La politica di bilancio dell’Italia – lo aveva anticipato il ministro Daniele Franco – sarà espansiva – cioè in deficit – fino a tutto il 2023. Solo dal 2024, quando avremo recuperato le perdite e la mancata crescita causate dalla pandemia, ci si focalizzerà nuovamente sulla riduzione del deficit strutturale mirando a ricondurre il rapporto debito/PIL intorno al livello pre-crisi entro il 2030.
Ecco allora una legge di bilancio che guarda al triennio 2022-2024 con l’obiettivo dichiarato di “supportare la crescita, sostenendo l’economia nella fase di uscita dalla pandemia, così da recuperare nel 2022 il livello di PIL precedente la crisi, e ponendo le condizioni per aumentare il tasso di crescita del prodotto nel medio termine. Si mira, inoltre, a ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese”.
Il Documento Programmatico di Bilancio – vale la pena ricordarlo – è un modello che il Governo prepara secondo uno schema standardizzato e che contiene il progetto di bilancio per l’anno successivo, con l’obiettivo di saldo di bilancio e le proiezioni delle entrate e delle spese.
Di fatto si tratta di una anticipazione della legge di bilancio in cui però ci sono soltanto i “titoli” degli interventi e i saldi economici. Per conoscere come questi titoli e saldi si trasformino in norme – e sapere quindi in dettaglio che cosa prevedano – occorre aspettare il disegno di legge di bilancio vero e proprio, che il Governo dovrebbe consegnare alle Camere entro qualche giorno.
Fatta questa dovuta premessa, le misure principali citate dal Documento programmatico di Bilancio sono: la riforma degli ammortizzatori sociali, “un primo stadio della riforma fiscale”, le nuove risorse per il reddito di cittadinanza e il fondo per l’occupazione, gli interventi in materia pensionistica “per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario” (quota 102 o 104), le misure a sostegno degli investimenti pubblici e privati (compresa la proroga del superbonus), il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale e per l’acquisto dei vaccini Covid, il congedo di paternità.
E poi ci sono le misure per le imprese. Ecco qui comparire la proroga degli incentivi fiscali collegati a Transizione 4.0, il rifinanziamento della nuova Sabatini, risorse aggiuntive per il fondo per l’internazionalizzazione delle imprese e risorse per il fondo di garanzia per le PMI.
L’unico numero che viene offerto dal Documento Programmatico di Bilancio è in relazione all’intero pacchetto di misure per le imprese appena elencate: si prevede che l’impatto sul PIL nel triennio 2022-2024 sia di -0,218% del PIL nel 2022, +0,110% nel 2023 e -0,006% nel 2024.