Gli oltre 40.000 dipendenti di Carlsberg nel mondo producono oggi ben 715 tipi di birra con decine di brand, molti dei quali entrati a far parte del gruppo a seguito di acquisizioni. E’ abbastanza facile immaginare la varietà di tecnologie di automazione, le differenze di età degli impianti e del grado di informatizzazione dei sistemi produttivi.
“Complessivamente abbiamo circa 250 linee di packaging: tutti impianti ‘brownfield’ dotati di tecnologie eterogenee, spesso datate”, spiega Marco Farina, Global Operational Technology Manager di Carlsberg.
Per rendere trasparente il processo produttivo, era necessario digitalizzare gli impianti: estrarre valore dai dati è oggi un imperativo categorico, soprattutto in mercati altamente dinamici come appunto quello del beverage.
Per garantire omogeneità e trasparenza operativa nei suoi stabilimenti dislocati nel mondo, l’esigenza di Carlsberg era quella di riuscire a tracciare e documentare in modo certo e affidabile l’intero processo di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti.
Dopo una serie di progetti avviati a partire dal 2012, la vera rivoluzione arriva nel 2018, quando la scelta si indirizza su un set-up basato su tecnologie IoT e cloud-based. La scelta di utilizzare una soluzione basata su Microsoft Azure ha permesso di ampliare l’implementazione agli altri impianti in modo sicuro e rapido: complessivamente i 28 birrifici sono stati trasformati in soli 28 mesi.
“Abbiamo scelto di passare dall’approccio a piramide tipico dei sistemi di automazione tradizionali a uno schema basato sulla convergenza tra i domini IT e OT e sul cloud”, racconta Farina.
Per farlo ha scelto di affidarsi alla Digital Manufacturing Solution Suite di PTC: una soluzione specifica per gli ambienti industriali basata su Microsoft Azure che include la piattaforma Industrial IoT ThingWorx.
I dati vanno dalle linee a un data center locale per essere elaborati e poi vanno in cloud su Azure. Grazie a questo approccio tecnologico è stato possibile possibile sviluppare degli add-on specifici e una piattaforma “smart brewery” che supera il MES e offre supporto decisionale agli operatori.
I dati sono così disponibili a tutti i livelli aziendali, su interfacce web based, arricchiti da dashboard che mettono in evidenza i KPI e da viste tipo “helicopter view” al servizio del top management di gruppo.
“Produrre birra capace di rendere, tanto oggi quanto domani, delle giornate migliori è lo scopo del nostro lavoro in Carlsberg”, commenta Farina. “Questo obiettivo è stato il motore che ha guidato la forte espansione di Carlsberg negli ultimi dieci anni e che, a sua volta, ha generato la necessità di aumentare la capacità di produzione e confezionamento in tutti i nostri birrifici. La digitalizzazione sta guidando il cambiamento industriale e ci offre la possibilità di valutare e scegliere la migliore modalità di approccio al miglioramento. Integrando ThingWorx con i nostri asset produttivi abbiamo migliorato la connettività tra i nostri birrifici, abilitando di fatto la generazione di analytics molto dettagliati del nostro ciclo produttivo”.
L’implementazione della soluzione ha permesso a Carlsberg di ottenere notevoli benefici, con sensibili miglioramenti nella gestione degli asset, come ad esempio la possibilità di monitorare in modo molto accurato gli impianti più critici di fine linea e di misurare l’Overall Equipment Effectiveness, ovvero l’efficacia totale dell’impianto, garantendo così una maggiore costanza del prodotto e della produzione.
“I responsabili di produzione di tutti e 28 i birrifici, nonché il personale Carlsberg nella sede centrale, saranno ora in grado di monitorare e analizzare le operations in tempo reale, sia on site che da remoto”, prosegue Marco Farina. “Carlsberg intende costruire una catena del valore digitale end-to-end, capace di generare un impatto positivo lungo tutto il flusso operativo, dalle previsioni di vendita all’approvvigionamento delle materie prime, alla produzione, al confezionamento e alla logistica, il tutto per servire al meglio i nostri clienti”.