Macchinari

Macchinari per plastica e gomma, per i costruttori italiani un 2023 da record a quota 4,82 miliardi

Il 2023 dei produttori italiani di macchinari, attrezzature e stampi per plastica e gomma chiuderà in crescita del 3,2%. Per il 2024 tuttavia ci sono preoccupazioni per il rallentamento della raccolta ordini e le sfide del contesto economico e geopolitico internazionale. L’export svolge un ruolo chiave, con il 70% della produzione destinata all’estero. I dati del Centro Studi Amaplast

Pubblicato il 16 Dic 2023

bottiglia di plastica


Secondo le previsioni del Centro Studi Amaplast-Mecs, il fatturato dei costruttori italiani di macchinari, attrezzature e stampi per plastica e gomma chiuderà il 2023 con un nuovo record storico – 4,82 miliardi di euro – in crescita del 3,2% rispetto al 2022.

Crescono le esportazioni (+5%) a quota 3,41 miliardi, mentre le consegne sul mercato interno risultano sostanzialmente stabili a quota 1,41 miliardi (erano 1,42 nel 2022), anche se il fatturato realizzato con la vendita di macchine sul mercato domestico si è contratto rispetto a quello dello scorso anno in misura sempre più accentuata con il passare dei mesi. Il mercato interno comunque è in leggero aumento (2,57 miliardi contro i 2,54 del 2022) grazie all’aumento delle importazioni (1,16 miliardi contro 1,12 miliardi del 2022).

L’export

Oltre il 70% della produzione nazionale nel settore è destinata all’esportazione, che ha mostrato una forte crescita grazie alla performance positiva di tutte le principali categorie di macchinari per la trasformazione primaria e quelle con quote maggioritarie sul totale.

Dal punto di vista geografico, l’Europa rimane il principale mercato di destinazione per i prodotti Made in Italy nel settore, rappresentando il 56% delle esportazioni totali.

All’interno dell’UE (che rappresenta il 45%), le vendite più significative sono state realizzate in Germania (+7%), Francia (+23%) e Spagna (+19%). Inoltre, due mercati UE – Romania (+71%) e Repubblica Ceca (+38%) – hanno registrato un notevole aumento delle forniture.

Le esportazioni verso le Americhe (+24%) hanno mostrato un trend molto positivo, grazie a un rinnovato dinamismo dei mercati USMCA – in particolare il Messico – e alla continua vivacità di diversi mercati sudamericani, tra cui Brasile, Argentina e Perù.

Nel Medio Oriente, la tendenza generale è piuttosto positiva, guidata dall’aumento delle vendite in Arabia Saudita (+107%) e Israele (+47%).

Le esportazioni verso l’Estremo Oriente hanno invece subito una forte contrazione (-12%), principalmente a causa del calo nei due principali mercati – Cina (-15%) e India (-6%) – ma anche in altre destinazioni importanti come Corea del Sud (-61%), Giappone (47%) e Taiwan (-68%). Nonostante un picco di vendite in Thailandia (+140%) e Indonesia (+81%), queste non sono state sufficienti a compensare le perdite menzionate.

Grazie all’eccellente performance di vendite registrata nei primi nove mesi del 2023, l’Africa nel suo complesso rappresenta quasi il 6% del totale; in particolare, i flussi verso tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e nell’area sub-sahariana verso Sudafrica e Nigeria sono aumentati notevolmente rispetto all’anno precedente.

Le preoccupazioni dei costruttori

Nonostante i dati incoraggianti sull’export, le aziende italiane del settore sono preoccupate per il rallentamento della raccolta ordini negli ultimi mesi.

Diverse sono le criticità sul fronte economico e geopolitico che caratterizzano il contesto internazionale. Dopo la ripresa post-pandemica, sono seguiti diversi elementi di crisi: dai conflitti allo shortage di componentistica elettronica (ma non solo) e alla volatilità dei prezzi di materie prime ed energia, dal rallentamento di alcune economie globali (come quella tedesca, strettamente collegata all’italiana) all’aumento di inflazione e costo del credito.

Il PIL italiano dovrebbe crescere di appena lo 0,7% nel 2023, mentre nel 2024 potrebbe andare peggio, con un +0,5%. E la raccolta degli ordini sul mercato interno nel periodo gennaio-settembre 2023 si è mantenuta a livelli decisamente inferiori a quelli dello stesso periodo del 2022.

“Proprio per far fronte alle sfide dei mercati – sottolinea Massimo Margaglione, Presidente Amaplast – è sempre più fondamentale per le aziende intraprendere percorsi di evoluzione digitale, applicando quei modelli che regoleranno il futuro di tutta la meccanica strumentale e che rivoluzioneranno le strutture organizzative e di offerta. Alla digitalizzazione – prosegue Margaglione – si unisce la servitizzazione che, oltre a favorire e ottimizzare le relazioni di filiera – cioè i rapporti tra fornitori di tecnologie, costruttori di macchine e utilizzatori finali – offre benefici anche in termini di sostenibilità. Un’altra realtà nuova e in rapida evoluzione – conclude Margaglione – con cui le imprese si confrontano non senza qualche difficoltà proprio alla luce dei continui aggiornamenti, è quella dell’intelligenza artificiale generativa, che offre un potenziale applicativo ancora da comprendere appieno”.

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Redazione

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