Investire sui giovani: ecco perché Pony partecipa al progetto Al lavoro 4.0

Stefano Marzola, Direttore Operativo Pony racconta i motivi che hanno portato l’azienda a sposare il progetto di social responsibility promosso da Digital360, “Al lavoro 4.0”.

Pubblicato il 29 Ott 2021

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Un percorso formativo gratuito rivolto a quindici giovani Neet (Not in Education, Employment or Training) dai 18 ai 25 anni e finalizzato al loro inserimento lavorativo nel mondo del manifatturiero: è il progetto “Al lavoro 4.0”, promosso da Digital360 e organizzato assieme a Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo. Una delle realtà manifatturiere che hanno deciso di supportare questo progetto di inclusione sociale è Pony, azienda che dal 1958 costruisce macchinari da stiro professionali all’avanguardia per tecnologia costruttiva e affidabilità.

Il direttore operativo Stefano Marzola, in un’intervista rilasciata a Franco Canna, racconta i motivi che hanno portato l’azienda a sposare il progetto.

“Si tratta di un progetto molto innovativo, mirato a sviluppare quello che serve all’azienda e punta sui giovani. L’impegno che abbiamo preso è quello di permettere a persone adeguatamente formate di fare uno stage all’interno dell’azienda, in modo che possano avere uno sbocco finalizzato all’assunzione, se ne avranno i requisiti”, spiega Marzola.

Pony realizza macchine pronte per Industria 4.0: “Nel 2017 abbiamo investito 1,5 milioni di euro in macchine di produzione, nel 2020 500 mila euro, nel 2022 abbiamo un budget di 800 mila euro per macchine integrate nel gestionale e nella rete di produzione”, aggiunge il manager. “Il nostro reparto R&S sviluppa macchine 4.0 per i clienti e abbiamo anche un portale dedicato alla manutenzione e relativa schedulazione e alla verifica dei parametri macchina”.

I 15 giovani selezionati da Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo, che hanno un’età media di 21 anni e appartengono a diverse nazionalità, potranno così entrare in contatto con una realtà che opera in conformità ai paradigmi dell’industria 4.0, che non ha solo natura tecnologica, ma consente di rivoluzionare il modo di fare business.

Il capitale umano – e la sua formazione – sono in questo senso fondamentali. “La formazione è importante per i tecnici che, oltre a capire bene la parte meccanico-elettronica delle macchine devono studiare come si sviluppa il ‘post’, la gestione, il cloud. E poi ci vuole una formazione mirata per i commerciali, che devono proporre le macchine ai clienti facendo comprendere loro che non si tratta solo di uno sgravo fiscale, ma di un nuovo modo di lavorare e di un aiuto concreto per fare business”.

Potete ascoltare il racconto di Stefano Marzola in questo video

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Daniela Garbillo

Giornalista pubblicista con 30 anni di esperienza di redazione, coordinamento e direzione maturata presso case editrici, gruppi e associazioni in diversi settori, dalle tecnologie innovative alle energie rinnovabili, dall'occhialeria al beauty, all'architettura. All'attivo anche importanti esperienze in comunicazione, organizzazione di eventi e marketing.

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