Le analisi, le speranze e le previsioni per la ripartenza di alcuni dei più importanti player dell’industria 4.0 e le anticipazioni sugli SPS Italia Digital Days, che si terranno dal 25 al 27 maggio sulla piattaforma Contact Place: sono i temi al centro della puntata di Italia 4.0 andata in onda su Class CNBC il 19 maggio alle 21 sul canale 507 di Sky e che può essere rivista in streaming sul sito dedicato di Milano Finanza.
Ad aprire la trasmissione Francesca Selva, vice president Marketing and Event di Messe Frankfurt Italia, che spiega come la tre giorni digitale permetterà ai visitatori di fare networking in modo mirato, entrando in contatto con una selezione di una novantina di aziende che rappresentano l’offerta più innovativa e completa in termini di tecnologie abilitanti ma, quest’anno, anche di partecipare al matchmaking, che permette di fissare in anticipo gli appuntamenti con le aziende, scegliendo data e orario di preferenza, in un intervallo di tempo che va oltre i giorni dell’evento e che si estende dal 24 maggio al 4 giugno.
“Con senso di responsabilità abbiamo deciso di spostare l’edizione in presenza di SPS Italia al 2022, dal 24 al 26 maggio. Abbiamo preso questa decisione perché gli investimenti per le aziende che dovevano esporre, sia in termini economici che di attrezzature e di accordi con le case madri (l’80% dei nostri espositori sono stranieri) non consentivano di organizzare la fiera fisica come avremmo voluto. Questo momento di sospensione, però, ci ha dato forti stimoli di confronto, tra cui la possibilità di creare una piattaforma digitale, Contact Place, sulla quale abbiamo fatto girare una serie di eventi, trasmettendo contenuti innovativi delle aziende espositive, che ci hanno permesso di rimanere in contatto con la nostra rete di stakeholder. Su questa piattaforma organizzeremo gli SPS Italia Digital Days, con un programma di tavole rotonde, convegni, come quelli che si tenevano dal vivo, sulle tematiche principali, dall’automazione avanzata alla robotica e meccatronica, da software e digitale all’additive manifacturing”.
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Il mercato è effervescente ma la criticità sono le materie prime
E gli SPS Italia Digital Days saranno anche un momento di riflessione sullo stato di salute del comparto che, in questo avvio di 2021, sembra dare risultati anche superiori alle aspettative.
“Il mercato ha ripreso vigore, forse in modo ancora più robusto rispetto alle migliori aspettative”, sottolinea Giuliano Busetto, Head of Digital Industries, Siemens Italia. “I segnali che già avevamo lo scorso anno e che si sono confermati nei primi mesi del 2021 indicano una situazione in forte movimento. Abbiamo visto la ripartenza delle macchine utensili e la continua ripresa del mercato del packaging. Casomai il problema può essere quello delle consegne perché le fabbriche sono pronte ma mancano componenti elettronici, ci sono problematiche sull’aumento dei costi delle materie prime, e forse anche un po’ di speculazione. Ma sono convinto che vedremo un 2021 veramente forte e anche un 2022 in ripresa, sia per il sostegno del recovery plan, che per il calo della pandemia”.
Sulla stessa linea anche Francesco Nanni, Field Business Leader Integrated Architecture Rockwell, che parla di previsioni di crescita a doppia cifra. “Una ripresa della quale beneficeranno tutti i settori – spiega – anche in quelli che già avevano tenuto lo scorso anno, perché stimolati a produrre materiale contro la pandemia, come mascherine e altro che hanno portato un grande boost in segmenti di mercato come il tissue converting. Questo, però, ha fatto crescere la domanda di materie prime e mi fa un po’ specie che non sia stata prevista creando la carenza che ci troviamo ad affrontare. Forse ci si doveva svegliare prima e anche se tutti stiamo cercando contromisure per tornare alla normalità il prima possibile, la sensazione è quella di trovarsi con strascichi di questa situazione ancora a fine estate”.
La trasformazione digitale e la sostenibilità, ecco le sfide del ‘nuovo’ 4.0
La sfida, comunque resta quella della trasformazione digitale delle imprese visto che il 28% degli investimenti del PNRR andrà nella direzione della digitalizzazione del paese.
“Questa nuova iniezione di risorse aiuterà sicuramente le aziende manifatturiere – spiega Gianmichele Piciocco, Marketing Manager South Emea di Mitsubishi Electric Europe – ma il dubbio è se le imprese sanno veramente dove vogliono andare. Di transizione e industria 4.0 si parla ormai da 10 anni, ma le realtà che hanno messo in campo azioni concrete in questo campo sono nell’ordine del 20%. C’è tanto da fare e, probabilmente, avere un supporto esterno aiuterà tutti quanti. Quello che ci sarà da aggiungere, dal nostro punto di vista, sarà il valore umano, l’expertise, perché ormai in molti hanno prodotti che vanno nella direzione del 4.0, ma il problema è trovare qualcuno che realmente accompagni le piccole e medie imprese in questo percorso”.
Digitale che, sopratutto in questo ultimo anno, si è sviluppato anche su alcuni temi strettamente connessi alla pandemia. Come sottolinea Marco Gamba, Industry Innovation and Communication Leader di Schneider Electric, “da un lato ci sono i costruttori di macchine che hanno scoperto, in modo importante, quanto sia necessario predisporre le linee le macchine in modo che siano connettibili per raccogliere dati fondamentali per vendere servizi che fidelizzano i clienti e, sopratutto nell’ultimo anno, per fare messa in servizio da remoto”. C’è però un’altra sfida, che riguarda principalmente l’industria alimentare e che è quella della sostenibilità diventata un valore aggiunto molto importante. “Si lavora per produrre beni che siano sostenibili, che in questa transizione più che una moda sta diventando una cosa che il consumatore finale va a premiare”.
Busetto: “Transizione 4.0 fondamentale per la sostenibilità”
E se i temi della digitalizzazione restano quelli fondamentali per la crescita e la competitività del nostro paese non manca un po’ di amarezza per un mondo, quello della politica, che sembra averlo dimenticato troppo presto.
“Se devo fare una critica al mondo della politica – dice Busetto – è quello che negli ultimi mesi non ho più sentito parlare di transizione 4.0, se non in qualche ripiego di giornale, perché l’aspetto dei vaccini è sempre in primo piano. Ma investire in digitalizzazione aiuta anche la sostenibilità e una delle obiezioni che la commissione europea sta muovendo al nostro piano è proprio il fatto che bisogna fare in modo che gli investimenti siano su settori che possono garantirla. E per questo investire sulla digitalizzazione, sull’ingegneria a distanza, sul virtual commissioning e su tante tecnologie innovative, aiuta sicuramente ad avere minori scorte, a ridurre il time to market, a rendere più competitive le imprese, a viaggiare meno gestendo gli impianti a distanza. Sono tutti aspetti che devono essere evidenziati e che mancano come priorità all’interno dell’agenda politica”.
L’approccio Kaizen di Mitsubishi Electric
Ma un approccio alla transizione. 4.0 può passare anche da scuole di pensiero particolarmente innovative, come quella del “Kaizen Level” portata avanti da Mitsubishi Electric.
Il punto è supportare a piccoli passi le imprese al fine di creare valore. “Il problema è avere un’idea chiara di dove si sta andando”, spiega Piciocco. “Non è più un problema di prodotti, ma di capire il ritorno di investimento reale ed efficiente per ogni attività di un’azienda. Se fossi un imprenditore e dovessi andare incontro alla trasformazione nel 4.0 mi troverei davanti a un oceano di informazioni, che rischiano di creare confusione e di non poter avere una visione chiara sul ritorno di investimento. L’approccio per Mitsubishi Electric è quello del ‘passo dopo passo’, che arriva dalla filosofia Kaizen, dal miglioramento continuo, dal segmentare il percorso e raggiungere il risultato per piccoli passi”.
Una serie continuativa di questi passi “crea un percorso che porta allo smart manufacturing attraverso il concetto base dell’OEE, l’Overall Equipment Effectiveness”.
In concreto si tratta di “fare una segmentazione della disponibilità del bene quando la macchina lavora, fare un’analisi delle prestazioni, dei pezzi prodotti rispetto ai teorici, verificare la qualità del risultato: ognuno di questi parametri può essere migliorato al fine di influire direttamente sul costo totale, che è una parte della competitività dell’azienda”.
Da Industria 4.0 a Società 5.0, la sfida della digitalizzazione è la presenza umana
Ma mentre il mondo occidentale è ancora alle prese con i temi di industria 4.0, nei paesi più avanzati, come il Giappone, si è già fatto un ulteriore passo avanti.
“In realtà già dal 2018 si parla di Society 5.0 – spiega Piciocco – con una visione che inserisce l’essere umano all’interno di un flusso di digitalizzazione. L’iperconnessione di tutte le aziende, la possibilità di condividere esperienza tra le varie imprese per ottimizzare il flusso di produzione, con soluzioni ottenute da un’azienda che vengono immesse sul mercato e sono subito disponibili, aiuta tutti a crescere”.
Oggi, per esempio, la building automation funziona in maniera isolata. Invece sapere quante persone saranno dentro una sala, collegando il sistema di prenotazione con la building automation, potrebbe far sì che la temperatura all’interno della sala sia regolata in maniera ottimale, senza sprechi. “La nostra prenotazione di una sala meeting fa sì che l’azienda risparmi, che si consumi meglio l’energia e che tutta la società possa beneficiare di una cosa apparentemente banale come una prenotazione”.