Le performance occupazionali dei diplomati ITS a un anno dal diploma sono numeri importanti: l’80% dei diplomati ha trovato lavoro nel corso del 2021 e, di questi, il 91% in un’area coerente con il proprio percorso di studi.
Sono cifre che rendono l’idea di quanto le figure professionali – la formazione terziaria professionalizzante, come viene definita dagli addetti ai lavori – che escono dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori) siano preziose e ricercate dalle aziende italiane, come evidenzia il rapporto realizzato dall’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire).
E così, dopo undici anni dal suo avvio, il sistema degli Istituti Tecnici Superiori conferma la sua efficacia in termini di occupabilità. I dati del monitoraggio nazionale 2022 realizzato da Indire su incarico del Ministero dell’Istruzione, mostrano che, su 5.280 diplomati totali, appunto una quota molto alta, l’80% (4.218) ha trovato un’occupazione entro un anno dal diploma, nonostante le restrizioni e le difficoltà causate dalla pandemia.
Mentre “dei 4.218 diplomati ITS che hanno trovato lavoro a un anno dal diploma, 3.836 (il 91% degli occupati) risultano essere in un’area coerente con il proprio percorso di studi”, rimarca il rapporto: “la restante percentuale comprende coloro che non hanno trovato lavoro, oppure che si sono iscritti a un percorso universitario, oppure ancora impegnati in tirocini extracurricolari”.
“L’investimento che stiamo facendo sugli ITS attraverso il Pnrr è strategico, non solo per le ragazze e i ragazzi, ma per l’intero Paese”, sottolinea il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.
Che osserva: “i dati dell’ultimo monitoraggio sugli Istituti Tecnici Superiori confermano l’alta qualità e l’efficacia di questo segmento formativo. Con 1,5 miliardi fino al 2026 puntiamo a rafforzare i percorsi, mantenendo la loro identità e il loro prezioso e specifico rapporto con i territori, e a renderli ancora più attrattivi per i giovani. Vogliamo creare una rete educativa nazionale, per rendere il sistema più solido e integrato, oltre che arricchire l’offerta, in linea con le esigenze del tessuto produttivo e con i nuovi campi dell’economia”.
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I percorsi formativi degli ITS
Gli ITS sono caratterizzati da una flessibilità organizzativa e didattica, da una rete di governance con prevalente presenza delle imprese e dalla capacità di intercettare l’innovazione, con particolare riguardo alle tecnologie proprie del Progetto ITS 4.0.
I percorsi in settori tecnologici d’avanguardia erogati dagli ITS hanno una durata biennale e in alcuni casi triennale e fanno riferimento alle aree della Mobilità sostenibile, Efficienza energetica, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, Tecnologie dell’informazione e comunicazione, Nuove tecnologie della vita e Nuove tecnologie per il Made in Italy, articolata a sua volta in sistema agro-alimentare, sistema meccanica, sistema moda, servizi alle imprese, sistema casa.
Grande richiesta per mobilità sostenibile e meccanica
Dall’analisi dei dati relativi agli occupati nelle diverse aree tecnologiche, emerge che sono l’area della Mobilità sostenibile e il Sistema meccanica a registrare le performance migliori (86% e 85%). Mentre dall’analisi della tipologia contrattuale degli occupati emerge che, a 12 mesi dal diploma, 1.946 diplomati ITS (il 46% degli occupati) hanno trovato lavoro con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato, 1.245 diplomati (29%) sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato o lavoro autonomo in regime ordinario e 1.027 (24%) con contratto di apprendistato di terzo livello.
Ecco qualche altro numero sul rapporto che riguarda gli ITS italiani: gli iscritti ai 260 percorsi ITS monitorati nel 2020 erano 6.874, prevalentemente maschi (72%). Gli iscritti sono in prevalenza giovani: il 38% sono neodiplomati (18-19 anni), mentre quelli tra i 20 e 24 anni sono il 42%. In minor numero gli over 25, che comunque risultano il 20% del totale.