Ascani (Mise): “Il piano Transizione 4.0 cambierà per integrare Cloud e Intelligenza Artificiale”

Se per il 2022 non sono previste modifiche sostanziali al piano Transizione 4.0, dal 2023 le cose potrebbero cambiare significativamente. Ne ha parlato oggi Anna Ascani, sottosegretaria del Ministero dello Sviluppo Economico, spiegando che è intenzione del Governo integrare meglio nel piano le tecnologie non hardware, come cloud e intelligenza artificiale

Pubblicato il 18 Dic 2021

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Il piano Transizione 4.0 è stato e sarà un cantiere in continua evoluzione. Nato come Industria 4.0, poi diventato Impresa 4.0 e dal 2020 Transizione 4.0, il piano italiano a sostegno degli investimenti nelle tecnologie abilitanti per la quarta rivoluzione industriale cambierà ancora in futuro per abbracciare quelle tecnologie – Cloud e Artificial Intelligence in testa – che al momento non appaiono nella lista delle “merceologie” dei beni materiali e immateriali ammessi all’incentivo elencate nei famosi allegati A e B. Ne ha parlato Anna Ascani, sottosegretaria del Ministero dello Sviluppo Economico, in un’intervista rilasciata ad Alessandro Longo e pubblicata su Repubblica.it.

Perché se è vero che nel corso di questi cinque anni di vita del piano sono cambiate molte (forse anche troppe) cose, è anche vero che le modifiche hanno riguardato ambiti applicativi (attraverso una pletora di circolari e FAQ) e poi il sistema di incentivazione, passato dalla maggiorazione degli ammortamenti al credito d’imposta. Ma sulle merceologie elencate negli allegati A e B non vi è stato che qualche minimo ritocco, l’ultimo dei quali nella legge di bilancio per il 2018.

Sulla necessità di un intervento di restyling del piano era già intervenuto recentemente, in più di un’occasione, il dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico Marco Calabrò, che aveva parlato della necessità di aprire un tavolo di confronto con le imprese per discutere come migliorare il piano dal 2023 in poi.

Perché – va detto sin da ora – al momento il piano resta com’è. La Legge di Bilancio in discussione in questi giorni in Parlamento non interviene infatti sull’anno 2022 (anche se sono ancora in discussione due emendamenti che potrebbero introdurre la cedibilità dei crediti d’imposta e allungare i tempi di consegna), ma si limita a disporre un rinnovo del Piano per il periodo 2023-2025, a prezzo però di una significativa riduzione delle aliquote o, per meglio dire, di un vero e proprio dimezzamento dei benefici.

Ma torniamo ora alla sottosegretaria Ascani. “Il piano – ha detto – andrà cambiato e corretto per le criticità mostrate”. In particolare “devono essere integrate meglio le tecnologie non hardware, come cloud e la stessa intelligenza artificiale” perché il piano nasceva – argomenta Ascani – con “una totale attenzione al tema hardware”.

La discussione partiva dal recente decreto ministeriale che rende operativo il fondo da 45 milioni per IoT, Intelligenza Artificiale e Blockchain. Un fondo che era stato previsto dalla legge di bilancio per il 2019 (era l’epoca del Governo Conte I con Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio) e che non era ancora partito a causa proprio della mancata emanazione del decreto attuativo. Fondo che, già all’epoca, era stato criticato per la sua ridotta capienza.

“Questo è solo un primo passo”, si difende Ascani. “Altro si farà con il Pnrr soprattutto con i 14 miliardi di Transizione 4.0 come previsto dal programma strategico sull’intelligenza artificiale“.

Nell’intervista la sottosegretaria Ascani tocca anche altri temi interessanti, come il 5G e il tema della formazione. Potete leggere l’intervista integrale qui.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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