“Non abbiamo paura della tecnologia. Non chiediamo a FCA di rinunciare ai 16 robot della Butterfly utilizzati a Melfi per saldare in poco tempo la carrozzeria della Jeep Renegade perché rimpiangiamo di far respirare le esalazioni della saldatura ai lavoratori. Invece di sostenere la tassa futura sui robot chiediamo di ridurre subito il cuneo fiscale”. È uno dei passaggi più interessanti dell’intervista a Marco Bentivogli, appena confermato segretario della Federazione Italiana Metalmeccanici – Fim-Cisl, pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore.
Il segretario si è lungamente soffermato sull’impatto di Industria 4.0 e delle tecnologie abilitanti, come la robotica, sull’economia e l’occupazione. Dietro la disoccupazione – spiega Bentivogli – non c’è il progresso tecnologico, ma – al contrario – il ritardo tecnologico. Perché tecnologia, organizzazione del lavoro e formazione sono tre pilastri del successo, che hanno convinto ad esempio FCA e Whirlpool a fare rientrare in Italia le produzioni.
Industry 4.0 può “diventare un’occasione di rilancio dell’industria”. Ma attenzione – dice Bentivogli – non è un tema che si esaurisca con la tecnologia. Il giudizio sul piano nazionale Industria 4.0 è “largamente positivo”, ma occorre lavorare sulle politiche formative e sull’organizzazione del lavoro. Anche perché il lavoratore del futuro sarà sempre più uno “stakeholder” dell’azienda che, come corresponsabile del successo dell’impresa, deve essere reso maggiormente partecipe. Le relazioni sindacali sono destinate a cambiare e ci sarà sempre più spazio per la contrattazione decentrata.