Tra 5G e manifattura sarà un “matrimonio necessario”: il 5G infatti permette non solo di svolgere ogni operazione in modo più veloce grazie a una rete affidabile, ma anche di rivoluzionare i processi e introdurre nuovi modelli di business capaci di modificare gli asset di una fabbrica.
Per fare il punto sul 5G, capire qual è lo stato dell’arte e cosa ci aspetta nei prossimi anni, nel corso di SPS Italia è stato organizzato un convegno per affrontare il tema contemplando le possibilità offerte dallo standard, le opportunità per le imprese e gli aspetti infrastrutturali necessari. L’obiettivo era la diffusione di maggiore consapevolezza sulle capacità di questa innovazione e, in particolare, l’impatto sugli impianti produttivi nel caso della realizzazione di network privati aziendali.
Un evento in un momento cruciale, come spiegato da Antonio Capone, Responsabile Scientifico Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano, che ha moderato l’incontro insieme a Luca Dozio, Direttore dell’Osservatorio, in quanto per le aziende il momento migliore per investire in questa tecnologia è ora: “Le trasformazioni devono essere fatte in modo da essere colte in tempo. La trasformazione digitale richiede che il progetto sia sempre un cantiere aperto”.
Del resto, i vantaggi sono da contestualizzare anche nel momento storico attuale, in cui i processi di transizione digitale in azienda sono valorizzati anche dalle politiche industriali nazionali ed europee. Oltretutto, come ha ricordato Sabrina Baggioni, 5G program director di Vodafone, la stessa attuazione del 5G nel Paese “è frutto di investimenti importantissimi”, sul piano infrastrutturale e anche delle frequenze.
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Come il 5G cambierà l’industria
Il concetto espresso da Capone è importante per comprendere la roadmap che un’impresa deve affrontare per dotarsi di una propria rete 5G.
È emersa tuttavia l’importanza di diffondere la conoscenza dei nuovi processi e delle possibilità che il 5G abilita.
Per Elda Bernardi, Telco&Media delivery manager di Engineering, per l’industria dotarsi del 5G significa “avere la possibilità di far comunicare le macchine tra loro in modo efficiente”, ma anche avere una raccolta di dati con tempistiche rapide e “numerosi apparati connessi”.
In particolare “per il manufacturing, la connettività comporta grande flessibilità di disposizione spaziale e un risparmio, perché non si deve cablare lo stabilimento. Il 5G porta un paradigma completamente nuovo che porta opportunità nuove: la rete permette virtualizzazione, architetture open, cloud native. Ciò vuol dire avere a disposizione scalabilità e un’integrazione molto avanzata, oltre ad automazione”.
5G e automazione
Proprio a proposito di automazione, per Angelo Candian, Business Segment Manager – Digital Connectivity and Power Siemens è ormai “necessario implementare soluzioni affidabili, capaci di gestire protocolli di automazioni che richiedono basse latenze e ridondanza. Il 5G è stato sviluppato in modo da poter rispondere adeguatamente a queste necessità. Parlando di elevate performance, il 5G porta a velocità mai raggiunte, aumento esponenziale dei numeri di nodi connessi in rete in spazi anche ridotti”. La bassa latenza è in particolare un requisito imprescindibile.
In azienda, ha precisato Candian, il 5G “consente di portare innovazioni molto varie come manutenzione assistita, cioè assistenza da remoto e anche la messa in servizio da remoto. La bassa latenza consente nuovi modelli di business ed è utile per esempio ai robot collaborativi e ai veicoli a guida autonoma”. Uno scenario in cui, ha aggiunto l’esperto, “le reti private sono il fattore abilitante, perché il 5G sia davvero disruptive in ambito industriale. Da anni il wireless è stato sviluppato con wifi, che ha dei limiti”.
Per gestire in modo efficiente la grande quantità di processi, è importante avere “un supporto per qualsiasi tipologia di traffico nel campus aziendale, con qualunque estensione e qualsiasi quantità di materiali diversi all’interno”, ha precisato Andrea Del Core, Responsabile Mercato Manufacturing & Logistic Nokia Italia.
5G in azienda, il caso Exor
Il convegno è stata l’occasione per presentare un esempio di implementazione del 5G in un impianto produttivo. Andrea Malagnini, CIO di Exor, holding internazionale che sta testando in Italia il 5G e pianifica la realizzazione di un impianto negli Stati Uniti interamente in 5G: “Le aziende hanno bisogno di flessibilità e di mobilità, chi produce macchine sa che una data macchina non rimarrà in un posto a vita”, ha commentato Malagnini. “Però, la flessibilità a volte cozza con la percezione statica della rete”.
Malagnini ha spiegato che “Con 5G si dispone di una tecnologia unica per fare tutto ed essere sempre connessi”.