La Lombardia si conferma leader in Italia in tema di innovazione e avanza in modo significativo anche in Europa ma risulta ancora lontana dalle performance registrate dalle principali regioni europee: è quanto emerge dal booklet “Ricerca e Innovazione 2022” curato dal Centro Studi di Assolombarda.
Rispetto al totale italiano, la regione – in cui risiede il 17% della popolazione – concentra il 20% della spesa in ricerca e sviluppo e realizza nelle sue università il 23% delle pubblicazioni scientifiche più citate a livello globale.
Ma non solo: è sede del 27% delle startup innovative, registra il 31% dei brevetti depositati in Europa e occupa il 33% dei lavoratori del manifatturiero high tech.
Indice degli argomenti
I pilastri per l’ecosistema innovativo: capitale umano, competenze digitali, investimento in R&S
Per quanto riguarda il capitale umano, il rapporto sottolinea come, negli ultimi anni, sia cresciuta in Lombardia la quota di laureati nella fascia di età 30-34 anni: dal 29,5% del 2015 al 33% del 2019, con un passo indietro nel 2020 (32,8%) e nel 2021 (31,3%).
Una tendenza che amplia, così, a circa 20 punti percentuali il già notevole distacco dalle regioni europeee “top performer”, vale a dire Cataluña (53%) e Auvergne Rhône-Alpes (51,9%).
Allo stesso tempo, la ricerca ha però rilevato che sempre più giovani sono oggi coinvolti nell’ambito di percorsi di formazione e il numero di iscritti agli Atenei lombardi continua a crescere (+14% nell’anno accademico 2021-2022 rispetto al 2014-2015).
Con riferimento alle competenze digitali, secondo le più recenti analisi della Commissione Europea, la Lombardia presenta, tuttavia, un indice inferiore di circa il 40% rispetto alla media dei benchmark.
Quanto all’investimento in ricerca e sviluppo, tra il 2015 e il 2019, la Lombardia ha investito maggiori risorse in R&S: da 4,5 a 5,3 miliardi di euro annui, ma con un incremento più ridotto rispetto a quello registrato tra i top competitor tedeschi.
La pandemia, del resto, ha segnato una marcata inversione di rotta. Nel 2020 la Lombardia ha, infatti, ridotto gli investimenti: in tema di R&S sono stati spesi 5,1 miliardi di euro, il 4,3% in meno del 2019, un calo superiore rispetto a quello rilevato in Germania (-3,1%), in Francia (-0,4%) e, soprattutto, in cotrotendenza rispetto alla Spagna, dove gli investimenti hanno registrato un aumento dell’1,3%.
Il nodo principale che penalizza le performance della Lombardia ha a che fare con un investimento complessivo strutturalmente insufficiente: 507 euro per abitante, meno di un quinto dei 2.734 euro del “top performer” Baden-Württemberg.
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La filiera della conoscenza: università, ricerca, innovazione
Secondo il rapporto, il sistema degli atenei lombardi è sempre più competitivo a livello internazionale. Continua, infatti, a crescere la reputazione delle migliori università misurata dal QS World University ranking e diventa sempre più significativo il dato degli studenti che provengono dall’estero (+69% tra il 2015 e il 2022, 20 mila iscritti in totale).
C’è però ancora molto da fare: la quota di studenti internazionali sul totale in Lombardia è pari al 6,6%, superiore al 5,4% della Cataluña ma molto inferiore alle regioni tedesche (20%).
In tema di ricerca, nonostante la scarsità di risorse investite, la performance recente rivela un ulteriore avanzamento: la regione, infatti, tiene il passo dei competitor dal 2015, conseguendo importanti traguardi negli anni della pandemia con un incremento delle pubblicazioni pari al +25,8% tra il 2019 e il 2021 (+16,9% in Cataluña, +13,1% in Baviera, +10,2% nel Baden-Württemberg, +6,3% nel Rhône-Alpes).
Una performance che ha permesso di ridurre la distanza dai benchmark, pur permanendo un gap in termini di quantità: i 1.838 articoli scientifici (per milione di abitanti) pubblicati nel 2021 in Lombardia sono ancora inferiori ai 3.202 della Cataluña capofila, ai 2.517 del Baden-Württemberg, ai 2.242 della Baviera e ai 2.320 del Rhône-Alpes.
Caratteristica distintiva della ricerca lombarda nel benchmark europeo è l’elevata diversificazione che rispecchia la polisettorialità dei suoi atenei e centri di ricerca di eccellenza: clinical & life science è l’ambito primario (49% delle pubblicazioni nel 2021), cui si affiancano quote rilevanti in fisica (8%), scienze sociali (8%), chimica (7%), agricoltura/ambiente/ecologia (7%), ingegneria elettrica/elettronica/computer science (6%).
Altrettanto importante è il tema dell’innovazione. Nonostante la robusta crescita degli ultimi anni non sia stata intaccata dalla pandemia (+10,7% le domande di brevetto della Lombardia allo European Patent Office tra il 2015 e il 2021), non è stato colmato l’enorme divario con i top performer della Germania: i brevetti lombardi sono 155 per milione di abitanti, appena un quarto di quelli della Baviera e un terzo di quelli del Baden-Württemberg.
A fronte di questa notevole distanza nei dati aggregati, va però rilevato che la capacità brevettuale della Lombardia si avvicina ai top performer soprattutto nelle vocazioni
tecnologiche e produttive del territorio e, in particolare, nella chimica, nella farmaceutica, nei mobili/design.
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Startup, nell’industria resta ancora ampio il divario con i top performer
Tra il 2015 e il 2019 il PIL lombardo è cresciuto del +6%, accusando nel 2020 una recessione significativa (-8,9%) e una impennata nel 2021 (+7,6%), con un +3,9% l’incremento complessivo nel 2021 rispetto al 2015, grazie a una spinta eccezionale sui mercati esteri (+23% l’export).
Nel settennato sono aumentati anche gli occupati nel manifatturiero high tech (+14,3%) e nei servizi knowledge intensive (+5,6%), stabili invece quelli del manifatturiero medium tech (+0,2%), con una incidenza complessiva di questi settori sul totale economia in salita al 52%.
Il documento si concentra anche sulla nascita di startup, il più grande e diffuso veicolo di trasferimento tecnologico. In Lombardia le nuove iniziative imprenditoriali con tre anni di attività rappresentano il 4,7% del totale imprese attive nel 2019, una quota inferiore al 5,2% in Francia e al 6,3% in Cataluña.
Emergono, però, significative differenze settoriali: nei servizi knowledge intensive, la Lombardia è pressoché allineata alla Cataluña – le startup nei servizi professionali, scientifici e tecnici incidono sul totale imprese per il 5,7% e il 6,0% rispettivamente, nei servizi ICT il 5,8% e il 6,7% –, ma la dimensione media è inferiore soprattutto nell’ICT.
Nell’industria, invece, il divario si amplia: in Lombardia le startup industriali sono il 3% del totale imprese, a confronto con il 5,3% in Cataluña. Alla base della ridotta performance nell’industria c’è essenzialmente una questione di natalità: il tasso di natalità lombardo è più basso, mentre quello di sopravvivenza è allineato ai benchmark.
Differente è il discorso per i settori dei servizi knowledge intensive, dove la maggior tenuta della performance complessiva lombarda beneficia di un tasso di sopravvivenza più elevato che compensa almeno parzialmente la minor natalità.
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“Nonostante il dato lombardo sia ancora superiore rispetto a quello italiano, nel confronto con altre aree europee la regione continua a presentare una minore ‘massa critica’ in tema di capitale umano qualificato, trasferimento tecnologico, brevetti e densità scientifica. Una circostanza che penalizza un tessuto economico trainante ma, comunque, affaticato dall’impatto della pandemia e dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino”, commenta la vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano, Monica Poggio.
“Occorre, in tal senso, lavorare insieme con istituzioni, università, centri di ricerca e corpi intermedi per superare, sin da subito, gli ostacoli che impediscono alla Lombardia di dischiudere le sue grandi potenzialità in tema di innovazione, ricerca e sviluppo, per agganciare le performance dei benchmark europei a beneficio della regione e dell’Italia tutta”, aggiunge.
Il documento
Booklet Ricerca e Innovazione 2022