Secondo le stime contenute nel Wohlers Report il mercato mondiale dell’additive manufacturing e del 3D Printing toccherà nel 2017 i 6 miliardi di dollari e supererà nel 2020 i 10 miliardi. Per saperne di più su queste tecnologie, la cui adozione, tra l’altro, è incentivata anche dal Piano Nazionale Industria 4.0, abbiamo intervistato Enrico Annacondia, coordinatore delle attività di AITA, l’Associazione Italia Tecnologie Additive.
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Ne abbiamo approfittato anche per sfatare (o confermare) alcuni luoghi comuni su queste tecnologie: stampa 3D e additive manufacturing sono sinonimi? L’additive manufacturing consente di realizzare solo pezzi in plastica? È adatto solo per produrre pezzi piccoli e quantità ridotte? Va bene solo per i prototipi, ma non è adatto alla produzione? Produrre un prototipo è costoso?
Abbiamo poi chiesto ad Annacondia quali sono i settori applicativi nei quali l’additive manufacturing ha il maggior potenziale “disruptive” e se l’additive manufacturing possa effettivamente agevolare il cosiddetto reshoring, cioè il rientro in patria di fabbriche che negli scorsi anni sono state spostate nell’Est Europa o nell’estremo Oriente.
Buona visione!