Nel 2022 la produzione dell’industria meccanotessile italiana è aumentata del 13%, per un valore di 2,7 miliardi di euro, e le esportazioni sono cresciute del 15% (2,3 miliardi euro). I dati sono stati resi noti da Acimit, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile.
Alessandro Zucchi, presidente uscente dell’associazione, ha sottolineato come l’innovazione sia al centro delle sfide che attendono il meccanotessile italiano nel prossimo futuro: “Ora dobbiamo cogliere la sfida lanciata dall’Unione Europea sul Green Deal. Per avere un’industria tessile più sostenibile il ruolo del meccanotessile italiano potrà essere fondamentale”.
Il dialogo avviato dai costruttori italiani di macchine tessili con l’intera filiera tessile ha generato la Green Label, la Digital Ready e, recentemente, l’Indice di Riciclabilità dei macchinari, e rappresenta la condizione indispensabile per un’industria della moda più eco-efficace e circolare.
Indice degli argomenti
I dati del settore
Il 2022 ha rappresentato un ulteriore anno di crescita dopo quanto registrato nel 2021. Tuttavia, nella seconda parte dell’anno le incertezze che caratterizzano l’attuale scenario macroeconomico hanno influenzato anche il settore meccanotessile italiano, che ha dato segnali di rallentamento.
A giocare un ruolo fondamentale per un 2023 ancora in crescita si spera possano essere i risultati dell’edizione italiana di Itma, la principale rassegna mondiale del settore, svoltasi lo scorso giugno a Milano. È stato sicuramente un successo sia per le tante innovazioni tecnologiche presentate che per l’affluenza di visitatori. Ora occorre attendere per quantificare l’effetto sugli ordini.
I costruttori italiani hanno recitato un ruolo preponderante nei nuovi trend tecnologici visti in Itma “L’innovazione risulta essere l’elemento discriminante tra chi guarda al futuro con ottimismo e chi invece sarà costretto a inseguire, spiega Zucchi. E nel futuro ancora di più sarà l’innovazione a fare la differenza nel nostro settore, soprattutto alla luce delle strategie operate dall’Unione Europea in materia di Green Deal. Il terreno su cui l’industria tessile europea gioca la propria competitività è quello della sostenibilità, ambientale, economica e sociale. Sotto la pressione di regolamenti e normative sempre più stringenti, sollecitata dai movimenti ambientalisti e dalle politiche precauzionali sulla sicurezza chimica di alcuni importanti brand, la filiera tessile si misura con tematiche nuove.
Il nuovo presidente
Acimit ha anche provveduto a rinnovare gli organismi direttivi, chiamando Marco Salvadè a sostituire Alessandro Zucchi nel ruolo di Presidente di Acimit.
Nato a Como nel 1967 Marco Salvadè ha iniziato a lavorare presso la Salvadè Srl, società di famiglia nel settore delle macchine per il finissaggio, fondata dal padre e dallo zio nel 1967. Dopo avere fatto parte del consiglio di amministrazione dell’azienda, dal 2021 ne ricopre la carica di Presidente. Salvadè è da tempo attivo anche nella vita associativa. In particolare, dal 2018 ha ricoperto il ruolo di membro del Consiglio Generale Acimit e da marzo 2023 fa parte della delegazione italiana presso Cematex, il Comitato delle associazioni meccanotessili europee.
I nuovi Vice Presidenti sono: Chiara Bonino (Bonino), Federico Businaro (Sperotto Rimar), Ugo Ghilardi (Itema) e Cristian Locatelli (Marzoli).
“Ringrazio l’Assemblea per la fiducia accordata e il mio predecessore Alessandro Zucchi per tutto ciò che ha fatto in questi anni di presidenza al fine di rafforzare il ruolo dell’associazione e dell’industria italiana nel panorama internazionale”, ha commentato il neo eletto presidente. “Con i Vicepresidenti e il Consiglio generale continuerò il lavoro che è stato fatto negli ultimi anni dai precedenti presidenti. Sicuramente non sarà un compito semplice, ma senz’altro stimolante. Il mio obiettivo è di accrescere il senso di appartenenza ad Acimit delle aziende associate con cui condividiamo i medesimi valori e di adeguare le strategie dell’associazione alle mutevoli condizioni che il contesto economico e geopolitico ci propone”.