La nuova edizione del Global Attractiveness Index (GAI) 2023, strumento di analisi dell’attrattività dei Paesi a livello globale elaborato da The European House – Ambrosetti, rileva un miglioramento significativo per l’Italia, che guadagna tre posizioni rispetto all’anno precedente, piazzandosi al 17° posto. Grazie a questo risultato, l’Italia diventa passa da paese a potenziale di attrazione medio-basso a paese a potenziale di attrazione medio-alto.
Il punteggio ottenuto, 66,3 punti, è di 4,1 punti superiore rispetto al piazzamento 2022, ma resta tuttavia distante da quello ottenuto dai Paesi Benchmark (Francia, Spagna e Germania). La Francia ha un punteggio di 78,9 punti (+12,6 punti) e la Germania di 100 (+33,7 punti). Anche la Spagna, pur posizionandosi al di sotto dell’Italia, mostra un netto miglioramento, con un distacco di soli 1,7 punti. Prendendo a riferimento i Paesi del G7, l’Italia risulta il Paese meno attrattivo, con uno score di 19 punti inferiore alla media.
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Global Attractiveness Index, Italia 11esima nell’innovazione
Il Global Attractiveness Index prende in considerazione quattro macroaree per determinare l’attrattività di un Paese: Apertura, Innovazione, Efficienza e Orientamento e Dotazione. Inoltre, l’indice prende in considerazione quattro aspetti complementari: Dinamicità, Sostenibilità, Orientamento al Futuro e Esposizione al conflitto russo-ucraino.
Apertura, Innovazione, Efficienza e Orientamento e Dotazione
Per quanto riguarda l’Apertura l’Italia si colloca alla 45esima posizione, mentre è 11esima per Innovazione, 56esima per Efficienza e 12esima per Dotazione.
Il punto di forza dell’Italia rimane dunque l’Innovazione, anche se sul punteggio relativo a quest’area non si registrino miglioramenti significativi. Il Paese si mantiene su valori stabili nei KPI 6 e KPI9, rispettivamente tasso di occupazione in settori high-tech e numero di pubblicazioni scientifiche. Si registra un miglioramento di una posizione nell’export di beni high tech (KPI 7) e nell’Indice di dotazione tecnologica (KPI 8), e un peggioramento di una posizione nella percentuale di utilizzatori di internet (KPI 10).
Quanto alla Dotazione, la classifica relativa al Prodotto Interno Lordo pro-capite migliora di 5 posizioni, quella degli Investimenti fissi lordi sul PIL Nazionale di 15 posizioni e quella e l’Indice di Dotazione Naturale di 4 posizioni.
Il Paese mostra però ancora debolezze nell’area dell’Efficienza, dove si colloca al 56° posto.
Luci e ombre sulla Sostenibilità
Sul fronte della Sostenibilità, l’Italia si conferma tra i Paesi ad alta sostenibilità, anche se il 35esimo posto peggiora il risultato del 2022 (era 27esima). Rispetto ai Paesi Benchmark, l’Italia mostra ancora un differenziale di score pari a 19,4 punti. Buone le performance nei KPI legati al consumo di materiali (5° posto al mondo, in crescita rispetto al 6° dell’anno precedente), intensità energetica (17esimo posto, stabile) e aspettativa di vita alla nascita (12esimo posto, +3 posizioni rispetto al 2022).
Rispetto alla media dei Paesi Benchmark (Francia, Spagna e Germania), l’Italia si posiziona 10 posizioni sotto nell’Indice di Sostenibilità complessivo (-2,8 punti di score); 6 posizioni sotto nel pilastro della resilienza (-3,8 punti di score); 14 posizioni sotto nel pilastro della vulnerabilità (-1,9 punti di score); 11 posizioni sotto nel pilastro della Transizione Green (-1,7 punti di score). Infine, se raffrontata ai Paesi che registrano le migliori performance nel campo della sostenibilità, cioè Paesi Bassi, Svezia e Danimarca, l’Italia mostra un differenziale di score pari a 19,4 punti.
Particolarmente critico l’indicatore legato al numero di decessi dovuti all’inquinamento: l’Italia ha 407,8 decessi per inquinamento per milione di abitanti, più del doppio di Spagna e Francia. La Pianura Padana, area più popolosa del Paese, risulta la più inquinata d’Europa, sottolineando l’importanza di avviare politiche decise di riduzione delle emissioni.
“L’Italia presenta, storicamente, ottimi risultati nell’Indice di Sostenibilità, che posiziona il nostro Paese nella fascia di Paesi ad alta sostenibilità”, commenta Valerio De Molli, Ceo di The European House – Ambrosetti. “Tuttavia alcuni KPI ambientali mostrano un quadro drammatico: i morti a causa dell’inquinamento, relativizzati al milione di abitanti, nel nostro Paese sono pari a 407,8 persone, contro i 324,3 della Germania, i 203,4 della Francia e i 190,0 della Spagna. La Pianura Padana ha il record – questo sì veramente poco invidiabile – di regione più inquinata dell’intera Unione Europea”.
Nell’Indice di Dinamicità, l’Italia guadagna 3 posizioni, mentre nell’Orientamento al Futuro si attesta su un livello basso, dovuto a fenomeni strutturali come l’invecchiamento della popolazione, non compensati da prospettive di crescita economica stabili. In particolare, la previsione a 5 anni dell’occupazione non evidenzia significativi miglioramenti, segno che è necessario continuare con l’implementazione di riforme che possano innescare cambiamenti strutturali nel sistema-Paese e incidere quindi positivamente sulla crescita economica di lungo periodo.
Infine, l’Indice di Esposizione al conflitto mostra un miglioramento rispetto al 2022, passando da esposizione media a bassa. L’Italia ha ridotto la quota di gas russo sul totale delle forniture di gas, passando dal 40% all’11%, e ha migliorato la sua posizione anche per l’import di prodotti alimentari.
Le tre proposte dell’Advisory Board
Ogni anno, a partire dalle evidenze del Tableau de Bord, l’Advisory Board GAI elabora una serie di riflessioni per il sistema-Paese.
“Sotto questo profilo, ci sono molteplici azioni che potrebbero e dovrebbero essere implementate per assicurare una maggiore attrattività e stimolare la crescita economica e sociale del Paese, al fine di instaurare un ecosistema imprenditoriale maggiormente compatibile con le necessità di aziende, lavoratori e investitori”, si legge nel report.
Le tre riforme principali suggerite sono un intervento urgente sui salari, un intervento per accelerare la digitalizzazione del Paese, in linea con gli obiettivi del PNRR, e un intervento per favorire l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione.