Nonostante le pressioni inflazionistiche, la crisi energetica, i cambiamenti politici e le conseguenze del conflitto in Ucraina, il settore dell’Information technology italiana nel 2022 continua a correre, con una crescita annua del 7%, per un valore totale di 30,7 miliardi di euro, in netta controtendenza rispetto all’economia generale.
Ecco qualche altro numero e dato importante: il mercato supera i 36 miliardi di euro annui considerando l’intero comparto ICT, il settore del Software cresce del 10%, l’Hardware del 6,4% e i Servizi IT del 6,2%. Continua invece il calo nel settore TLC.
Le tre priorità di innovazione nei prossimi dodici mesi sono la modernizzazione delle infrastrutture e delle applicazioni aziendali verso piattaforme cloud, il miglioramento della resilienza digitale delle infrastrutture e della sicurezza e compliance normativa.
È l’analisi di scenario che emerge dalla presentazione dell’aggiornamento dei dati 2022 dell’Assintel Report, la ricerca sul mercato ICT in Italia realizzata da Assintel – Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali – insieme alla società di ricerca IDC Italia, con la sponsorship di Confcommercio, Grenke e Intesa Sanpaolo.
L’evento è stato anche l’occasione per premiare i vincitori di Assintel Digital Awards 2022, il contest che valorizza le eccellenze tecnologiche del Made in Italy digitale. Per la categoria Intelligenza Artificiale il vincitore è Cyberneid, per la categoria Blockchain è Ecosteer.
I risultati positivi del mercato “sono il segnale che c’è stata una svolta nel nostro mindset: le imprese italiane scelgono di continuare a investire in prodotti e servizi digitali, perché hanno capito che sono indispensabili per garantire produttività, agilità e competitività”, rimarca Paola Generali, presidente Assintel.
Che osserva: “questi dati sono la dimostrazione che il Digitale può essere la variabile anticiclica che ci serve per fronteggiare le difficoltà, ma ora non possiamo permetterci di sprecare questo boost”, questo treno che sta passando, carico anche dei finanziamenti europei anti-crisi e di quelli del PNRR nostrano.
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Occorre governare bene la transizione digitale
E visto che in queste settimane a Roma, tra uno scambio di accuse e uno scambio di poltrone, si sta faticosamente mettendo insieme il puzzle del nuovo governo, la presidente Assintel ammonisce: “i temi su cui vogliamo ingaggiare il nuovo governo sono legati alla governance della transizione digitale. La tecnologia è uno dei fattori abilitanti più potenti che abbiamo a disposizione per una crescita del nostro Paese sia a livello economico che sociale. Auspichiamo che il nuovo Ministero dell’Innovazione sia con Portafoglio, perché la sua missione non dev’essere solo quella di spingere sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, ma deve estendersi prioritariamente al tessuto produttivo nazionale”.
Ci sono i progetti del PNRR da presidiare e mettere a terra, e soprattutto c’è il tema delle micro, piccole e medie imprese, che vanno sostenute e incentivate con nuove regole attraverso cui farle accedere ai bandi per la digitalizzazione e l’innovazione, agevolando gli investimenti.
La crescita continuerà anche nel 2023
Sfogliando tra le pagine del Report, emergono altre tendenze in atto: ad esempio, considerando nel complesso il settore ICT, che include anche le TLC, si rileva che la spesa delle imprese italiane cresce nel 2022 del 5,4% rispetto al 2021, raggiungendo i 36,3 miliardi di euro. Anche le stime per il 2023 seguono questo trend, arrivando a prevedere il superamento di quota 38 miliardi di euro per il nuovo anno.
La spesa per l’IT è quella che contribuisce maggiormente a questo andamento (Il CAGR 2021-2023 è del +6,8%), mentre al contrario, nello stesso arco temporale, il valore del mercato business dei servizi di telecomunicazioni continuerà a diminuire (CAGR -3,5%), influenzato ancora dalla contrazione dei prezzi dovuta alla battaglia competitiva degli operatori.
Data center, lavoro da remoto e migrazione al cloud
Gli analisti di Assintel fanno anche notare: “il dettaglio sull’IT ci restituisce un mercato che investe in progetti strutturati e di ampio respiro, considerando che il 48% di esso è costituito da grandi imprese, che hanno le capacità e l’organizzazione per farlo. In particolare, i Servizi IT, dedicati allo sviluppo, all’integrazione e alla gestione di sistemi e applicazioni, crescono perché orientati a migliorare la resilienza dell’infrastruttura digitale: l’anno si chiuderà a quota 12,1 miliardi di euro, +6,2% rispetto allo scorso anno”.
La spesa per il Software ha la crescita più sostenuta (+10%, pari a 9,6 miliardi di euro), seguito dall’Hardware (+6,4%, pari a 9 miliardi di euro): entrambi continuano a sostenere l’evoluzione del lavoro da remoto, la migrazione verso il cloud e la trasformazione dei data center, anche qui per effetto di grandi progetti di trasformazione digitale.