Il Partito Democratico, principale forza di opposizione in Parlamento all’attuale maggioranza di centrodestra, ritiene che la manovra di bilancio per il 2024 disegnata dal Governo Meloni sia fragile, di corto respiro, inefficace per rilanciare la crescita e anche iniqua.
Per contrastare quello che viene definito un un “modello economico ‘mercantilista povero’ – segnato dalla stagnazione della produttività e dei salari, la precarizzazione dell’occupazione, la diffusione del lavoro povero”, il PD ha quindi presentato un corposo pacchetto di emendamenti alla legge di bilancio 2024.
L’idea è di supportare “una traiettoria di sviluppo dinamico, sostenibile e inclusivo, attraverso la promozione di investimenti e riforme funzionali alla transizione ecologica e digitale, al rilancio della produttività, alla creazione di lavoro stabile e retribuito dignitosamente, alla riduzione delle disuguaglianze”.
Le principali proposte, trasferite in emendamenti, si focalizzano su tre principali linee di intervento su:
- Salario minimo, congedi paritari, difesa del potere d’acquisto dei redditi
- Investimenti per la transizione ecologica e digitale
- Sanità, servizi pubblici essenziali e diritti
In questo articolo vediamo quelle relative al secondo punto, con un focus sulle proposte dedicate alla transizione ecologica e digitale delle imprese.
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Le proposte per le imprese
Per il rilancio della politica industriale italiana il Partito Democratico ha presentato una serie di emendamenti tra cui un credito d’imposta unificato denominato “Destinazione Futuro” con l’obiettivo di “razionalizzare e potenziare” i crediti d’imposta attualmente previsti dal programma Transizione 4.0.
Nel dettaglio segnaliamo l’emendamento 54.20 a firma Lorenzin che chiede il ripristino delle aliquote 2022 (40%, 20% e 10% invece delle attuali 20%, 10% e 5%); l’emendamento 54.53 Martella che prevede un aggiornamento degli elenchi delle merceologie ammesse all’incentivo del piano Transizione 4.0 negli allegati A e B; l’emendamento 54.61 Manca, Lorenzin, Misiani, Nicita che prevede un ulteriore slittamento delle consegne dei beni acquistati nel 2022 dal 30/11/2023 al 31/05/2024
Altre proposte prevedono incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici, un voucher per la digitalizzazione delle PMI, la creazione di un fondo da 22 miliardi di euro per supportare la conversione ecologica delle imprese.
Il partito ha inoltre proposto misure volte a promuovere la formazione digitale e a incentivare gli investimenti in tecnologie avanzate. Non mancano proposte specifiche per il Mezzogiorno, tra cui l’istituzione di un’aliquota IRES ridotta e il rifinanziamento dell’iniziativa “Resto al Sud”.
Nel dettaglio, le proposte emendative del Partito Democratico (che riprendono alcune proposte contenute nel documento “Impresa Domani”) prevedono:
- Un incentivo sotto forma di credito d’imposta per l’installazione di impianti fotovoltaici per autoconsumo sui tetti degli edifici ad uso industriale, commerciale e agricolo. Per quanto riguarda le comunità energetiche rinnovabili (CER), si prevede l’istituzione di un fondo rotativo di garanzia per il credito a tasso agevolato
- Un “Voucher Italia Digitale” per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese
- La creazione di un Fondo da 22 miliardi di euro tra il 2024 e il 2035 (“Fondo Italia 2035”) per accompagnare le imprese nella conversione ecologica e l’istituzione di una cassa integrazione speciale per accompagnare le lavoratrici e i lavoratori nelle riconversioni industriali senza lasciare indietro nessuno. Questi strumenti sono finanziati mediante la riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente
- Un credito d’imposta per la formazione digitale (“Formazione Futuro”)
- Un credito d’imposta unificato (“Destinazione Futuro”) per razionalizzare e potenziare i crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati materiali e immateriali attualmente previsti dal programma Transizione 4.0.
Il PD propone poi il ripristino dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica) e l’abolizione della deduzione IRES maggiorata per il costo del lavoro incrementale, mentre si dichiara contrario alla revisione dell’Irpef proposta dal governo perché “viene finanziata per un solo anno, ha effetti regressivi ed è molto debole dal punto di vista dell’impatto sui contribuenti”.
Le misure per il Mezzogiorno e la proroga del Super bonus
Per quanto riguarda il Mezzogiorno, le proposte prevedono:
- aliquota ridotta IRES 15% per le nuove iniziative economiche nella ZES unica disposta dal DL Sud
- Rifinanziamento della misura “Resto al Sud”
- La copertura integrale dei LEP per il trasporto pubblico con un fondo ventennale di 200 milioni annui
- relativamente all’ex ILVA, la conversione in capitale del finanziamento Invitalia entro marzo 2024 e risorse per la cassa integrazione e il sostegno delle imprese dell’indotto.
Il PD conferma inoltre la propria contrarietà al programma di privatizzazioni previsto dal governo nella Nota di Aggiornamento al DEF 2023, fatta eccezione per le operazioni connesse a vincoli europei.
Si propone infine una proroga del termine dei lavori dei condomini già iniziati per usufruire del Super bonus, in modo da aiutare le famiglie e le imprese coinvolte ad uscire dal limbo determinato dalle mancate decisioni del governo.