Le aziende del Nord-Est pioniere nelle applicazioni industriali dell’Intelligenza artificiale: ecco le loro storie

L’Artificial intelligence offre opportunità senza precedenti per trasformare il modo di lavorare e produrre. Le testimonianze di Barausse, Marmi Corradini Group, Simem, Volteco e Thema Optical che stanno già applicando sistemi di Intelligenza artificiale ai propri processi produttivi. Queste cinque realtà sono le prime protagoniste di un roadshow per l’Italia organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform per sensibilizzare i territori sulle opportunità offerte dall’AI

Pubblicato il 10 Feb 2023

THEMA_TECH

Visto che finora solo il 6% delle imprese italiane ha già iniziato a utilizzare risorse e strumenti dell’Intelligenza artificiale (IA), quelle che lo fanno possono essere considerate delle realtà pioniere in questo campo dalle mille potenzialità ancora da valorizzare. È il caso di cinque aziende del Nord-Est che stanno già applicando ‘sistemi intelligenti’ ai propri processi produttivi: Barausse, Marmi Corradini Group, Simem, Volteco e Thema Optical.

Queste realtà sono state le protagoniste della prima tappa del nuovo roadshow organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub, che si è svolta a Verona e che in due anni toccherà tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’Artificial intelligence (AI).

Su un punto sono già tutti d’accordo: l’Artificial intelligence “offre opportunità senza precedenti per trasformare il modo di lavorare e produrre”. E Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, rimarca: “quello dell’IA è un trend tecnologico e di innovazione su cui il Paese non può rimanere indietro. Bisogna anzi accelerare la Trasformazione digitale, e accelerare l’innovazione nelle filiere anche attraverso l’Intelligenza artificiale”.

L’esperienza di Barausse

Lo testimonia la Barausse di Monticello Conte Otto (Vicenza), che produce porte per interni altamente personalizzate: nel 2022 ha realizzato 50 mila articoli, ciascuno con forte personalizzazione sulle esigenze specifiche del cliente, per un totale di 500 mila diverse fasi di lavorazione.

Comparazioni attendibili sui processi di produzione

“Con l’utilizzo di nuovi algoritmi per l’analisi e l’interpretazione dei dati, siamo in una fase di piena evoluzione del nostro processo produttivo”, rileva Manuel Barausse, direttore operativo dell’azienda: “è fondamentale avere e maneggiare dati corretti e sempre aggiornati, per poter fare delle comparazioni attendibili e rilevanti sui processi di produzione”.

E spiega: “nell’innovare l’azienda ci siamo chiesti cosa serve fare: automatizzare ulteriormente la produzione; monitorarla nel modo più dettagliato possibile; tracciare l’intero processo produttivo, per renderlo più efficiente e a valore aggiunto. E nell’Intelligenza artificiale abbiamo trovato le soluzioni che cercavamo”. Quindi, “abbiamo adottato sistemi tag Rfid, Radio frequency identification, a bassissimo costo, applicati a tutti i pezzi e componenti dei vari prodotti: attraverso antenne e sensori Rfid, monitoriamo tutti i passaggi di ogni singolo pezzo lungo l’intera catena di produzione”.

Ogni pezzo della produzione ‘dialoga’ con le macchine

Dal momento dell’arrivo e dell’inserimento nel sistema di un nuovo ordine, speciali algoritmi definiscono le distinte di base e tutte le stringhe Rfid necessarie alle macchine per lavorare i pezzi necessari. Ogni pezzo e componente attraversa così i vari passaggi e le fasi della produzione e ‘dialoga’ con gli strumenti Rfid e con quelli di Artificial intelligence, scambiando dati e parametri di lavorazione, come tempi di produzione, pressione e vibrazioni dei macchinari, e altro ancora.

In questo modo, i dati non sono caricati nel sistema dall’operatore in carne e ossa, eliminando quindi gli errori umani, ritardi e imprecisioni; è ogni singolo pezzo della produzione che trasferisce i propri dati direttamente alla macchina, tutto procede in automatico, l’operatore non deve intervenire.

Ridurre i tempi di fermo lungo l’intera catena produttiva

“Con 50mila porte personalizzate da produrre in un anno, alla media di oltre 140 al giorno, non è possibile fare di ognuna il modello di prova”, fa notare Barausse, “tutto deve girare al meglio e a pieno regime. Raccogliamo circa un milione di dati dalla produzione, che vanno dall’ora precisa di inizio della lavorazione, al tempo necessario per la produzione e al tempo per arrivare alla fase successiva”.

E il direttore operativo rimarca: “impieghiamo in media 12 minuti per produrre una porta personalizzata, come tempi operativi di lavorazione dei macchinari, che in alcun casi si riducono a 5 minuti. Ma poi ci vogliono settimane per compiere tutto il percorso produttivo. Quindi nel nostro caso non bisogna tanto intervenire sui tempi di produzione, quanto sui tempi di fermo lungo l’intera catena produttiva. E con l’AI si possono analizzare e migliorare tutte le fasi, le varianti, i punti deboli, eliminando le lacune dell’intervento umano”.

Marmi Corradini: tagliare i costi su materie prime ed energia elettrica

Marmi Corradini Group importa e lavora, invece, blocchi di marmo grezzo per ottenere semilavorati, rivestimenti o anche prodotti finiti come i piani in marmo delle cucine. L’azienda negli ultimi 4 anni ha sfruttato molto le opportunità offerte dai vari Piani per l’Industria 4.0, e ha cambiato circa l’80% dei propri macchinari.

“Oggi innovare è ancora più importante, innanzitutto per ridurre i costi collegati a materie prime ed energia elettrica”, fa notare l’amministratore delegato, Cristina Corradini: “in precedenza, i dati sulla gestione degli ordini e delle commesse non venivano utilizzati bene; adesso una nuova soluzione IoT fornisce alla direzione aziendale un report dettagliato sulla produzione ogni lunedì”. Un report che, per ogni metro quadrato di prodotto e per ogni centro di costo, indica ed evidenzia tante informazioni utili che vanno dall’energia e dall’acqua utilizzate, ai tempi operativi di macchina e di manodopera, ai tempi di fermo macchina.

Prima i tempi di analisi erano molto lunghi, ora si sono ridotti a poche ore”, sottolinea Corradini, “tutto ciò permette un controllo più veloce e più preciso dei vari costi di produzione, di migliorare varie criticità e la manutenzione, di ridurre i costi di fermo macchina e quelli energetici”. In pratica, attraverso l’AI “possiamo sviluppare soluzioni semplici per raggiungere gli obiettivi”.

Simem, un ‘Gemello digitale’ per simulare i progetti

Simem Group è un’azienda famigliare che pochi giorni fa (il 4 febbraio) ha festeggiato i 60 anni di attività. È specializzata in macchinari per il settore delle costruzioni – ad esempio ha fornito tutti i macchinari e gli impianti di produzione del calcestruzzo che sono stati necessari per realizzare il raddoppio del canale di Panama, in Centro-America –, con un export attorno all’80% dell’attività totale, e produzioni dirette anche in Germania, Usa, India, Canada.

“Usiamo sistemi di ‘Gemello digitale’, e in questo modo simuliamo tutti gli elementi necessari per realizzare un’opera di costruzione, ad esempio una diga o altro cantiere, rispettando tempi e modi del progetto originale”, spiega Federico Furlani, amministratore delegato di Simem. Queste soluzioni digitali e di Artificial intelligence “sono applicabili a qualsiasi tipo di edificio e costruzione, per questo l’AI rappresenta una vera rivoluzione anche per il mondo delle costruzioni”.

Volteco: migliorare la qualità finale del prodotto

La Volteco di Ponzano Veneto (Treviso) realizza prodotti per l’edilizia, per il recupero e restauro degli edifici, e l’impermeabilizzazione sotto quota. “Inizialmente la produzione in diversi ambiti lamentava una quota del 50% di scarti e prodotti imperfetti e non idonei”, ricorda Andrea Guderzo, socio amministratore in Volteco, “poi da 3 anni utilizziamo sistemi di AI con cui, ad esempio, è stato possibile trovare in quali condizioni di produzione si ottiene la migliore qualità di prodotto, e quindi si tagliano notevolmente gli scarti”.

I sistemi di AI devono elaborare un totale di 320 diversi parametri di produzione degli impianti, che hanno a che fare ‘solo’ con il loro funzionamento, a cui vanno aggiunti tutti quelli collegati invece al miglioramento della qualità finale di prodotto. “Con gli algoritmi di AI è possibile trovare tutte le correlazioni”, osserva Guderzo, “migliorando l’operatività e riducendo i difetti di produzione”.

Thema optical: “Prima disegna e vendi, e poi produci”

La Thema Optical produce montature per occhiali altamente personalizzate e innovative. In questo caso, gli algoritmi analizzano dati e caratteristiche del viso di ogni cliente, e creano montature e occhiali virtuali su misura per il viso di ognuno, che poi il cliente sceglie e quindi solo a quel punto passano in produzione e vengono realizzati.

“Con l’AI possiamo offrire al mercato una vastità di scelta di modelli che prima era impossibile offrire”, sottolinea Roberto Valmassoi, Ceo di Thema Optical, “definiamo il prodotto e la montatura che si adattano al meglio al viso del cliente e che in negozio nella produzione standardizzata non si possono trovare. In pratica, l’IA scansiona il viso del cliente, permette la scelta della montatura virtuale, per poi passare alla messa in produzione del prodotto, quando è già ordinato e acquistato dal cliente. Ciò consente una totale inversione del paradigma produttivo: passiamo dal percorso ‘disegna, produci, vendi’ al percorso ‘disegna, vendi, produci’. Tutto ciò ci permette di annullare il magazzino, e di moltiplicare l’offerta di prodotti e modelli al mercato e alla clientela”.

Cresce l’attenzione verso l’AI

Nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Istat del 2021, solo il 6% delle imprese utilizza sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5%, contro il 24% delle grandi imprese.

Positivo però l’aumento che, secondo dati Ocse, continuano a registrare gli investimenti in capitale di rischio, la ricerca e il numero di talenti riferiti all’intelligenza artificiale, pur se, anche in questo caso, molto inferiori a Paesi limitrofi come Germania o Francia.

Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+22%) ed è previsto che l’AI raggiunga i 700 milioni di euro nel 2025, con un tasso di crescita medio annuo del 22%. L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato come ad esempio Cybersecurity, Big data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano.

Per un’intelligenza artificiale alla portata di tutti

“L’intelligenza artificiale applicata all’impresa, nell’immaginario comune, è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tech”, osserva Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria. “È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese. Infatti, può essere applicata in ogni realtà industriale, a prescindere dalla dimensione, e assicurare benefici in termini di minori costi e maggiore efficienza, contribuendo anche al raggiungimento di criteri ESG sempre più richiesti dal mercato e dagli investitori.

E il presidente di Anitec-Assinform rimarca: “gli investimenti negli abilitatori di trasformazione digitale, come l’Intelligenza artificiale, sono vitali per l’innovazione, per sostenere la resilienza delle imprese e abilitare nuovi modelli di business nonché trasformare filiere ed ecosistemi in tutti i settori”.

Per questo, “dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del PNRR per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo. Siamo convinti che partendo dal territorio, dal confronto diretto e concreto tra e con le piccole e medie imprese si possa fare la differenza e incoraggiare un’adozione consapevole dell’IA”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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