I dati dell'IFR

Robotica di servizio, boom di istallazioni: +48% nel 2022

Continuano ad aumentare le istallazioni di robot di servizio, che nel 2022 raggiungono le 158.000 unità, registrando così un aumento del 48% sul 2021. L’industria dell’hospitality e la logistica sono i settori trainanti, ma aumenta l’adozione anche nell’agricoltura e nei servizi di pulizia. Il numero di fornitori di robot di servizio è cinque volte superiore a quelli di robotica industriale, con gli Stati Uniti in testa seguiti da Cina, Germania, Giappone e Francia.

Pubblicato il 26 Set 2023

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Nel 2022 prosegue la crescita della robotica di servizio, con le installazioni di nuovi robot per i servizi professionali che hanno raggiunto le 158.000 unità, registrando così un aumento del 48% sul 2021. Diminuiscono invece le installazioni sul fronte consumer, che riportano una flessione del 12% rispetto alla precedente rilevazione.

Sono questi i dati di consuntivo diffusi dall’IFR (la Federazione Internazionale di Robotica) su trend, le applicazioni e gli scenari della robotica di servizio (i dati sulla robotica industriale sono disponibili in questo articolo).

Considerazioni che, è bene precisare, si basano su un campione di 293 compagnie e non su rilevazioni estese all’intero settore ma che, tuttavia, forniscono indicazioni rilevanti sull’evoluzione e sulle prospettive della robotica di servizio.

Un settore che negli ultimi anni sta registrando una sempre maggior attenzione da parte di fornitori – l’analisi per regione evidenzia che il loro numero è cinque volte maggiore a quello dei fornitori di robot industriali –, ma anche degli utilizzatori che cercano proprio nei robot una risposta alla carenza di manodopera, intesa sia come skill mismatch (e quindi impossibilità di reperire sul mercato le competenze richieste) che come mancanza del numero necessario di lavoratori in virtù di un trend di invecchiamento della popolazione.

Robotica di servizio, le 5 applicazioni più diffuse

Tra le applicazioni dei robot di servizio in maggiore crescita vi è l’industria dell’hospitality (ristoranti, hotel e l’industria del turismo in generale), dove si registra un aumento del 125% nell’utilizzo dei robot destinati ai servizi professionali, con circa 24.500 unità vendute nel 2022. Tali applicazioni, seppur in considerevole aumento, devono ancora superare le sfide legate alla regolamentazione e alla sicurezza in contesti caratterizzati da un’elevata presenza di persone e ambienti in continuo cambiamento.

Il maggior numero di unità si registra invece nella logistica (86.000 unità, +44%), dove i robot di servizio sono sempre maggiormente impiegati per far fronte a una carenza di personale che si è accentuata con la pandemia. Le vendite di robot per ambienti interni aperti al pubblico sono aumentate del 78% e hanno raggiunto quasi 37.300 unità. Molti di questi robot sono destinati alla consegna di cibi e bevande nei ristoranti.

Un’altra industria che sta spingendo sull’automazione robotica è quella agricola (+18%, 8.000 unità), dove le preoccupazioni legate alla sicurezza non rappresentano più una barriera per l’automazione. Più di 5.800 robot (+9%) sono stati venduti per attività agricole come la mungitura e la pulizia delle stalle.

Anche in questa industria i robot vengono impiegati in risposta a delle sfide del settore: alla carenza di manodopera specializzata sis ta aggiungendo un focus sempre maggiore sui temi della sostenibilità. Quest’ultimo aspetto, in particolare, guiderà un’adozione sempre maggiore: secondo l’IFR, infatti, i robot troveranno sempre maggiore impiego per prevenire l’insorgere di problematicità, sfruttando la possibilità di raccogliere dati in tempo reale.

In crescita anche le applicazioni rivolte ai servizi di pulizia (+8%, 6.900 robot), anche in questo caso in risposta a carenza di personale. Ma non solo, perché le applicazioni sono favorite dall’aumento delle funzionalità che caratterizzano questi robot, sempre più in grado di implementare task in maniera autonoma (come, ad esempio, il rifornimento di acqua e lo svuotamento del cestello) e progettati per facilitare le applicazioni attraverso, ad esempio, l’implementazione di un braccio 3D per ottimizzare la pulizia.

In queste applicazioni i robot vengono impiegati in modalità collaborativa a supporto dell’operatore: ad esempio, il robot viene incaricato di pulire gli spazi più ampi, mentre l’operatore si occupa dei “dettagli”. La regione dove si registrano gli investimenti maggiore è quella dell’Asia Pacifica.

In controtendenza il settore medicale, dove il numero di robot impiegati diminuisce del 4% (attestandosi sulle 9.300 unità). Nel dettaglio, sono stati venduti quasi 4.900 robot chirurgici (+5%), ma le vendite di robot per la riabilitazione e le terapie non invasive sono scese del 16% a meno di 3.200 robot.

I robot di servizio per il consumatore

I robot di servizio per i consumatori sono prodotti per un mercato di massa, il che li rende un segmento molto diverso rispetto ai robot di servizio per uso professionale. Le vendite di robot per uso domestico hanno raggiunto circa 5,1 milioni di unità nel 2022, contro le 158.000 unità vendute per uso professionale.

Oggi, la domanda più forte da parte dei consumatori è rappresentata dai robot domestici, le cui vendite nel 2022 hanno raggiunto 4,9 milioni di unità. L’applicazione più utilizzata è la pulizia dei pavimenti domestici interni, con circa 2,8 milioni di robot venduti. I robot aspirapolvere sono ormai comuni nelle case private da molti anni e il dipartimento statistico dell’IFR prevede un potenziale di crescita a due cifre nei prossimi anni.

Come i robot aspirapolvere, anche i robot per il giardinaggio sono già presenti nella vita quotidiana delle persone. Le vendite di robot tagliaerba hanno raggiunto 1,1 milioni di unità nel 2022.

I robot per l’interazione sociale e l’educazione sono il secondo gruppo di applicazioni per i consumatori, con 157.000 unità vendute nel 2022. Mentre le vendite di robot per l’educazione hanno raggiunto quasi 104.000 unità, le spedizioni di robot per l’interazione sociale e di compagnia sono state registrate con circa 53.000 unità.

Robot di servizio, cresce il numero di fornitori: è cinque volte superiore a quello dei fornitori di robot industriale

In cambiamento anche il panorama dei fornitori dei robot di servizio: sono circa mille quelli censiti dall’IFR, dato che è cinque volte superiore rispetto a quello dei fornitori di robotica industriale.

Analizzando il dato per Paese, al primo posto si trovano gli Stati Uniti, seguiti da Cina, Germania, Giappone e Francia.

Analizzando il dato per regioni, invece, al primo posto si posiziona l’Europa, con 426 fornitori (il dato per i robot industriali è di 73), seguita dalle Americhe (258 vs. 9) e dall’Asia, dove si registrano 278 provider di robotica di servizio contro i 95 della robotica industriale.

Per quanto riguarda la dimensione aziendale, l’81% è costituito da PMI, mentre continua il trend decrescente per quanto riguarda le startup.

Robotica di servizio, gli scenari dell’IFR

L’adozione di robot di servizio è in aumento, come abbiamo visto, in risposta alle più grandi sfide che l’industria si trova ad affrontare nel presente (competenze, progressivo invecchiamento della popolazione e ambiente) e trend di cambiamento che stanno spingendo l’industria verso una maggiore centralità dell’uomo a fronte di maggiore efficienza e sostenibilità.

Restano comunque delle sfide che la robotica di servizio dovrà ancora affrontare per facilitare l’implementazione e che, come sottolinea l’IFR, riguardano:

  • l’integrazione nelle infrastrutture esistenti
  • accettazione della tecnologia da parte degli utenti, che potrà essere favorita dalla semplicità di utilizzo anche per gli utenti non specializzati
  • sfide in ambito di regolamentazione: l’interazione con le persone, soprattutto in determinati ambiti applicativi (come nell’assistenza ad anziani e malati) solleva importanti sfide etiche
  • fase ancora embrionale di software e use case che guideranno l’adozione (come nel caso dei robot umanoidi)

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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