Il 2022 – anno non semplice per via delle note difficoltà legate alle catene di fornitura – si è chiuso positivamente per Pilz, che per la prima volta ha superato i 400 milioni di fatturato: un bel modo di festeggiare i primi 75 anni di attività dell’azienda tedesca specializzata in soluzioni per l’automazione sicura.
Questi risultati e gli impegni per il futuro sono stati illustrati da Susanne Kunschert, Managing Partner di Pilz GmbH, e Thomas Pilz, Managing Partner di Pilz GmbH.
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Risultati positivi in un anno difficile
L’azienda tedesca specializzata in safety automation ha chiuso il 2022 con un fatturato di 403,3 milioni di euro, un valore che equivale ha una crescita del 15,8% rispetto al 2021, anch’esso positivo per il 22%.
In crescita anche la quota delle esportazioni, salite dell’1,1 % a quota 76,3%: l’area cresciuta di più è quella asiatica mentre il mercato importante rimane quello tedesco.
Sappiamo bene come il dopo-Pandemia sia stato costellato di eventi negativi, dalla scarsità dei chip alle tensioni sui prezzi fino al conflitto in Europa ma Pilz ha sempre continuato a privilegiare la sua capacità di consegna.
Per rimanere al passo con i tempi l’azienda ha pianificato investimenti, fino al 2025, per 38 milioni di euro nella sua sede di Ostfildern (Germania) e nei siti produttivi di Betschdorf (Francia), Bad Ragaz (Svizzera) e Jintan (Cina): i settori preferenziali sono la produzione di schede elettroniche con tecnologia SMD (il montaggio superficiale di componenti miniaturizzati), la produzione dei relè e l’intralogistica.
L’obiettivo è quello di continuare a essere flessibili mediante la connessione in rete e la digitalizzazione, ad esempio utilizzando sistemi di trasporto senza guidatore o costruendo un magazzino automatizzato
Bussola puntata su formazione e Industrial Security
Nel 2022 è cresciuta anche la forza lavoro la cui consistenza è arrivata a 2.399 unità con un incremento del 2,7%, 1010 delle quali in (+ 1,7%). Pilz affronta da sempre la notoria carenza di personale qualificato con la formazione professionale: al 31/12/2022, la sede di Ostfildern occupava 43 apprendisti, di cui 21 studenti provenienti dalla Duale Hochschule Baden-Württemberg e in quest’anno altri 21 giovani inizieranno il loro apprendistato.
Il tema della formazione riemerge anche con riferimento all’attività di Pilz, che è un provider di soluzioni di automazione per la sicurezza. L’azienda offre non solo accorgimenti tecnologici ma anche supporto in termini di servizi e training.
Thomas Pilz ricorda che “nei prossimi anni, il tema della security imporrà a tutta l’industria sfide importanti. Per garantire la produttività, occorre proteggere le macchine da manipolazioni, manomissioni e da accessi non autorizzati. Le aziende devono adattarsi tempestivamente alle disposizioni di legge in continuo cambiamento, come quelle del nuovo Regolamento Macchine o della Direttiva NIS 2: i nostri clienti possono contare sul nostro supporto per tutti questi aspetti”.
Le nuove norme per l’industria
Per l’industria e il settore della costruzione di macchine e impianti sono rilevanti, per la Security, tre nuove disposizioni di legge, in vigore o annunciate: la direttiva UE NIS 2, il nuovo Regolamento Macchine e il Cyber Resilience Act.
La NIS (Network and Information Security) è una direttiva dell’Unione europea tesa a rafforzare la sicurezza informatica: essa era in vigore dal 2016 e ha finora interessato i player delle infrastrutture critiche quali energia, trasporti, banche e finanza, sanitario, e le infrastrutture per approvvigionamento e distribuzione di acqua potabile e quelle digitali.
I fornitori erano tenuti ad adottare “idonee disposizioni e misure di sicurezza” e a notificare eventi gravi riguardo la sicurezza informatica. Thomas Pilz osserva che “la direttiva è stata sostituita dalla NIS 2, entrata in vigore a inizio 2023 e che dovrà essere convertita in normativa nazionale entro l’autunno del 2024. Questa normativa si applica ora anche ai settori della costruzione di macchine e Automotive e, nello specifico, coinvolge le imprese con oltre 50 dipendenti o con un fatturato annuo superiore ai 10 milioni di euro, requisiti in possesso di circa 9.000 imprese europee”. Le aziende dovranno adottare misure tecniche, operative e organizzative per proteggersi da ‘incidenti’ informatici, che dovranno essere comunicati alle autorità competenti entro 24 ore dal loro verificarsi. Saranno obbligatori anche la formazione continua e il training del personale mentre le aziende inadempienti subiranno sanzioni consistenti.
Il Cyber Resilience Act e il nuovo Regolamento Macchine
Un’altra importante normativa sulla Cybersecurity è il Cyber Resilience Act, la cui bozza è stata presentata nel settembre 2022 e che diventerà operativo alla fine del 2024. Esso riguarda hardware e software dei prodotti digitali, siano essi consumer o per applicazioni industriali e riguarda tutto il ciclo vita del prodotto: i produttori dovranno ora offrire gli update software oltre il periodo di garanzia obbligatorio previsto di default.
Il nuovo Regolamento Macchine della UE sarà pubblicato a breve ed essendo un regolamento non è richiesta la preliminare conversione in legge nazionale. Il Regolamento Macchine sostituisce la Direttiva Macchine in vigore e rende obbligatoria la cybersecurity, a differenza di quanto stabilito attualmente. In estrema sintesi esso prescrive che le funzioni di sicurezza della macchina non devono essere pregiudicate da un’alterazione involontaria o intenzionale. Allo stato attuale si può dire che, ottemperando alle prescrizioni del Cyber Resilience Act, si presume la conformità con il Regolamento Macchine.
Chi si occupa di cosa?
Per capire le implicazioni di queste modifiche normative, Thomas Pilz fa l’esempio di un provider di energia elettrica, l’unico ad essere tenuto al rispetto della Direttiva NIS. Con l’avvento di NIS 2, anche i costruttori delle macchine dovranno aderire alla nuova normativa e, per esempio, anche il costruttore di generatori eolici avrà bisogno a sua volta di soluzioni di automazione, sistemi di controllo e sensori.
A partire da una determinata dimensione, anche i fabbricanti di componenti elettrici sono soggetti alla NIS 2, che prescrive la massima attenzione anche riguardo i fornitori. Quindi “un’azienda come Pilz dovrà occuparsi anche dell’implementazione di una supply chain sicura e stabilire requisiti specifici per i propri fornitori, dato che NIS 2 copre tutti gli aspetti della catena di fornitura”.
Un esempio globale
Secondo Thomas Pilz le aziende farebbero bene a prendere quanto prima in considerazione NIS 2 e a svolgere un’analisi olistica della propria security. In questa analisi rientra, ad esempio, la realizzazione di un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (ISMS – Information Security Management System) con certificazione secondo la norma per la sicurezza delle informazioni ISO 27001.Secondo Pilz l’Unione europea ha giocato d’anticipo per quanto riguarda la legislazione sulla security, facendo si che in europa entreranno in vigore le prescrizioni più stringenti e severe al mondo. Sono comunque in corso “armonizzazioni con altri Paesi che adotteranno normative simili. L’Australia, per esempio, sta interagendo con l’UE e si ispirerà probabilmente alle normative europee: ci si può quindi aspettare un’armonizzazione globale per l’Industrial Security”.
Task force e abnegazione dei dipendenti
La storia di Pilz inizia nel 1948 nell’attività vetraria ma già negli anni ‘60 Peter Pilz intravide le possibilità dell’elettronica, riconvertendo l’azienda in quella direzione e iniziandone l’internazionalizzazione.
Negli anni ‘70 ha infatti fondato le prime filiali in Austria, Francia e Svizzera, introducendo anche i primi sistemi PLC in europa.
Negli anni ‘80, sotto la direzione di Renate Pilz, l’azienda ha dato il via alla moderna sicurezza elettronica delle macchine grazie a Pnoz, il primo modulo di sicurezza al mondo poi evoluto in myPnoz.
Gli anni ‘90 e 2000 vedono Renate Pilz riconoscere le potenzialità della digitalizzazione e questa visione non poteva che essere perseguita da e Thomas Pilz, ai vertici aziendali dal 2017.
Susanne Kunschert ha rimarcato che la crescita di Pilz anche in un 2022 complicato “è stata frutto non solo dell’operatività continua di una task force dedicata alle supply chain ma anche della disponibilità di tutti i dipendenti. Essi hanno infatti lavorato in turni supplementari, anche notturni o di sabato, nel corso del 2022 e anche quest’anno.
La Managing Partner di Pilz ha rimarcato che “in generale le supply chain si sono stabilizzate e la disponibilità dei componenti è migliorata ma non si può certo parlare di un recupero completo: la fornitura di semiconduttori, per esempio, è migliorata, ma permangono difficoltà e colli di bottiglia che siamo riusciti a superare grazie all’abnegazione dei nostri addetti”.
Sostenibilità, sicurezza e qualità
Pilz ha da sempre “la volontà di operare in edifici rispettosi dell’ambiente, del risparmio energetico e con attenzione ai costi. Noi intendiamo la sostenibilità in modo olistico e quindi estesa a persone, macchine e ambiente”. L’azienda vuole minimizzare le sue emissioni di CO2 e ha quindi determinato per esempio la carbon footprint di un prodotto. Si è trovato che “la produzione dell’involucro in policarbonato ha emissioni di Carbonio elevate e quindi il reparto Sviluppo sta lavorando per passare a materie plastiche meno impattanti. Collaboriamo anche con la Hochschule di Linz per lo creare materiali non inquinanti e rispettiamo le specifiche delle varie autorità di vigilanza internazionali”.
Anche la qualità è un fattore di sostenibilità: “i prodotti di alta qualità hanno resi e scarti inferiori e Pilz chiede inoltre ai clienti di restituire i dispositivi difettosi o guasti per verificare se possano essere rigenerati. Pilz offre inoltre ai propri clienti tedeschi il ritiro dei prodotti al termine del loro ciclo di vita, cosa che ha consentito una percentuale di riciclo pari al 95%”.
Pilz è attiva nella sicurezza industriale ed è quindi scontato che i suoi ambiente lavorativi “promuovano la salute dei dipendenti: quindi Pilz soddisfa il primo standard internazionale, l’ISO 45001, per i sistemi di gestione di salute e sicurezza sul lavoro”. Questa azienda promuove il lavoro in presenza e ha quindi accolto con favore la fine della pandemia ma i dipendenti possono optare per lo smart working due giorni alla settimana per conciliare al meglio la vita familiare e quella professionale.