ora. Troppi bambini, donne e civili hanno perso la vita a causa della risposta di Israele al brutale terrore di Hamas. La popolazione di Gaza non può più sopportarlo. L’umanità non può sopportarlo. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco immediato e duraturo. Abbiamo bisogno del rilascio degli ostaggi israeliani. E dobbiamo prepararci il giorno dopo. L’Europa deve fare la sua parte. Abbiamo aumentato massicciamente i nostri aiuti umanitari a quasi 200 milioni di euro nel 2024. E faremo di più. Stiamo ora lavorando a un pacchetto pluriennale molto più ampio per sostenere un’Autorità Palestinese efficace. La soluzione dei due stati è il modo migliore per garantire la sicurezza di entrambi, israeliani e palestinesi. La popolazione del Medio Oriente merita pace, sicurezza e prosperità. E l’Europa sarà al loro fianco.

Signore e signori membri,

L’Europa offre una qualità della vita unica. Dalla sicurezza sociale completa ai cibi regionali di prima qualità. I campi di colza, i vigneti e i frutteti non significano solo buon cibo e bevande, ma sono parte della nostra casa. Ecco perché il futuro dell’agricoltura è un tema così importante e sensibile per noi in Europa. Dobbiamo riuscire a superare le contraddizioni e sviluppare buone soluzioni insieme a tutte le parti interessate. Per questo ho avviato il Dialogo Strategico sul Futuro dell’Agricoltura in Europa. Riunisce agricoltori, gruppi ambientalisti ed esperti dell’intera catena alimentare. Ho promesso di ascoltarli attentamente e di imparare da loro. E lo sto facendo. Accoglierò buone raccomandazioni e presenterò una nuova strategia europea per la nostra agricoltura e il settore alimentare. Mi impegnerò affinché gli agricoltori abbiano un reddito equo. Nessuno dovrebbe essere costretto a vendere buoni alimenti sotto i costi di produzione. Dobbiamo rafforzare la posizione dei nostri agricoltori nella catena del valore del settore alimentare. E abbiamo bisogno di incentivi più intelligenti, più innovazione e accesso al capitale. Chi gestisce in modo sostenibile la natura e la biodiversità e contribuisce a riequilibrare il bilancio del CO2 deve essere adeguatamente ricompensato. I nostri agricoltori modellano i nostri paesaggi. Modellano il volto dell’Europa. Sono parte della nostra cultura. Garantiscono la sicurezza alimentare. E siamo orgogliosi di loro. Per questo dobbiamo affrontare insieme i problemi che li affliggono. Sentono il cambiamento climatico. Eventi meteorologici estremi e scarsità d’acqua li colpiscono sempre di più ogni anno. L’Europa si sta riscaldando il doppio rispetto alla media globale. Vediamo già gli effetti devastanti nei campi e nelle foreste. Il volto delle nostre comunità rurali sta cambiando. Dobbiamo fare di più per prepararci meglio, insieme all’agricoltura, a ciò che il cambiamento climatico ci riserva. Per questo presenterò un piano per l’agricoltura per affrontare l’adattamento necessario al cambiamento climatico e parallelamente una strategia per la gestione sostenibile della preziosa risorsa idrica. Da ciò dipende non solo la nostra sicurezza alimentare, ma anche la nostra competitività complessiva.

Onorevoli membri,

La nostra qualità della vita e il nostro tessuto sociale sono unici. Abbiamo fatto passi avanti storici sul nostro Pilastro dei diritti sociali, dai salari minimi alla prima Garanzia per l’infanzia. Durante la pandemia, abbiamo salvato 40 milioni di posti di lavoro con SURE. E possiamo esserne orgogliosi. Ma sono emerse molte nuove sfide, dall’impatto dell’intelligenza artificiale alla salute mentale sul lavoro e ai nuovi fattori di povertà. Abbiamo bisogno di un nuovo piano d’azione per l’attuazione del Pilastro. Dobbiamo garantire transizioni eque e buone condizioni di lavoro per i lavoratori dipendenti e autonomi. E cruciale per questo è il dialogo sociale, il segno distintivo della nostra economia sociale di mercato. Lavoreremo quindi per aumentare la contrattazione collettiva e rafforzare il dialogo sociale europeo. E affronteremo quei problemi che gli europei avvertono di più nella loro vita quotidiana. Prendiamo l’edilizia abitativa. L’Europa sta affrontando una crisi abitativa, con persone di tutte le età e famiglie di tutte le dimensioni colpite. Prezzi e affitti stanno salendo alle stelle. Le persone stanno lottando per trovare case a prezzi accessibili. Ecco perché, per la prima volta, nominerò un Commissario con responsabilità diretta per l’edilizia abitativa. Svilupperemo un piano europeo per l’edilizia abitativa accessibile, per esaminare tutti i fattori scatenanti della crisi e per aiutare a sbloccare gli investimenti privati ​​e pubblici necessari. In genere, l’edilizia abitativa non è considerata una questione europea. Qualcuno potrebbe dire che non dovremmo essere coinvolti. Ma voglio che questa Commissione sostenga le persone dove è più importante. Se è importante per gli europei, è importante per l’Europa.

Onorevoli membri,

Questo è il modo in cui possiamo rafforzare la nostra società. Questo significa garantire che ogni regione, in ogni parte d’Europa, sia supportata. Nessuno viene lasciato indietro. Mi impegno a una politica di coesione forte, progettata insieme a regioni e autorità locali. Voglio che l’Europa sia il miglior posto in cui crescere e il miglior posto in cui invecchiare. Dobbiamo permettere ai giovani di sfruttare al massimo le libertà dell’Europa, da un Erasmus+ più forte a un maggiore coinvolgimento dei cittadini. Ma dobbiamo anche fare di più per proteggere i giovani. L’infanzia e l’adolescenza sono il periodo in cui si forma il nostro carattere, si sviluppa la nostra personalità e il nostro cervello è modellato da stimoli ed emozioni. Questo è un periodo di sviluppo straordinario ma anche di reale vulnerabilità. E vediamo sempre più segnalazioni su quella che alcuni chiamano una crisi di salute mentale. Dobbiamo arrivare al fondo di questo. Credo che i social media, il tempo eccessivo davanti agli schermi e le pratiche addictive abbiano avuto il loro ruolo. Il mio cuore si spezza quando leggo di giovani che si fanno del male o addirittura si tolgono la vita a causa degli abusi online. Penso a quei momenti finali e al dolore che devono aver provato. Penso ai loro genitori e ai loro amici. E questo è devastante. Non possiamo mai accettare questo nella nostra società. Affronteremo la piaga del cyberbullismo. Prenderemo provvedimenti contro il design addictive di alcune piattaforme. E convocheremo la prima indagine a livello europeo sull’impatto dei social media sul benessere dei giovani. Lo dobbiamo a loro. E non ci fermeremo finché non avremo fatto il nostro dovere nei loro confronti.

Onorevoli membri,

Una delle scelte più fondamentali che dobbiamo affrontare è che tipo di società vogliamo per i nostri figli e nipoti. E in particolare per le nostre figlie e nipoti. Per quanto riguarda i diritti delle donne, abbiamo raggiunto insieme l’impensabile, grazie alla straordinaria solidarietà in questa Casa della Democrazia Europea, al di là delle linee di partito. Dopo dieci anni di lotta, abbiamo sbloccato la direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione. Abbiamo ottenuto enormi progressi sulla trasparenza salariale: non c’è la minima ragione per cui le donne debbano essere pagate meno degli uomini per lo stesso lavoro! Ma c’è ancora molto da fare. Fermare l’aumento della violenza contro le donne. Conciliare cura e carriera, non solo per le donne, ma le donne sono le più colpite. Colmare il divario tra retribuzione e pensioni. Non è una coincidenza che la povertà in età avanzata abbia un volto femminile. E c’è ancora molto da fare. Quindi lavoriamo insieme per sviluppare una Roadmap per i diritti delle donne. Continuiamo ad andare avanti. Se non ora, quando?

Signore e signori,

La democrazia è il nostro tesoro comune. È il quadro entro cui le nostre differenze e i nostri disaccordi possono essere espressi. Questo quadro è tanto vitale quanto fragile. Per molto tempo, lo abbiamo dato per scontato. Siamo diventati democratici di comodo. Ma oggi, le nostre democrazie sono minacciate. La Russia conduce una guerra senza tregua, sul suolo europeo, in Ucraina, da oltre due anni. Ovunque nell’Unione, e all’interno delle nostre stesse istituzioni, i nostri servizi e i giornalisti, di cui voglio qui salutare il lavoro, rivelano casi di spionaggio, attacchi informatici, corruzione, campagne di disinformazione condotte da attori stranieri, in particolare russi e cinesi. Mai da decenni il livello di minacce e attacchi ibridi è stato così alto. All’interno della Commissione, siamo pienamente consapevoli di questa situazione e agiamo con responsabilità da molti anni. Un enorme lavoro di analisi è stato svolto e sono stati implementati i primi strumenti efficaci, in buona cooperazione con gli Stati membri. Ma dobbiamo andare oltre. Dobbiamo impedire agli attori stranieri ostili di interferire nei nostri processi democratici, di minarli e infine, di distruggerli. Per questo, dobbiamo prendere misure forti a livello europeo.

Se mi date la vostra fiducia oggi, la Commissione proporrà uno Scudo europeo per la democrazia. L’Unione ha bisogno di una propria struttura dedicata alla lotta alla manipolazione delle informazioni e alle interferenze straniere. Questa struttura riunirà tutte le competenze e garantirà il collegamento e il coordinamento con le agenzie nazionali esistenti. Le capacità di intelligence, rilevamento, azione e anche sanzioni devono essere rafforzate. Lo Scudo terrà conto delle raccomandazioni derivanti dal lavoro svolto qui dalle Commissioni speciali sull’interferenza straniera, per proteggere meglio le nostre democrazie. È urgente dotare l’Unione Europea di strumenti di difesa informatica efficaci, imporre come regola comune la trasparenza dei finanziamenti esteri nella nostra vita pubblica, ma anche garantire un quadro informativo affidabile. Per fare questo, l’Unione deve sostenere il giornalismo indipendente, continuare a far rispettare le regole sui giganti digitali e incoraggiare sempre più i programmi di educazione ai media. La democrazia europea deve essere più partecipativa, più vivace. La società civile è meglio aiutata e difesa. So di poter contare sul vostro sostegno per realizzare questo grande piano in difesa della democrazia europea.

Onorevoli membri,

Ma intensificheremo anche il nostro lavoro per difendere tutte le parti della nostra democrazia. Proteggeremo i nostri media liberi e la società civile. Lo stato di diritto e la lotta alla corruzione saranno al centro del nostro lavoro. Rafforzeremo tutti i nostri strumenti e intensificheremo la nostra applicazione. Ci assicureremo che il nostro rapporto sullo stato di diritto si concentri sulla dimensione del mercato unico per aiutare a proteggere le aziende. E manterremo un principio molto chiaro nel nostro bilancio. Rispettare lo stato di diritto è un must per i fondi UE. In questo bilancio e in futuro, con il meccanismo di condizionalità. Non è negoziabile. Perché questo è il fulcro del nostro stile di vita europeo.

Onorevoli membri,

La nostra Unione e la nostra democrazia sono un continuo work in progress. E c’è molto altro che possiamo fare. Abbiamo bisogno di un ambizioso programma di riforme per garantire il funzionamento di un’Unione più grande e per aumentare la legittimità democratica. Mentre le riforme erano necessarie prima, con l’allargamento diventano indispensabili. Dobbiamo usare questo come catalizzatore per il cambiamento in termini di capacità di agire, politiche e bilancio. Ci concentreremo ovviamente su ciò che possiamo già fare, e c’è molto. Ma dovremmo essere più ambiziosi. Credo che abbiamo bisogno di una modifica del trattato laddove possa migliorare la nostra Unione. E voglio lavorare su questo con questa Camera. E questo farà parte di una partnership più stretta tra la Commissione e il Parlamento. Ho ascoltato le vostre richieste e preoccupazioni. Continuo a sostenere il vostro diritto di iniziativa e aumenteremo la nostra cooperazione sulle risoluzioni dell’articolo 225 per garantire il follow-up. Quindi sono pronto a lavorare su tutte le parti della nostra partnership. Dobbiamo rivedere l’accordo quadro per garantire maggiore trasparenza, maggiore responsabilità e maggiore presenza nel Parlamento. Quando tutte le istituzioni si muovono insieme, anche l’Europa va avanti.

Onorevoli membri,

All’inizio del suo secondo mandato Jacques Delors disse: «La nostra Comunità non è solo frutto della storia e della necessità, ma anche della volontà». Questa è la scelta fondamentale che ci troviamo di fronte. La storia continuerà a bussare alla porta dell’Europa. Il bisogno di Europa sarà più forte che mai. La nostra determinazione deve essere all’altezza. Questo è ciò che ha unito il nostro continente. Non le imperscrutabili forze del destino, ma il potere delle persone che lottano per ottenere di più. Come i tre prigionieri sull’isola di Ventotene negli anni ’40 che hanno delineato la visione di un continente unito. E la generazione del dopoguerra, che ha costruito la pace sul carbone e sull’acciaio. Persone che si sono schierate disarmate di fronte ai carri armati sovietici, che hanno messo garofani nei fucili e hanno abbattuto un muro a mani nude. Persone che rischiano ancora la vita oggi, per questo sogno chiamato Europa. Generazione dopo generazione hanno fatto sì che l’Europa scegliesse un’Europa forte. E ora questa responsabilità spetta a noi. Gli ultimi cinque anni hanno dimostrato cosa possiamo fare insieme. Facciamolo di nuovo. Facciamo la scelta della forza. Facciamo la scelta della leadership. Facciamo la scelta dell’Europa.

Grazie e lunga vita all’Europa.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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