Lean production e approvvigionamento Just in time: due paradigmi messi in dubbio dalle difficoltà iniziate nel 2022 con la pandemia e proseguite con le tensioni sui chip, sulle materie prime e sull’energia, il tutto acuito dall’invasione dell’Ucraina.
Le interruzioni nelle catene delle forniture stanno infatti portando a riconsiderare questo modello: a dirlo è un sondaggio commissionato da ABB Robotics.
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“Just in case” è meglio?
La plastica dimostrazione di questa riconsiderazione dei modelli produttivi è il ventilato passaggio, da parte degli intervistati, dalle strategie “just in time” a quelle “just in case”: i costruttori pensano di detenere più scorte per proteggersi da interruzioni della produzione non pianificate.
Le domande di questa indagine, condotta in collaborazione con il magazine specializzato Automotive Manufacturing Solutions, sono state poste a 600 esperti globali appartenenti all’ingegneria, ai produttori di veicoli e ai fornitori.
Preoccupazioni condivise
Alcune risposte si sono fortemente polarizzate, con il 62% degli intervistati che ha citato le preoccupazioni riguardo la catena di fornitura come la sfida principale (è stato chiesto di indicarne 3) per la produzione automobilistica. Il 41% ha citato l’impatto dell’aumento dei prezzi dei materiali e dei componenti e il 31% ha indicato l’aumento del costo del lavoro e le carenze nei componenti.
Le risposte dei responsabili in capo evidenziano come la principale preoccupazione sia l’aumento del costo delle materie prime: il 62%dei consensi ha superato il 59% raccolto dall’aumento del costo dell’energia. A pari merito, con il 17%, sono poi la sfida per l’efficienza energetica e quella per una gestione dei costi più rigorosa: ABB è impegnata in questo senso, per esempio con il far parte del Competence Center Made 4.0. Altre risposte sono inoltre evidenziata nell’infografica allegata.
Preoccupazioni e soluzioni
Da queste risposte si evince quindi che avere degli stock di magazzino maggiori di quelli, molto esigui, previsti dalla lean production potrebbe attenuare le preoccupazioni sia per gli approvvigionamenti sia per gli aumenti dei costi di materiali e componenti.
Dalla survey si è infatti visto come i costruttori si stiano orientando a un aumento delle scorte e all’acquisto di materiale sfuso come un mezzo per limitare la loro esposizione ai rischi connessi alle interruzioni della catena di approvvigionamento. Un’altra contromisura è l’instaurare una rete più ampia di fornitori per rendere più stabile la disponibilità delle parti.