Parità di genere

Per risolvere il divario di genere nel settore dell’automazione serve un approccio strategico

Le statistiche mostrano una marcata disparità di genere nel settore manifatturiero e tecnologico, con le donne significativamente sottorappresentate in ruoli STEM, dirigenziali e nel settore dell’automazione. Nonostante sia un problema complesso, Omron ritiene che alcuni elementi possano aiutare già a invertire questa tendenza. Strategie come il mentoring, la revisione delle politiche di reclutamento e l’impegno STEM fin dalla giovane età sono infatti essenziali per attirare più donne nel settore, insieme a pratiche lavorative più flessibili e un’attenzione alla diversità di pensiero.

Pubblicato il 07 Feb 2024

disparità di genere nel settore dell’automazione

La disparità di genere nel settore dell’automazione è un problema non solo sociale, ma anche di sopravvivenza per le aziende. Le recenti statistiche di Eurostat hanno rivelato una sconcertante disparità di genere nel settore manifatturiero, con le donne che nel 2021 rappresentavano appena il 21% degli scienziati e ingegneri. Un’analisi condotta da McKinsey ed Eightfold AI nel 2022 ha ulteriormente evidenziato questa disparità, mostrando che solo il 22% dei ruoli tecnologici nelle aziende europee era occupato da donne.

Anche in termini di leadership, le donne rimangono sottorappresentate. Nel 2023, infatti, solo circa il 24% dei ruoli dirigenziali nel settore tecnologico era ricoperto da donne. Secondo il Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, l’Italia si colloca al 79° posto su un totale di 146 Paesi per quanto riguarda la parità di genere.

Questo divario si fa ancora più marcato quando si considerano le professioni tecniche e scientifiche. Secondo l’Istat, meno del 40% delle laureate sceglie discipline STEM.

Le cifre non mentono. Ci sono ancora troppe poche donne nei ruoli STEM in generale ed in particolare nel settore dell’automazione, dove l’attuale contesto di carenza di manodopera qualificata e talenti rende più importante che mai attirare più forza lavoro femminile.

Ma cosa bisogna fare per ridurre la disparità di genere nel settore dell’automazione e incoraggiare un maggior numero di donne a lavorare in questo settore? Si tratta di un problema difficile da risolvere e purtroppo non esiste una formula magica.

Eppure, secondo Omron, alcuni interventi basati su un approccio strategico al mentoring, alla riconsiderazione delle strategie di reclutamento e all’impegno STEM possono spostare l’ago della bilancia.

Perché l’automazione ha bisogno del contributo femminile

“Incoraggiare un maggior numero di donne a perseguire carriere nell’automazione è importante a molti livelli. L’automazione è essenziale per affrontare le sfide della società, dove contributi ed esperienze diversificati possono stimolare un pensiero più innovativo. È fondamentale che le ragazze intraprendano carriere accademiche e professionali nelle materie STEM. Come? Cambiando il modo in cui le professioni tecniche e scientifiche vengono raccontate. E diffondendo la cultura delle STEM”, commenta Chiara Rovetta, Field Communication Manager di Omron Italia

“Le donne sono determinate nella ricerca delle soluzioni; lo abbiamo sperimentato anche in fase Covid, durante la quale hanno saputo gestire tematiche in urgenza con capacità organizzative e di problem solving incredibili. È una specificità nell’ingegno femminile, che non si deve assolutamente disperdere. Gli studi hanno anche rilevato che, quando le imprese promuovono la parità di genere, hanno una forza lavoro più motivata e produttiva. Molto si può e si deve ancora fare a livello di policy e di welfare. Ci sono pregiudizi da smontare, modelli positivi da valorizzare e alleanze virtuose da creare. La parola d’ordine è: incoraggiare”, aggiunge.

In un contesto caratterizzato da una carenza di manodopera qualificata, è più importante che mai attrarre più talenti femminili nel settore dell’automazione. Riducendo il divario di genere, il settore potrebbe risolvere la sua carenza di talenti. Ma come si può incentivare un maggior numero di donne a lavorare nel settore dell’automazione? Non esiste una soluzione semplice o una formula magica, ma alcune strategie basate su un approccio mirato al mentoring, alla revisione delle strategie di reclutamento e all’impegno STEM possono fare la differenza.

Ridurre la disparità di genere nel settore dell’automazione

“Per me l’opportunità inizia a livello di scuola primaria e secondaria. Come comunità dobbiamo ispirare e incoraggiare i più giovani, indipendentemente dal sesso e dal background, dimostrando loro che l’automazione è un campo affascinante in cui costruire una carriera gratificante”, afferma Philippa Glover, membro del Senior Leadership Team di Omron per Regno Unito e Irlanda.

“Come comunità siamo chiamati a un maggiore impegno verso i giovani, realizzando iniziative che permettano loro di entrare in contatto con il mondo STEM e nuovi modelli che possono ambire a diventare. Quando riconoscono il ruolo che l’automazione svolge nella vita di tutti i giorni, sono più propensi a considerarla una carriera futura”, aggiunge.

Omron UK ha un programma STEM attivo, che prevede un contatto diretto con le scuole. Nell’ambito delle iniziative bidirezionali, i giovani visitano la fabbrica di Omron mentre l’azienda porta le attrezzature nelle scuole, consentendo agli studenti di toccare con mano la robotica e farsi un’idea di ciò che l’automazione comporta.

“Come risultato delle interazioni, abbiamo visto giovani ragazze affermare che l’ingegneria potrebbe essere adatta a loro. In questa fase della vita, i bambini spesso seguono percorsi di crescita che si ispirano a dei modelli di riferimento, quindi occorre incoraggiarli fornendo loro questi riferimenti”, afferma Philippa.

Modificare le percezioni per evitare l’abbandono

L’importanza dell’intervento nelle diverse fasi dello sviluppo è confermata dalla ricerca. Analisi recenti di McKinsey ed Eightfold AI hanno rilevato che una significativa diminuzione della percentuale di donne impegnate in discipline STEM avviene in due fasi: durante il passaggio dall’istruzione secondaria all’università e dall’università al mondo del lavoro.

Gli studi citano due ragioni principali per questo fenomeno. La prima è che le ragazze delle scuole secondarie ricevono un sostegno significativamente inferiore rispetto ai ragazzi per intraprendere carriere STEM. In secondo luogo, alcune ricerche suggeriscono che alle ragazze venga trasmessa l’idea di non essere brave nelle materie STEM. Ed è grazie a queste percezioni che si alimenta il problema della disparità di genere nel settore dell’automazione.

“Dobbiamo cambiare queste percezioni. Cerco, laddove possibile, di formare e guidare gli altri. Il coinvolgimento nelle discipline STEM è davvero importante, così come l’accesso a modelli di ruolo senior”, dice Philippa.

“Ho un mantra: ‘se puoi vederlo, puoi esserlo’. Negli ultimi anni sono stata positivamente incoraggiata a rendermi visibile e a porre in rilievo il mio contributo e il lavoro che svolgo, nella speranza che questo sia di ispirazione. Sono una convinta sostenitrice dell’alleanza e del supporto reciproco; ho un fantastico gruppo di colleghi dirigenti, composto sia uomini sia da donne, che mi ha supportata, sostenuta e, cosa ancora più importante, stimolata a raggiungere il punto in cui mi trovo ora e che continuerà a farlo per far sì che io possa esprimere il mio potenziale e costruire una carriera gratificante e di successo”, aggiunge.

Pensare fuori dagli schemi

Un altro modo per aumentare la presenza femminile nel settore dell’automazione è assumere donne provenienti da pool inesplorati e formarle nella tecnologia. Ciò potrebbe anche aiutare le organizzazioni a migliorare le proprie competenze nelle aree di cui si prevede una crescita importante nei prossimi anni, man mano che il settore manifatturiero accelera l’adozione delle tecnologie digitali.

“Il pool di talenti per i lavori del settore manifatturiero, ingegneristico e dell’automazione è stato tradizionalmente dominato dagli uomini. Bisogna chiedersi se ciò possa dipendere dal fatto di attingere sempre dagli stessi bacini di provenienza. Ci stiamo impegnando a identificare realmente le competenze di cui abbiamo bisogno e a riflettere su dove possiamo trovare quel talento?”, chiede Philippa.

Anziché basare la scelta sull’analisi di candidati con le solite qualifiche ingegneristiche, Philippa sostiene l’adozione di un nuovo approccio che potrebbe spostare la ricerca al di fuori del perimetro tradizionale.

“L’importante non è necessariamente la conoscenza della tecnologia, ma il modo in cui si pensa, e queste competenze si possono trovare in molti posti diversi. Spesso, all’interno delle organizzazioni, le persone cercano di individuare queste competenze, mentre sarebbe meglio fare un passo indietro e pensare a come poter ottenere una diversità di pensiero”.

Eliminare la disparità di genere nel settore dell’automazione grazie a nuovi modelli di lavoro

Man mano che i datori di lavoro adottano pratiche più flessibili, alcuni degli ostacoli pratici che hanno storicamente impedito alle donne di assumere ruoli più importanti possono infine venire rimossi.

“Una settimana lavorativa di 40 ore è molto meno comune di quanto non fosse in passato poiché le persone cercano di stabilire un migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata”, spiega Iris Brem, Team Lead per IPC, HMI & Robotics presso lo stabilimento OMRON nei Paesi Bassi.

“Inoltre, la cura dei figli viene ripartita in modo più equo tra i genitori e le aziende sono più predisposte a contemplare modalità di lavoro ibrido e part-time. Con questi cambiamenti, penso che dovremmo essere in grado di invertire la tendenza che vede troppe poche donne crescere professionalmente nel settore della tecnologia”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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