L’industria italiana produttrice di macchine utensili, robot e automazione chiuderà il 2023 in crescita. Secondo i dati del Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu – Sistemi per Produrre, quest’anno la produzione ha raggiunto un valore di 7.560 milioni di euro, con un aumento del 3,8% rispetto all’anno precedente. E anche le previsioni per il 2024 vedranno un leggero aumento (+0,5%) a quota 7.595 milioni.
Questi dati positivi riflettono tuttavia dinamiche molto diverse che riguardano il mercato nazionale e le esportazioni.
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Il consumo di macchinari da parte delle aziende manifatturiere italiane è in calo
Iniziamo dal mercato interno. Le consegne dei costruttori italiani sul mercato nazionale hanno registrato una leggera flessione, fermandosi a 3.735 milioni di euro, il 2% in meno rispetto al 2022. Sono in calo anche le importazioni, che registrano un -4,5% a quota 2.385 milioni di euro. Complessivamente la domanda di macchinari da parte delle aziende italiane è scesa del 3% a quota 6.120 milioni di euro.
Per il 2024 il trend si conferma: le consegne sul mercato interno si fermeranno a 3.525 milioni (-5,6%), in linea con la diminuzione del consumo domestico previsto a 5.780 milioni di euro (-5,6%). Anche le importazioni subiranno l’effetto dell’indebolimento della domanda di investimenti in Italia, scendendo del 5,5%, a quota 2.255 milioni di euro.
“Sul fronte italiano – ha affermato la presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre Barbara Colombo – la disponibilità ad investire degli utilizzatori locali, nel 2023, si è sicuramente ridotta”.
La contrazione tuttavia viene considerata “accettabile”. Si tratta infatti “di un graduale ritorno a valori di normalità dopo l’eccezionalità del biennio precedente. Raccogliamo meno ordini che in passato ma il mercato non è fermo, tutt’altro: quello italiano resta uno dei più importanti. C’è volontà del manifatturiero del paese di continuare nel processo di transizione digitale, che è in piena fase di dispiegamento, ma tutti sono in attesa di capire quali incentivi saranno disponibili a partire dai prossimi mesi”.
Ucimu chiede un aumento delle aliquote di base del piano Transizione 5.0
In attesa delle misure previste dal piano Transizione 5.0 Ucimu – Sistemi per Produrre chiede al Governo una revisione delle aliquote del piano Transizione 4.0.
“Apprezziamo il lavoro svolto dalle nostre autorità di governo che hanno ottenuto il via libera da parte della Commissione Europea per finanziare, con il Repower EU, il piano Transizione 5.0 che punta sull’abbinata green e digitale”, commenta Colombo, che sospende però il giudizio “in attesa di vedere la messa a terra dei provvedimenti che renderanno operativo questo piano”.
Parallelamente Colombo chiede al Governo “un intervento di perfezionamento delle misure 4.0, al fine di estendere l’utilizzo delle stesse ad una platea sempre più ampia di imprese”.
La proposta dell’associazione è di “liberare maggiori risorse per gli investimenti di piccola taglia che, ragionevolmente, sono appannaggio delle aziende più piccole che, in linea generale, sono state, e sono tuttora, più restie ad intraprendere la transizione digitale”.
In pratica, l’associazione chiede di aumentare la prima aliquota – attualmente ferma al 20% – compensando il maggiore costo con la riduzione del tetto a cui questa prima aliquota si applicherebbe.
In crescita l’export: bene Usa e Messico, tiene la Germania
Per quanto riguarda l’export, i dati registrano un solido incremento delle vendite oltrefrontiera, cresciute del 10,3% raggiungendo i 3.825 milioni di euro.
Il rapporto tra export e produzione ha ripreso a salire, stabilendosi al 50,6%.
Per quanto riguarda il mercato estero, secondo l’analisi Ucimu basata sui dati Istat per il periodo gennaio-agosto 2023 (ultimo dato disponibile), i principali mercati target dell’offerta italiana del settore sono stati: Stati Uniti (356 milioni di euro, +26,7%), Germania (217 milioni,+8,8%); Cina (163 milioni,+34%), Francia (138 milioni +32,1%), Polonia (128 milioni,+14,7%).
Anche per il 2024 l’associazione si attende un ulteriore incremento delle esportazioni che raggiungeranno i 4.070 milioni di euro (+6,4%). Il rapporto tra export e produzione continuerà la sua ascesa raggiungendo il valore del 53,6%.
“Ancora una volta le nostre imprese hanno saputo riorientare la propria offerta verso aree dove la domanda è più vivace, vale a dire i mercati esteri”, commenta Colombo.
Scongiurato il rischio recessione degli Stati Uniti, l’associazione confida anche nella ripresa della Germania “che è, da sempre, partner di primo ordine per la meccanica italiana”, conclude Colombo.