Digital Transformation

Schneider Electric vede la digitalizzazione come risposta alla crisi dei talenti: ecco come cambieranno i ruoli professionali nelle tecnologie OT

Quasi la metà delle imprese industriali prevede che la digitalizzazione sarà il principale motore per lo sviluppo di nuovi ruoli professionali nel campo delle tecnologie operative nei prossimi tre anni. Al contempo, la digitalizzazione potrebbe contribuire a risolvere la carenza di personale qualificato, aumentando produttività ed efficienza con l’ausilio di strumenti digitali.

Pubblicato il 05 Feb 2024

Schneider Electric

Quasi la metà delle imprese industriali (45%) prevede che la digitalizzazione sarà il principale motore per lo sviluppo di nuovi ruoli professionali nel campo delle tecnologie operative (OT) nei prossimi tre anni: è quanto sottolinea la ricerca “Future of Work in Industry” commissionata da Schneider Electric e condotta dalla società di advisory Omdia.

L’analisi ha coinvolto 407 aziende industriali di varie dimensioni in paesi dell’Europa Occidentale come Italia, Francia, Spagna, Danimarca, Svezia e UK, negli Stati Uniti, in Cina, in India e nel Sud Est Asiatico (Vietnam, Thailandia e Filippine).

La digitalizzazione come chiave di volta per affrontare la crisi di talenti nell’industria

L’analisi ha evidenziato l’ampiezza globale della “crisi dei talenti” nel settore industriale: oltre la metà degli intervistati (52%) ritiene che sia una sfida significativa trovare le competenze richieste.

Allo stesso tempo, lo studio ha individuato una possibile soluzione a questa problematica. Il 70% del campione ritiene infatti che la digitalizzazione – oltre a generare nuovi posti di lavoro – potrebbe contribuire a risolvere la carenza di personale qualificato grazie all’utilizzo di strumenti digitali per aumentare produttività ed efficienza.

Mentre la crisi dei talenti si aggrava, gli ambienti di lavoro industriali stanno subendo rapidi cambiamenti. Tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e i gemelli digitali, insieme all’urgente necessità di raggiungere obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale, richiederanno un ampliamento delle competenze dei professionisti attualmente impiegati negli impianti, rispettivamente per il 45% e 47% del campione.

“Confrontandoci con clienti e partner vediamo l’importanza di risolvere questa contraddizione e abbiamo un forte impegno, che fa parte dei nostri obiettivi locali di sostenibilità, per formare le nuove generazioni collaborando con il mondo degli ITS per la co-progettazione di percorsi innovativi, con la formazione tecnica nelle scuole superiori e con le università, attraverso protocolli e progetti” commenta Claudio Giulianetti, Vice President, Industrial Automation di Schneider Electric per l’Italia.

“Altrettanto importante per noi è mettere a disposizione formazione e expertise non solo ai nostri colleghi ma anche ai nostri clienti, supportati da piattaforme digitali e servizi già disponibili e focalizzati alle esigenze chiave delle imprese; significativo, infine, il suggerimento che emerge dalla ricerca, ovvero di lavorare insieme ai partner dell’ecosistema industriale per affrontare il deficit di competenze tecnologiche, con soluzioni, formazione e strumenti per preparare la forza lavoro alle esigenze del futuro”, aggiunge.

Il futuro del lavoro nei ruoli operativi

Secondo i risultati dello studio, oltre la metà dei partecipanti (52%) considera l’acquisizione e la ritenzione dei talenti un problema.

Tuttavia, c’è un certo ottimismo tra le imprese industriali riguardo alla questione della forza lavoro. Tre su cinque (60%) prevedono che i ruoli basati sulle tecnologie operative (OT) subiranno cambiamenti nei prossimi tre anni, in modo moderato (41%) o significativo (19%).

Inoltre, una larga maggioranza (73%) ritiene che la digitalizzazione cambierà radicalmente la natura del lavoro nel medesimo arco temporale. Il 31% ritiene che i profili professionali più rafforzati o ampliati a causa della digitalizzazione saranno quelli legati al controllo di qualità.

Per quanto riguarda le competenze del futuro, l’analisi di Schneider Electric ha evidenziato che per il prossimo triennio le aziende industriali ritengono necessarie nuove competenze in aree come la programmazione e l’integrazione robotica – un settore in cui il 49% dei rispondenti ammette di non avere competenze sufficienti – e in aree come l’elaborazione, visualizzazione e analisi dei dati, nelle quali il 30% non dispone di competenze adeguate.

In generale, le aziende intervistate affermano di dare priorità agli investimenti nell’area dati. La programmazione e l’integrazione robotica sono indicate come priorità di livello medio da quasi metà del campione.

Di conseguenza, uno dei suggerimenti più importanti emersi dallo studio è quello di collaborare con i partner dell’ecosistema industriale per affrontare la carenza di competenze tecnologiche, offrendo soluzioni, formazione ed altri strumenti per preparare la forza lavoro alle esigenze future.

“La trasformazione nella forza lavoro industriale richiede e richiederà sempre più investimenti in digitalizzazione per dare al personale gli strumenti adatti, e per migliorare la produttività e l’efficienza. Se le aziende non lo fanno, l’impatto nel lungo termine sulla capacità di innovare e sull’incapacità di contenere il problema della carenza di personale qualificato sarà ampio e serio”, commenta Alex West, Senior Principal Analyst, Industrial IoT and Sustainability di Omdia.

“La digitalizzazione non ha solo vantaggi di produttività ed efficienza. È vitale per risolvere alcune delle sfide legate al personale che le industrie stanno affrontando. Ottimizzare le figure professionali di area operative e ampliarne le competenze è una vera opportunità per queste aziende. Riducendo il tempo che esse devono dedicare a compiti amministrativi e aiutando le persone a esprimere meglio tutto il loro potenziale possiamo risolvere molti dei problemi attuali e aiutare a creare un futuro più sostenibile”, aggiunge Ali Haj Fraj, Senior Vice President, Digital Factory, Industrial Automation di Schneider Electric.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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