“La digitalizzazione delle macchine e degli impianti non è più un racconto futuristico ma una solida realtà che ora ha subito una decisa accelerazione grazie agli incentivi previsti nel piano nazionale Industria 4.0, piano che ha avuto il grande merito di riportare il manifatturiero al centro dell’agenda economica e politica del Paese”. È il commento di Sandro Salmoiraghi, presidente di Federmacchine (confermato nell’occasione alla guida della federazione per il biennio 2017-2018), ai numeri più che positivi registrati nel 2016 e nella prima metà del 2017 dall’industria italiana costruttrice di beni strumentali.
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I numeri del settore
Sale infatti a 42,5 miliardi (+3,5%) il valore complessivo della produzione del settore rappresentato da Federmacchine, federazione che raggruppa i costruttori di macchine e componenti per 13 settori industriali. E’ un numero record che deve tanto alla crescita del mercato interno (+9,4% le vendite dei costruttori Italiani sul mercato domestico e +5,3% l’import); meno marcato invece l’incremento dell’export (+1,2%) che rappresenta ora il 69% della domanda.
Solo il settore delle macchine per la lavorazione del marmo ha fatto registrare risultati negativi, mentre sono positivi i risultati per tutti gli altri 12 comparti: macchine per la lavorazione della ceramica, del legno, macchine per la grafica e la cartotecnica, macchine per il packaging, per la lavorazione del vetro e della plastica, per l’industria tessile e calzaturiera, sistemi di trasmissione e potenza, componenti oleoidraulici e pneumatici, macchine per fonderia, macchine utensili per la lavorazione dei metalli.
2017 a gonfie vele
Le prospettive per l’anno in corso sono altrettanto positive. Nei primi due trimestri del 2017 quasi tutti i comparti rappresentati da Federmacchine hanno fatto registrare incrementi a doppia cifra degli ordini provenienti dal mercato nazionale. “Nella prima metà dell’anno il 65% degli ordini è stato acquisito col regime dell’iperammortamento e il 35% sfruttando il superammortanento”, ha sottolineato Salmoiraghi.
Complessivamente il 2017 farà segnare +4,1% per la produzione, che si attesterà a quota 44,3 miliardi. Crescerà in maniera più significativa (+3,1%) l’export, ma protagonista sarà ancora il consumo interno (+5%), con una crescita sia delle consegne dei produttori italiani sul mercato nazionale (+6,4%) sia dell’import (+2,7%).
Il ruolo di Industria 4.0
“L’italia ha oggi finalmente un piano di politica industriale efficace. Ringraziamo il ministro per aver ben compreso le necessità dei nostri settori”, ha commentato Salmoiraghi. “Dopo un inizio incerto le imprese hanno dimostrato di apprezzare gli incentivi volti a favorire gli investimenti e ad aumentare la competitività del sistema paese”.
Certo la strada è ancora lunga. “Il superammortamento deve diventare una misura strutturale, anche per compensare coefficienti di ammortamento che non rispecchiano più la reale durata degli investimenti, e occorre prolungare l’operatività dell’iperammortamento, per evitare che resti solo una droga momentanea”.
C’è poi il nodo delle competenze. “Preoccupa che proprio in un momento come questo si registri la riduzione delle iscrizioni agli istituti tecnici industriali”. Salmoiraghi mostra però apprezzamento per l’idea di un piano nazionale “che guardi anche a questi temi”.
Occorre infine “azzerare il cuneo per i giovani e ridurlo per gli altri. Bisogna evitare che dopo aver migliorato efficienza e produttività nelle aziende tutto il resto resti inefficiente”, ha concluso Salmoiraghi.