La pandemia ha innescato cambiamenti di lunga durata, come la diffusione del lavoro da remoto e l’accelerazione nell’adozione dell’automazione, che impongono di mettere le skill del capitale umano al primo posto nella strategia delle imprese: è questo il messaggio che emerge dal position paper firmato dalla Cotec – fondazione senza scopo di lucro che promuove l’innovazione – e dalle sue omologhe di Spagna e Portogallo.
Tre Paesi che stanno facendo ancora i conti con le conseguenze della pandemia e i profondi cambiamenti che ha innescato. Cambiamenti strutturali di lunga durata, che interesseranno fino a 1500 milioni di posti di lavoro a livello globale entro il prossimo decennio.
A questi si aggiungerà un ruolo sempre più rilevante dell’automazione, che secondo alcuni studi potrebbe mettere a rischio il 12% dei posti di lavoro attuali entro il 2030, mentre circa 30% dei posti di lavoro richiederà competenze completamente nuove.
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Il problema del mismatch di competenze in Italia, Spagna e Portogallo
Oltre ad essere stati duramente colpiti dalla pandemia, i Italia, Spagna e Portogallo hanno un altro problema in comune: il grande paradosso del mismatch di competenze, a fronte di una disoccupazione crescente tra i giovani e un numero spaventosamente alto di Neet, ossia di quei giovani non impegnati in un’occupazione (e nella ricerca di un lavoro), in un percorso accademico o di training professionale.
Per questo, il documento firmato dalle tre Cotec insiste sull’importanza della formazione continua come priorità per affrontare i cambiamenti che stanno interessando e che interesseranno nei prossimi anni il mondo del lavoro, con ritmi sempre più rapidi.
Accanto a questa priorità, la strategia concordata dai firmatari del position paper si concentrerà su rafforzare il sistema educativo, inteso come lo strumento più conveniente per facilitare la trasformazione digitale e sull’incremento della percentuale di adulti in possesso di almeno le competenze digitale di base, con particolare attenzione alla riduzione delle lacune esistenti e attenzione ai gruppi più vulnerabili.
Competenze digitali che, come ha sottolineato il rapporto Desi 2021 (lo strumento con cui la Commissione europea monitora i progressi nel digitale dei Paesi membri) sono ancora mancanti in diversi stati dell’Unione. Dall’analisi delle schede relative ai singoli Paesi emerge che l’Italia è, tra i tre firmatari, il Paese dove la situazione è peggiore, con solamente il 42% della popolazione possiede competenze digitali di base.
La percentuale sale al 52% in Portogallo e al 57% in Spagna. Numeri più in linea alla media europea rispetto all’Italia – che anzi, la Spagna supera di un punto percentuale – ma ancora lontani dall’obiettivo comunitario dell’80% entro il 2030.
Una strategia comune per affrontare il problema
In questi tre Paesi, caratterizzati anche da un sistema imprenditoriale composto in prevalenza di micro imprese e PMI, la pandemia ha evidenziato un problema di forza lavoro legato alla carenza di talenti con nuove competenze digitali.
Caratteristiche comuni che permettono di incorporare una visione aziendale di impatto sociale, locale e regionale che, secondo le tre Cotec, può rappresentare un vantaggio nell’affrontare questa problematica.
“Per rafforzare la nostra missione e per raggiungere gli obiettivi di Next Gen EU, Ccotec Spagna, Portogallo e Italia possono trovare un terreno comune per la cooperazione sia a livello trilaterale che livello europeo”, si legge nel documento.
Una collaborazione finalizzata a:
- garantire un monitoraggio costante del cambiamento delle competenze necessarie nei settori industriali e manifatturieri, legato ai principali fattori che stanno influenzando il cambiamento
- identificare i ruoli lavorativi necessari per affrontare le prossime sfide e i fattori di cambiamento in ogni settore specifico
- aumentare la cooperazione tra il mondo accademico e le imprese
- sviluppare iniziative al fine di migliorare l’offerta di competenze e qualifiche rilevanti per il mercato del lavoro
- costruire un ecosistema sostenibile per una cooperazione continua sull’aggiornamento e la riqualificazione della forza lavoro in settori specifici
- Aggregare e aggiornare continuamente le conoscenze e le informazioni settoriali a livello di Cotec Europa
- Contribuire al rafforzamento dei sistemi di formazione professionale, inteso come strategia per promuovere la trasformazione e la digitalizzazione dei rispettivi Paesi
“La questione dei talenti è il bene immateriale critico nell’agenda di Cotec Europe, al fine di trasformare e rafforzare le economie dei nostri Paesi”, concludono i firmatari.