Per Italia, Spagna e Portogallo una strategia comune per ridurre il mismatch di competenze

Le tre Cotec di Italia, Spagna e Portogallo hanno firmato un position paper per elaborare una strategia comune per affrontare il problema del mismatch di competenze tra domanda e offerta di occupazione, ulteriormente aggravato dalla pandemia. Un problema più urgente che mai, visto i cambiamenti che interesseranno nei prossimi anni il mondo del lavoro, anche sotto la spinta accelerativa che la pandemia ha inferto alla diffusione delle tecnologie dell’automazione.

Pubblicato il 24 Nov 2021

Cotec Italia, Spagna e Portogallo


La pandemia ha innescato cambiamenti di lunga durata, come la diffusione del lavoro da remoto e l’accelerazione nell’adozione dell’automazione, che impongono di mettere le skill del capitale umano al primo posto nella strategia delle imprese: è questo il messaggio che emerge dal position paper firmato dalla Cotec – fondazione senza scopo di lucro che promuove l’innovazione – e dalle sue omologhe di Spagna e Portogallo.

Tre Paesi che stanno facendo ancora i conti con le conseguenze della pandemia e i profondi cambiamenti che ha innescato. Cambiamenti strutturali di lunga durata, che interesseranno fino a 1500 milioni di posti di lavoro a livello globale entro il prossimo decennio.

A questi si aggiungerà un ruolo sempre più rilevante dell’automazione, che secondo alcuni studi potrebbe mettere a rischio il 12% dei posti di lavoro attuali entro il 2030, mentre circa 30% dei posti di lavoro richiederà competenze completamente nuove.

Il problema del mismatch di competenze in Italia, Spagna e Portogallo

Oltre ad essere stati duramente colpiti dalla pandemia, i Italia, Spagna e Portogallo hanno un altro problema in comune: il grande paradosso del mismatch di competenze, a fronte di una disoccupazione crescente tra i giovani e un numero spaventosamente alto di Neet, ossia di quei giovani non impegnati in un’occupazione (e nella ricerca di un lavoro),  in un percorso accademico o di training professionale.

Per questo, il documento firmato dalle tre Cotec insiste sull’importanza della formazione continua come priorità per affrontare i cambiamenti che stanno interessando e che interesseranno nei prossimi anni il mondo del lavoro, con ritmi sempre più rapidi.

Accanto a questa priorità, la strategia concordata dai firmatari del position paper si concentrerà su rafforzare il sistema educativo, inteso come lo strumento più conveniente per facilitare la trasformazione digitale e sull’incremento della percentuale di adulti in possesso di almeno le competenze digitale di base, con particolare attenzione alla riduzione delle lacune esistenti e attenzione ai gruppi più vulnerabili.

Competenze digitali che, come ha sottolineato il rapporto Desi 2021 (lo strumento con cui la Commissione europea monitora i progressi nel digitale dei Paesi membri) sono ancora mancanti in diversi stati dell’Unione. Dall’analisi delle schede relative ai singoli Paesi emerge che l’Italia è, tra i tre firmatari, il Paese dove la situazione è peggiore, con solamente il 42% della popolazione possiede competenze digitali di base.

La percentuale sale al 52% in Portogallo e al 57% in Spagna. Numeri più in linea alla media europea rispetto all’Italia – che anzi, la Spagna supera di un punto percentuale – ma ancora lontani dall’obiettivo comunitario dell’80% entro il 2030.

Una strategia comune per affrontare il problema

In questi tre Paesi, caratterizzati anche da un sistema imprenditoriale composto in prevalenza di micro imprese e PMI, la pandemia ha evidenziato un problema di forza lavoro legato alla carenza di talenti con nuove competenze digitali.

Caratteristiche comuni che permettono di incorporare una visione aziendale di impatto sociale, locale e regionale che, secondo le tre Cotec, può rappresentare un vantaggio nell’affrontare questa problematica.

“Per rafforzare la nostra missione e per raggiungere gli obiettivi di Next Gen EU, Ccotec Spagna, Portogallo e Italia possono trovare un terreno comune per la cooperazione sia a livello trilaterale che livello europeo”, si legge nel documento.

Una collaborazione finalizzata a:

  • garantire un monitoraggio costante del cambiamento delle competenze necessarie nei settori industriali e manifatturieri, legato ai principali fattori che stanno influenzando il cambiamento
  • identificare i ruoli lavorativi necessari per affrontare le prossime sfide e i fattori di cambiamento in ogni settore specifico
  • aumentare la cooperazione tra il mondo accademico e le imprese
  • sviluppare iniziative al fine di migliorare l’offerta di competenze e qualifiche rilevanti per il mercato del lavoro
  • costruire un ecosistema sostenibile per una cooperazione continua sull’aggiornamento e la riqualificazione della forza lavoro in settori specifici
  • Aggregare e aggiornare continuamente le conoscenze e le informazioni settoriali a livello di Cotec Europa
  • Contribuire al rafforzamento dei sistemi di formazione professionale, inteso come strategia per promuovere la trasformazione e la digitalizzazione dei rispettivi Paesi

“La questione dei talenti è il bene immateriale critico nell’agenda di Cotec Europe, al fine di trasformare e rafforzare le economie dei nostri Paesi”, concludono i firmatari.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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