Senza gli incentivi del piano Transizione 4.0 oltre il 60% degli imprenditori avrebbe rinunciato agli investimenti, mentre più dell’80% delle imprese è pronto ad innovarsi anche in tema transizione energetica, sfruttando anche le agevolazioni del Piano Transizione 5.0. Sono alcuni dei dati proposti dall’Osservatorio Mecspe sull’industria relativi al III quadrimestre 2023, presentati nell’ambito della giornata inaugurale della 22ª edizione di Mecspe, in programma a BolognaFiere fino all’8 marzo.
L’Osservatorio ha rilevato che, nonostante una flessione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la maggior parte degli imprenditori del settore (8 su 10) esprime un livello medio o elevato di soddisfazione riguardo all’andamento attuale della propria impresa. Il fatturato a breve termine si mantiene stabile o in aumento per il 63% delle aziende, mentre quasi due terzi delle stesse ritengono adeguato il proprio portafoglio ordini.
I dati, presentati dal direttore generale del Competence Center Bi-Rex, Stefano Cattorini, confermano che il settore non mostra segni di rallentamento e molte aziende prevedono un percorso di crescita nei prossimi due anni (60%).
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Investimenti e incentivi per l’industria: il ruolo del PNRR
Il PNRR sta fornendo all’industria un accesso significativo a risorse governative. Più della metà degli imprenditori ha infatti richiesto gli incentivi per l’Industria 4.0 (Transizione 4.0) a sostegno della propria crescita per investire nella trasformazione digitale (31%), R&D (14%), formazione (26%) e sostenibilità (14%).
Gli incentivi hanno così abilitato investimenti che non sarebbero stati altrimenti possibili: il 63% degli imprenditori, infatti, non avrebbe investito – o lo avrebbe fatto in misura minore – senza gli incentivi.
Grazie a questi investimenti, gli imprenditori hanno riscontrato un miglioramento della produttività (44%) della loro azienda, della strumentazione tecnologica (35%) e, più in generale, un miglioramento delle condizioni di lavoro (25%).
L’effetto positivo degli incentivi 4.0 apre la strada al Piano Transizione 5.0: un terzo degli imprenditori è intenzionato ad avvalersi della nuova misura: ad oggi, infatti, più dell’80% delle imprese è pronto ad innovarsi anche in tema transizione energetica.
ESG e sostenibilità
Il passaggio verso l’industria 5.0 implica anche la sostenibilità e i criteri ESG. Per quanto riguarda la sostenibilità aziendale, le imprese che si definiscono abbastanza o molto sostenibili sono aumentate, raggiungendo il 44% (vs 37% scorso quadrimestre).
È in aumento anche il numero di coloro che misurano la propria impronta di CO2, al 23% contro lo scorso 20%, un dato promettente e rappresentativo del progresso in corso.
Nuove sfide per la filiera
Il settore sta affrontando alcune difficoltà legate al contesto geopolitico internazionale: il 44% degli imprenditori esprime preoccupazione per le conseguenze dei recenti conflitti internazionali.
Un clima di incertezza che potrebbe avere un forte impatto sul tessuto imprenditoriale italiano, non solo per l’approvvigionamento delle materie prime, ma anche per l’export, che riguarda il 71% delle imprese intervistate.
Inflazione, costi dell’energia e tassi d’interesse sono invece percepiti con minor preoccupazione rispetto al quadrimestre precedente.
Crescita del digitale e dell’AI
Quanto è avanzata la digitalizzazione nel settore manifatturiero italiano? Quasi 7 imprenditori su 10 affermano che la propria azienda ha registrato una crescita digitale da media ad alta negli ultimi anni.
Tra le tecnologie introdotte solo nel 2023 spiccano la sicurezza informatica, il cloud computing e l’internet of things; balzo in avanti nel 2024 invece per l’intelligenza artificiale, la cui introduzione è prevista dal 13% degli imprenditori, seguita da ulteriori investimenti in sicurezza informatica e robotica collaborativa.
Per quanto riguarda l’AI, la maggioranza degli imprenditori mantiene un atteggiamento positivo: oltre 6 su 10 ritengono che porterà benefici. A tal proposito, il 25% ha già introdotto o intende introdurre l’IA nella propria azienda, mentre il 38% si sta informando per muoversi in questa direzione.
“La rimodulazione del PNRR ha liberato importanti risorse: il Mimit in particolare ha ottenuto oltre 9 miliardi che andranno a beneficio del tessuto imprenditoriale. La misura cardine è Transizione 5.0, che consentirà alle imprese di aumentare la competitività e realizzare i necessari investimenti per la riduzione dei consumi energetici”, commenta Valentino Valentini, Viceministro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Per rimanere al passo, l’unica opzione possibile è implementare processi di innovazione tecnologica, trasformazione digitale e sostenibilità. In questo senso, i Competence Center, in qualità di soggetti attuatore del PNRR, rappresentano un esempio virtuoso di come le politiche a sostegno del tessuto industriale possano effettivamente tradursi in maniera concreta a vantaggio delle imprese, attraverso servizi, competenze e tecnologie: i fondi messi a disposizione dal Mimit hanno contribuito notevolmente a migliorare il quadro generale. Inoltre, ci sono due elementi che potranno rendere il ruolo dei Competence Center sempre più centrale: gli ulteriori incentivi sul tema dell’innovazione sostenibile, inclusi nel nuovo piano Transizione 5.0, e i continui investimenti in upskilling e nuove competenze, complice anche l’enorme impatto dell’Intelligenza Artificiale”, aggiunge Stefano Cattorini, Direttore Generale del Competence Center BI-REX.