Cresce la spesa in Ricerca e sviluppo: dalle imprese manifatturiere il grosso degli investimenti

Nel 2019, cioè prima dell’esplosione della pandemia, la spesa in ricerca e sviluppo intra-muros delle imprese è cresciuta a 16,6 miliardi di euro, pari al 63,2% della spesa complessiva. Nel 2020 il calo è stato del 6,9% e nel 2021 il recupero sarà del 6,2%. Nel complesso la manifattura italiana dimostra di essere attenta soprattutto allo sviluppo sperimentale e di saperlo autofinanziare. I numeri del rapporto Istat.

Pubblicato il 16 Set 2021

leonardo

Nel 2019, cioè prima dell’esplosione della pandemia, la spesa in ricerca e sviluppo intra-muros – quella fatta con personale e attrezzature gestiti internamente – è stata di 26,3 miliardi di euro, con una crescita del 4,1% sull’anno precedente.

Il dato, reso noto oggi dall’Istat, fa segnare anche un aumento della quota della spesa in ricerca e sviluppo sul PIL nazionale, che arriva all’1,47% (nel 2018 era l’1,42%), avvicinando l’Italia al target di Europa 2020 dell’1,53%.

Rispetto al 2018 la spesa aumenta in tutti i settori: privato, cioè imprese (+4,1%) e istituzioni private non profit (+17,2%), e pubblico, cioè istituzioni pubbliche (+5,1%) e università (+2,5%).

Le imprese protagoniste

In termini relativi, a spendere di più tra queste quattro categorie di soggetti sono state le imprese, con 16,6 miliardi di euro (il 63,2% della spesa complessiva). Qui l’aumento della spesa dipende sia da un aumento importante della spesa sostenuta dalle imprese già attive in questo campo nel 2018, sia da un incremento del numero di imprese che hanno svolto attività interne di ricerca e sviluppo. In particolare, l’investimento in ricerca e sviluppo di nuovi soggetti ha pesato per il 3,0% della spesa complessiva.

Con riferimento alle fonti di finanziamento, le imprese autofinanziano la maggior parte della spesa in ricerca e sviluppo: 14,7 miliardi, pari all’85,5% della spesa del settore.

Fin qui i dati di consuntivo sul 2019. Per il 2020, sempre guardando solo ai numeri relativi alla spesa delle sole imprese, i dati preliminari indicano, come era prevedibile nell’annus horribilis della pandemia, un brusco calo della spesa in ricerca e sviluppo delle imprese (-6,9% rispetto al 2019).

Nel 2021 si prevede un recupero importante, con un aumento della spesa del 6,2% rispetto al 2020: un dato che, tuttavia, non sarà sufficiente per tornare ai livelli del 2019. La spesa delle imprese prevista per il 2021 si ferma infatti a 16,4 miliardi di euro.

Lo stop legato alla pandemia non ha invece riguardato il non profit privato e le istituzioni pubbliche: qui i dati preliminari 2020 segnalano un ulteriore aumento della spesa in ricerca e sviluppo intra-muros anche nel 2020: rispettivamente +10,8% e +2,3% rispetto al 2019. In questi due settori l’andamento crescente della spesa in ricerca e sviluppo continua anche nel 2021. In particolare è previsto un incremento di spesa rispetto al 2020 pari al 2,9% per le istituzioni private non profit e al 2,7% per le istituzioni pubbliche.

Manifattura e servizi

La spesa in ricerca e sviluppo – rileva l’Istat – risulta concentrata in pochi settori. Nel 2019 il settore di produzione di macchinari da solo contribuisce per il 12,1% alla spesa complessiva (2 miliardi di euro); seguono la produzione di autoveicoli con circa 1,7 miliardi (pari al 10,2% della spesa), la produzione di altri mezzi di trasporto con circa 1,5 miliardi (9,0%), l’informatica, l’elettronica e il comparto della Ricerca con oltre 1 miliardo di spesa e quote del 7%.

La manifattura resta la principale protagonista delle attività di ricerca e sviluppo privata e copre i due terzi della spesa totale delle imprese, facendo registrare una crescita del 2,4% rispetto al 2018.

A crescere di più però è il comparto dei servizi (+7,8%). In particolare, aumenti importanti si registrano, oltre che nel settore specifico della ricerca e sviluppo (16,1%), nell’informatica (10,9%) e nel commercio all’ingrosso (10,7%).

Meno ricerca, più sviluppo sperimentale

Si conferma il graduale ridimensionamento della ricerca (sia applicata che di base) a favore di attività di sviluppo sperimentale, che raggiungono il 38,8% della spesa totale (contro il 37,6% del 2018).

In dettaglio, la spesa in ricerca applicata, pur confermandosi la principale voce di investimento con circa 10,5 miliardi di euro (39,9% della spesa complessiva), diminuisce di 0,7 punti percentuali rispetto al 2018, continuando la fase discendente iniziata già qualche anno (nel 2015 rappresentava il 45,4% della spesa ricerca e sviluppo). Anche la quota destinata alla ricerca di base è ancora in calo, passando dal 21,8% nel 2018 al 21,3% nel 2019.

La tendenza a investire in attività di ricerca e sviluppo più prossime all’industrializzazione piuttosto che in attività strettamente di ricerca è ancora più evidente nelle imprese, dove oltre la metà della spesa in ricerca e sviluppo proviene dalla componente dello sviluppo sperimentale (circa 9,3 miliardi, pari al 55,9% della spesa totale), in netta crescita  rispetto al 2018 (+7,5%). La spesa in ricerca applicata registra un aumento decisamente più contenuto (+0,3%) mentre la spesa in ricerca di base si riduce (-0,8%).

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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