Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge di Bilancio e una serie di schemi di decreti legge e legislativi tra cui due dedicati alle tematiche fiscali e finanziarie.
In particolare, il testo del DDL di bilancio è arrivato al Senato a fine ottobre (lo trovate in fondo all’articolo). Il cammino parlamentare dovrebbe essere relativamente veloce: il Governo ha infatti annunciato che il provvedimento è di fatto blindato: la maggioranza non dovrebbe infatti presentare emendamenti.
La manovra ammonta a circa 24 miliardi, di cui il grosso (14 miliardi) sarà assorbito dal rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale (10 miliardi) e dalla prima fase della riforma fiscale, che prevede l’eliminazione del secondo scaglione dell’Irpef (4 miliardi). A proposito di quest’ultimo intervento, si tratterà di una riduzione del valore di 260 euro che avrà effetti concreti solo sui redditi medio bassi, dal momento che per i redditi medio alti sarà di fatto sterilizzata da una riduzione dello stesso importo delle detrazioni fiscali diverse dalle spese mediche.
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Che cosa c’è nel DDL di bilancio
Nel Disegno di legge di bilancio è dedicato alle misure per le imprese l’articolo 54 che costa di 4 commi. I primi due sono dedicati al finanziamento dei contratti di sviluppo, il terzo alla Nuova Sabatini e il quarto al Fondo per la Crescita Sostenibile.
ART. 54.
(Misure in favore delle imprese)
1. Per il finanziamento dei contratti di sviluppo, relativi ai programmi di sviluppo industriale, disciplinati ai sensi dell’articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è autorizzata la spesa complessiva di 190 milioni di euro per l’anno 2024 e di 210 milioni di euro per l’anno 2025.
2. Il Ministero delle imprese e del made in Italy può impartire al Soggetto gestore direttive specifiche per l’utilizzo delle risorse di cui al comma 1, al fine di sostenere la realizzazione di particolari finalità di sviluppo.
3. Al fine di assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese attuate ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, l’autorizzazione di spesa di cui al comma 8 del medesimo articolo 2 è incrementata di 100 milioni di euro per l’anno 2024.
4. La dotazione del Fondo per la Crescita Sostenibile di cui all’articolo 23 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, è incrementata di 110 milioni di euro per l’anno 2024 e di 220 milioni di euro per l’anno 2025.
Le misure per le imprese
La manovra, come dicevamo, è però costituita anche dai due decreti fiscali. Qui di seguito vediamo quali sono le misure previste dall’insieme dei tre provvedimenti.
Meno tasse per chi assume
Per quanto riguarda le imprese, non ci sarà la cosiddetta mini Ires al 15%, ma un aumento delle detrazioni per le aziende che aumentano i livelli occupazionali. La formula “Chi più assume meno paga” prevede che le imprese che aumentano gli occupati rispetto all’anno precedente avranno una maggiorazione del 20% della detrazione, beneficio che aumenta di un ulteriore 10% per chi assume mamme, under 30, percettori di reddito di cittadinanza e persone con invalidità.
Nuova Sabatini
Per il sostegno agli investimenti, in uno dei decreti fiscali (decreto legge 18 ottobre 2023, n. 145) viene rifinanziata la Nuova Sabatini con 50 milioni di euro.
In un primo momento il Governo aveva detto che la misura sarebbe stata nuovamente utilizzabile in un’unica tranche, come già avvenuto recentemente, enfatizzando i vantaggi di questa misura in un momento caratterizzato da tassi di interesse elevati. Questa promessa non ha però trovato seguito nei decreti ed è anche stata (clamorosamente) eliminata dai comunicati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La norma che prevede il rifinanziamento di 50 milioni è stata inclusa nel decreto fiscale (decreto legge 18 ottobre 2023, n. 145) all’articolo 13.
Nella Legge di Bilancio si prevedono ulteriori risorse per rifinanziare la legge Sabatini, con 100 milioni per il 2024.
Proroga della sanatoria per il credito d’imposta Ricerca e Sviluppo
Arriva poi la tanto attesa proroga per le imprese che vogliono procedere al riversamento spontaneo dei crediti d’imposta per attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design.
La norma è stata inclusa nel decreto fiscale (decreto legge 18 ottobre 2023, n. 145) all’articolo 5.
Si tratta di un provvedimento che estende dal 30/11/2023 al 30/06/2024 i termini per accedere alla sanatoria. La scelta è legata alla recente introduzione del meccanismo della certificazione delle attività, che dovrebbe entrare in vigore a inizio 2024 dopo l’emanazione delle linee guida da parte del Mimit e la costituzione dell’Albo dei certificatori.
L’idea di base è quella di consentire alle aziende, una volta conosciute le regole previste dalle linee guida, di scegliere se certificare le attività effettuate oppure, in caso di non conformità, provvedere al riversamento spontaneo.
Segnaliamo che a fine 2023 il termine del 30 giugno è stato poi posticipato al 30 luglio 2024 in occasione della conversione in legge del cosiddetto decreto anticipi.
Successivamente, nel mese di maggio 2024, in occasione della conversione in legge del decreto Superbonus (Decreto Legge 39 del 29 marzo 2024), è stato approvato un emendamento che proroga il temine ultimo per il riversamento spontaneo al 31 ottobre 2024.
Reshoring
Previste infine alcune norme per favorire chi torna a produrre in Italia (reshoring).
Viene previsto, spiega il Mimit, “l’abbattimento del 50% delle imposte per le imprese che decidono di tornare in Italia dall’estero con i propri impianti di produzione”. Per poter beneficiare dell’agevolazione l’attività deve essere stata svolta in precedenza in un paese diverso da uno Stato UE o appartenente allo Spazio Economico Europeo.
Le imprese beneficiarie di questi incentivi dovranno restituirli qualora delocalizzassero nuovamente le attività.
Ci sarà una norma analoga anche per i lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di 5 anni: potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50%, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro. I lavoratori impatriati dovranno restituire le agevolazioni, pagando gli interessi, se non mantengono la residenza fiscale nei 5 anni.
Niente Transizione 5.0 (per ora)
Nessun cenno invece all’attesissimo piano Transizione 5.0, che non dovrebbe infatti essere presente nel disegno di legge di bilancio.
Come è noto il piano Transizione 5.0 prevederà incentivi all’acquisto di beni strumentali che consentiranno alle imprese di accelerare la transizione green.
Non si tratta di una retromarcia, ma di una scelta “forzata”: le risorse per il finanziamento del piano (4,04 miliardi) infatti devono arrivare dal piano RePower EU, sul quale sono ancora in corso colloqui con la Commissione Europea.
Una volta ricevuto il via libera da Bruxelles, l’intervento potrebbe entrare nel maxi emendamento finale al ddl di bilancio o (a nostro avviso più probabilmente) essere oggetto di un provvedimento ad hoc.
Altre misure
Tra le altre misure previste dalla manovra, il rinvio dell’entrata in vigore della plastic e sugar tax fino al 1 luglio 2024.
Ci sarà inoltre il credito di imposta per coloro che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno.
Infine saranno rifinanziati i contratti di sviluppo.
I testi del disegno di legge di bilancio e del Documento Programmatico di Bilancio
Qui trovate il testo del disegno di legge di Bilancio presentato in Parlamento. Le misure per le imprese sono agli articoli da 51 a 54
Qui il testo del DPB, il Documento Programmatico di Bilancio 2024 nel quale il Ministro dell’economia e delle Finanze illustra le principali linee sulle quali si sviluppa la manovra di Bilancio.