TRANSIZIONE GREEN

La sostenibilità ambientale come opportunità: le esperienze di Eco Store, Bazzica, Itema e Boxy System

La transizione verso un modello sostenibile e circolare di generazione del valore apre alle aziende importanti opportunità che, se adeguatamente colte, possono promuovere innovazione e competitività. Le testimonianze di Eco Store, Bazzica, Itema e Boxy System.

Pubblicato il 16 Apr 2024

MADE Point of View
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In un contesto dove l’industria, e la società tutta, è chiamata ad accelerare gli sforzi verso la transizione sostenibile (nella sua accezione ambientale, sociale ed economica), la decarbonizzazione dei processi, l’integrazione delle energie rinnovabili nelle reti elettriche e un utilizzo più responsabile delle risorse rappresentano tre sfide cruciali che le imprese sono chiamate ad affrontare.

Se la portata di queste sfide è molto significativa, la transizione verso un modello sostenibile e circolare di generazione del valore apre alle aziende importanti opportunità che, se adeguatamente colte, possono promuovere innovazione e competitività. Ma come fare per cavalcare con successo questa trasformazione?

Di questo si è parlato nell’ultimo “aperitivo tecnologico” organizzato da MADE – Competence Center Industria 4.0, che ha analizzato le tematiche chiave e le sfide legate a questa transizione mostrando come già oggi sia possibile intraprendere percorsi di sostenibilità ambientale.

Sfide e trasformazioni nel panorama energetico: verso un futuro sostenibile

Nell’attuale contesto di trasformazione ambientale, l’Italia e gli altri Paesi europei si trovano di fronte a sfide significative riguardanti la produzione e il consumo energetico.

Una delle questioni centrali è la necessità di modificare radicalmente le fonti energetiche: attualmente, petrolio, carbone e gas naturale dominano il mix energetico, nonostante le discussioni sull’urgenza di una transizione verso fonti più sostenibili risalgano alla fine degli anni ’70.

L’International Energy Agency (IEA) nel 2023 evidenzia che oltre la metà del consumo energetico globale si basa ancora su fonti fossili, sottolineando la lentezza del cambiamento verso pratiche più sostenibili.

Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, si prospetta uno scenario al 2050 in cui il mix energetico dovrà evolversi significativamente per arrivare a un bilancio netto zero di emissioni. Questo scenario prevede un impiego ridotto delle fonti fossili, limitato a specifici processi produttivi, e una massiccia crescita dell’energia rinnovabile, delineando un cambio di paradigma sia nella produzione che nel consumo di energia.

“La situazione attuale nei diversi Paesi europei mostra un quadro eterogeneo: l’Italia, ad esempio, dipende per il 63% da fonti fossili, mentre la Francia si affida per il 67% all’energia nucleare e la Spagna presenta una combinazione di fonti fossili (24%) e nucleare (22%)”, ha spiegato Davide Chiaroni, Professore del Politecnico di Milano – Dipartimento ingegneria gestionale e co-fondatore del Gruppo Energy Strategy.

“L’Italia si è posta l’obiettivo di invertire questa tendenza entro il 2030, mirando a un mix di rinnovabili al 65% e fossili al 35%, evidenziando la portata della trasformazione necessaria”, ha aggiunto.

Tuttavia, affrontare la questione energetica è solo l’inizio di questa trasformazione. Risulta fondamentale discutere di tre aspetti chiave:

  1. il cambiamento richiede investimenti significativi, che non solo offrono nuove opportunità economiche e occupazionali, ma impongono anche la dismissione di infrastrutture esistenti, equilibrando nuovi investimenti con quelli da dismettere
  2. la necessità di rinnovare le infrastrutture energetiche, passando da un modello di generazione centralizzata a uno distribuito, che richiede nuovi modelli e infrastrutture
  3. l’importanza della digitalizzazione dei nuovi asset energetici per ottimizzare il loro funzionamento in modo aggregato, sfruttando le economie di scala e trasformando i consumatori in produttori attivi.

Le sfide legate all’utilizzo delle risorse e la trasformazione verso l’economia circolare

La seconda grande sfida verso la sostenibilità è la necessità di trasformare radicalmente il modo in cui generiamo e consumiamo risorse. A partire dagli anni ’70 l’Earth Overshooting Day – il giorno in cui si esauriscono le risorse che la Terra può rigenerare in un anno -, il nostro modello economico ha eroso il capitale naturale a un ritmo insostenibile.

Il consumo eccessivo di risorse, comprese le terre rare cruciali per settori come le energie rinnovabili e la mobilità elettrica, crea un paradosso: cercando di risolvere problemi ambientali, ne aggraviamo altri. L’economia lineare, che associa crescita a consumo di risorse, non riesce a limitarsi da sola. La soluzione è dunque passare a un’economia circolare, che mira a disaccoppiare il ciclo di vita delle risorse da quello dei prodotti, favorendo il riuso. Tuttavia, nonostante le promesse, l’attuale livello di circolarità globale è solo del 7,2%, indicando che siamo ancora lontani dall’obiettivo di un futuro sostenibile.

“Questa è un’altra sfida altrettanto importante, che apre la strada a nuovi investimenti, con asset da dismettere, nuove tecnologie ma soprattutto nuove interconnessioni tra ecosistemi industriali. Ma queste interconnessioni sono da sviluppare e non tutte sono realizzabili oggi, anche dal punto di vista legislativo”, ha sottolineato Chiaroni.

La finanza sostenibile come volano della trasformazione

L’ultima sfida da affrontare riguarda l’importanza cruciale degli investimenti finanziari nel guidare la transizione verso pratiche più sostenibili. La trasformazione necessaria è così vasta che richiederebbe un impulso significativo per essere realizzata. Qui entra in gioco il ruolo dei capitali finanziari.

Rendendo le iniziative sostenibili non solo attuabili ma anche attraenti dal punto di vista degli investimenti, è infatti possibile indirizzare risorse finanziarie verso processi di trasformazione che accelerino il cambiamento. Questo approccio ha il potenziale di creare un effetto volano, trascinando l’intero ecosistema verso una maggiore sostenibilità.

“È incoraggiante notare che, nel 2023, abbiamo assistito a un punto di svolta: per la prima volta, i criteri di finanziamento tradizionali si sono allineati con i criteri di valutazione ESG (Ambientali, Sociali e di Governance). Questo allineamento segnala un cambiamento significativo nel modo in cui gli investimenti vengono valutati e attuati, dimostrando che quando gli investitori iniziano a muoversi in direzione della sostenibilità, l’intero sistema economico segue”, ha commentato Chiaroni.

Questa convergenza tra finanza e valori ESG rappresenta un passo avanti vitale, mostrando che la strada verso una trasformazione su vasta scala è non solo possibile, ma già in atto, alimentata dalla potente leva degli investimenti sostenibili.

Transizione ambientale, come trasformare le sfide in opportunità: le testimonianze delle aziende

Davanti a queste sfide, certamente complesse, bisogna quindi guardare alle opportunità e ai cambiamenti che già oggi sono in atto e che sono in grado, con questo effetto volano di cui ha parlato il professore, di promulgare il cambiamento all’interno dei vari ecosistemi.

Per dimostrare come questo sia concretamente possibile, l’evento ha coinvolto aziende che si sono già mosse lungo la strada della transizione ambientale e che, attraverso le loro testimonianze, evidenziano come questo cambiamento sia possibile e realizzabile già oggi.

Rigenerazione sostenibile di cartucce e toner, la testimonianza di Eco Store

Eco Store, è una catena di negozi in franchising con sedi in Italia e Svizzera, specializzata nella vendita di cartucce e toner riutilizzabili. Da Milano, dove ha iniziato la sua attività nel 2001, l’azienda ha evoluto la sua offerta con un impegno crescente nella sostenibilità.

Nel 2008, Eco Store ha introdotto un sistema proprietario per la ricarica nei punti vendita, contribuendo significativamente alla riduzione dei rifiuti: oltre 4,2 milioni di cartucce sono state ricaricate, risparmiando 100 tonnellate di plastica e introducendo packaging in polpa di carta riciclata.

Con l’obiettivo di aumentare l’autonomia nell’approvvigionamento di cartucce e promuovere ulteriormente i prodotti rigenerati, Eco Store ha partecipato al progetto europeo LifeNew 4 Cartidges, vincendo un bando nel 2021. Il progetto – finanziato per il 50% dall’UE – mira a sviluppare un sistema di rigenerazione semi-automatizzato per le cartucce d’inchiostro, che può essere replicabile e scalabile, aumentando così la sostenibilità del processo.

Implementato a Sesto San Giovanni (MI), il sistema consente la rigenerazione di migliaia di cartucce al mese, riducendo notevolmente il consumo di risorse e i rifiuti. Questo approccio ha raddoppiato l’uso delle cartucce (da 3 a 6 volte) e ridotto del 90% i liquidi impiegati nel processo, con un impatto significativo sull’ambiente.

Bazzica: innovazione e sostenibilità nel riciclo dell’EPS

Bazzica Srl, con sede a Trevi (PG), opera nella produzione di polistirolo e poliuretano espanso con applicazioni nell’imballaggio e nell’edilizia. Questo materiale, noto per essere leggero, ingombrante ma allo stesso tempo completamente riciclabile, presenta sfide uniche in termini di separazione e riciclo a causa delle sue caratteristiche fisiche.

L’azienda gestisce l’intera filiera produttiva: dalla produzione del polistirolo, alla stampa, fino al recupero e trasporto dei rifiuti, investendo significativamente in macchinari avanzati per il riciclo dell’EPS. Bazzica è inoltre impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie di riciclo, incluse quelle basate sulla dissoluzione con solventi e la successiva ri-estrusione, oltre alla compattazione.

Collaborando con Promass (l’azienda del gruppo che costruisce i i macchinari) per l’adeguamento delle macchine alla lettura dei parametri dei consumi e con Aizoon per il monitoraggio del ciclo di vita dei prodotti e il calcolo della loro carbon footprint, Bazzica sta affrontando la sostenibilità ambientale non solo come un obbligo normativo. Circa il 20% del materiale utilizzato nei nuovi manufatti (non destinati al settore alimentare) proviene da riciclo, in linea con gli standard della certificazione PSV (Plastica Seconda Vita).

Consapevole dei vincoli normativi imposti dal Pacchetto Economia Circolare dell’UE – che richiede il 65% di riciclabilità degli imballaggi e l’inclusione di almeno il 30% di materiale riciclato nella produzione di plastica entro il 2035 -, l’azienda interpreta il legame tra innovazione digitale e sostenibilità ambientale come un’opportunità per rafforzare il proprio posizionamento sul mercato, in un’epoca in cui il materiale riciclato non solo è richiesto ma addirittura valorizzato.

Boxy System: innovazione e sostenibilità nel settore delle costruzioni acustiche

Boxy System, con sede a Terni, rappresenta un’innovazione nel settore della produzione di cabine acustiche, studi di registrazione e studi televisivi, avendo introdotto il concetto di sostenibilità sin dalla fase di progettazione. Nata come un’impresa artigianale circa 20 anni fa, oggi si è trasformata in un’azienda di rilievo europeo, specializzata in soluzioni chiavi in mano di altissima gamma e con un fatturato di circa 7 milioni di euro.

Nel percorso verso la sostenibilità, Boxy System si confronta con la sfida di mantenere inalterata la prestazione finale dei suoi manufatti, collaborando con enti come Rina per garantire le prestazioni attraverso specifici disciplinari e prassi di riferimento UNI. Questo impegno si riflette nella scelta dei materiali utilizzati per i pannelli, che pur essendo metallici e contenendo lame minerali, si orientano verso opzioni più “green”.

“Boxy System lavora intensamente sul concetto di ridurre l’impatto ambientale attraverso la minimizzazione degli spostamenti dei materiali e la scelta di soluzioni che garantiscano durabilità”, ha spiegato Claudio Lamberini, Presidente del gruppo Boxy System.

“Un esempio è la realizzazione di una cabina leggera per le scuole di musica, che combina strutture facilmente trasportabili con materiali reperibili localmente. Questa filosofia si inserisce perfettamente nelle esigenze di sostenibilità richieste particolarmente nel Nord Europa, dove l’azienda è attiva”, ha aggiunto.

Innovazione e sostenibilità sono quindi i pilastri su cui Boxy System fonda la sua visione, con l’obiettivo di rivoluzionare il settore attraverso prodotti modulari che possono essere parzialmente realizzati in loco, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale e promuovendo un utilizzo più efficiente delle risorse.

Itema: innovazione e sostenibilità nel cuore della tessitura avanzata

Itema, con sede a Colzate (BG), è un’azienda che opera nel settore delle soluzioni di tessitura avanzate. L’offerta comprende telai, parti di ricambio e servizi integrati per l’industria tessile. Attraverso Itema Lab – azienda di ingegneria del gruppo focalizzata su innovazione e meccatronica -, Itema si impegna in attività di ricerca e sviluppo per mantenere la propria leadership tecnologica.

Il team di Itema Lab, caratterizzato da una forte componente giovanile, lavora in un contesto di collaborazione e open innovation, pilastri della filosofia che guida l’azienda verso l’Industria 5.0 e che le ha permesso di confermarsi tra i maggiori costruttori nel suo settore.

Per quanto riguarda la transizione ambientale, Itema affronta la sfida con un approccio pragmatico, concentrando gli sforzi su produttività e riduzione degli scarti, in un contesto in cui la sostenibilità, sebbene importante, non rappresenta il driver primario di investimento: i principali mercati di destinazione delle macchine Itema non sono infatti in Europa, ma in Asia, dove la sensibilità verso la sostenibilità è meno sviluppata.

“Itema è consapevole dell’importanza del costo dell’energia all’interno del costo di produzione totale e si impegna in innovazioni volte a ottimizzare l’efficienza energetica dei propri sistemi. Ad esempio, si è passati dall’uso di motori asincroni con trasmissione a cinghia a motori di ultima generazione con trasmissione a comando diretto, migliorando l’efficienza energetica e, di conseguenza, l’impatto ambientale”, ha spiegato Massimo Arrigoni, Tessile Innovation Manager dell’azienda.

Un altro ambito in cui Itema si distingue è la riduzione degli scarti nel processo produttivo. Con l’introduzione di nuovi dispositivi, l’azienda è riuscita a ridurre del 50% gli scarti di filato, contribuendo significativamente alla sostenibilità ambientale delle operazioni.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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