In un clima a tratti surreale, viste le vicende relative al giornale, si è tenuta oggi a Milano la prima delle due giornate del Manufacturing Forum organizzato dal Sole 24 Ore. Dopo il saluto di benvenuto da parte di Giorgio Fossa – polemico nei confronti del mancato intervento di qualche ospite (il riferimento era probabilmente diretto al Ministro Carlo Calenda, ndr) – ha aperto i lavori della giornata Jacopo Brunelli, partner e Managing Director di Boston Consulting Group, la società di consulenza che ha assistito anche il Governo nella redazione del Piano Nazionale Industria 4.0.
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Un treno che non si può non prendere
“I benefici offerti da Industria 4.0 dipendono da settore a settore, con una forchetta compresa tra il 10% e il 35% se si considera il contributo alla riduzione dei costi di trasformazione delle materie prime e tra il 4% e il 15% se si considera invece il contributo all’abbattimento del costo totale della produzione”, ha spiegato Brunelli.
“Quello che però conta veramente è comprendere come cambiare i modelli di business”, ha aggiunto. “Questo è un treno che non si può non prendere”.
Brunelli ha poi affrontato il nodo delle competenze, dell’organizzazione aziendale e dell’infrastruttura IT (con un focus su connettività e sicurezza). È poi intervenuto sul tema dell’occupazione: “Il bilancio sarà complessivamente positivo, ma la trasformazione va gestita”, ha detto.
Alle prese con l’iperammortamento
Successivamente è intervenuto Andrea Bianchi, responsabile delle politiche industriali di Confindustria e membro tecnico della cabina di regia sul Piano Industria 4.0.
“Obiettivo del Piano Nazionale è l’aumento degli investimenti privati per rinnovo parco macchine per colmare il gap dell’Italia, ma è chiaro che non è un percorso che si può fare in maniera rapida e veloce”, ha dichiarato.
Sugli effetti dell’iperammortamento sul mercato, Bianchi ha detto: “Già lo scorso anno il superammortamento ha determinato una ripresa del mercato interno, crediamo che l’iperammortamento accentuerà questo trend, nonostante la mutata congiuntura economica”.
Quale sarà l’impatto del piano Industria 4.0 sul PIL? “Difficile fare una stima, ma se Industria 4.0 diventerà il modello di riferimento e abiliterà il recupero della produttività porrà le basi per tornare alla crescita”.
Sulle difficoltà interpretative Bianchi ha detto: “È uno strumento automatico che ha vantaggi e svantaggi, come ad esempio l’essere naturalmente semplificato. Attendiamo con ansia il Manuale sull’iperammortamento del MISE e la circolare dell’Agenzia Entrate, che offriranno i chiarimenti che aspettano imprese e certificatori”.
Bianchi poi ha anche detto “La scelta di uno strumento limitato nel tempo e valido quindi solo per il 2017 è mirata a massimizzare l’accelerazione degli investimenti, ma una proroga non è comunque esclusa, come è già accaduto lo scorso anno con il superammortamento”.
Da Industry 4.0 a Industry X.0
La giornata è poi proseguita con una tavola rotonda sull’internazionalizzazione che è stata aperta da un interessante intervento di Marco Morchio, Managing Director Accenture Strategy, che ha lanciato l’affascinante concetto di “Industry X.0”, una dimensione nella quale produzione, prodotto ed esperienza del consumatore sono tutte smart.
Lo smart manufacturing
Dopo una tavola rotonda sul tema finanza 4.0, si è poi tornato a parlare di Smart Manufacturing in un panel con Carmelo Mariano, KPMG, Sandro De Poli, AD di GE Italia e Israele, Giuseppe Di Franco, AD di Atos Italia, Stefano Porcellini, DG di Biesse Group, e Emilio Petrone, AD di Sisal Group.
De Poli, (GE), ha parlato delle Brilliant Factories, fabbriche ad alto livello di sensorizzazione nelle quali la manutenzione predittiva è già realtà, grazie ai servizi che GE eroga attraverso la propria piattaforma cloud Predix.
Di Franco (Atos), ha parlato di Pilot Factory, una vera e propria fabbrica 4.0 funzionante, realizzata a Vienna (leggi l’approfondimento qui): “una linea di produzione completa fino alla logistica, dove le aziende possono testare soluzioni e componenti”, ha spiegato. Una realtà resa possibile dalla collaborazione di Atos con partner come Siemens PLM, Sap e altre aziende.
Porcellini (Biesse) ha fatto il punto sulle trasformazioni in atto nell’industria del Legno, con macchine sempre più flessibili e sistemi di produzione connessi tra loro e con i sistemi gestionali. Ne abbiamo parlato con maggiore dettaglio in questo articolo.