Piscine, palestre, ristoranti, cinema e teatri: proposte e linee guida per riaprire, anche grazie all’innovazione

Le linee guida proposte per procedere alla graduale riapertura di piscine, palestre, ristoranti, cinema e teatri. Per quanto riguarda l’attività natatoria, il progetto “Piscine 4.0” spiega come sia possibile tornare a praticare attività sportiva in tutta sicurezza, grazie all’innovazione.

Pubblicato il 16 Apr 2021

Impianto pilota _Erba

Riaprire gli impianti natativi, in sicurezza, grazie a nuovi standard innovativi, insieme a palestre, cinema, teatri e ristoranti. A quasi 15 mesi dallo scoppiare dalla pandemia, le Regioni pensano alla ripartenza e propongono i protocolli da seguire nel documento “Linee Guida per la riapertura” redatto dall’apposito gruppo tecnico e inviate al Governo.

Il documento contiene indicazioni in merito ai protocolli di sicurezza da seguire per far ripartire alcune delle attività che sono state più penalizzate dalla pandemia. Attività che, nel caso delle piscine, possono tornare a svolgersi grazie anche a nuovi standard innovativi, come suggerisce il progetto “Piscine 4.0”, nato da uno sforzo congiunto di ingegneri, docenti e associazioni di categoria, per dimostrare che anche in tempo di pandemia è possibile tornare a praticare sport.

Piscine e palestre, le indicazioni per fare sport in sicurezza

Almeno 2 metri di distanza, registro degli utenti mantenuto per almeno 14 giorni e tanta pianificazione: ecco come secondo il documento si potrà tornare a usufruire degli impianti natativi.

Le indicazioni partono da quei protocolli che abbiamo ormai imparato a conoscere: rilevazione della temperatura consigliato, divieto di accesso per i soggetti con temperatura superiore a 37,5 °C, distanziamento interpersonale che, in questo caso, deve essere di almeno 2 metri, sia in vasca che negli spogliatoi, percorsi differenziati (ove possibile) per l’entrata e l’uscita, obbligo di disinfettarsi le mani con apposito gel all’ingresso e dispenser disposti nelle aree di maggior transito delle strutture.

È consigliato, al fine di evitare assembramenti, pianificare le attività in modo dettagliato e privilegiare le prenotazioni. Si raccomanda di fornire agli utenti sacchetti per riporre i propri oggetti e indumenti personali. Il numero dei clienti che possono accedere deve essere calcolato dal gestore secondo le indicazioni date: 7 mq di superficie di acqua a persona, una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone e distanziamento di almeno 1 m tra le attrezzature.

L’uso della cuffia dovrà essere obbligatorio, così come farsi una doccia (con sapone) prima di entrare in vasca. Per ridurre le possibilità di contagio all’interno della vasca, occorre rispettare le indicazioni anche in merito alla quantità di cloro libero in vasca, che deve essere compreso tra 1,0 – 1,5 mg/l (cloro combinato ≤ 0,40 mg/l; pH 6.5 – 7.5).

A questo si aggiungono misure per garantire il naturale ricambio di aria negli ambienti, mentre per le strutture dotate di impianti di condizionamento deve essere disattivata la funzione di ricircolo dell’aria. Le indicazioni contenute nel documento sono rivolte a piscine pubbliche e alle piscine finalizzate ad uso collettivo inserite in strutture già adibite in via principale ad altre attività ricettive (es. pubblici esercizi, agrituristiche, camping, etc.), mentre non riguardano le piscine ad usi speciali di cura, di riabilitazione e termale, nonché le piscine inserite in parchi tematici o strutture ricettive, balneari o di ristorazione ove non sia consentita l’attività natatoria, per le quali, limitatamente all’indice di affollamento, sono previste specifiche indicazioni.

Per le palestre sono previsti protocolli simili, con l’obbligo di distanziamento di 1 m tra gli utenti, che sale a 2 m durante la pratica di attività sportiva e l’obbligo di disinfettare la macchina e gli attrezzi utilizzati, dopo ogni singolo utilizzo.

Il progetto Piscine 4.0

Alla riapertura degli impianti natativi è dedicato anche il progetto “Piscine 4.0”, nato nel 2020 in seguito alla chiusura forzata degli impianti natatori e alla successiva imposizione delle distanze di sicurezza in vasca indicate dagli enti preposti, con l’obiettivo di indagare sulla ragionevolezza delle misure adottate.

In seguito ad un importante accordo siglato tra soggetti istituzionali e non, è stato costituito un gruppo di lavoro che ha compilato una prima relazione, inviata alla Regione Lombardia qualche giorno fa, che offre spunti di riflessione importanti evidenziando come, con un nuovo approccio metodologico e scientifico, impianti come quelli natatori presentino intrinsecamente rischi di contagio ben inferiori a quelli di altre strutture oggi aperte.

Il progetto punta a definire standard innovativi e uno specifico protocollo di fruizione degli impianti natatori da parte degli utenti, basati su procedure di sanificazione e sistemi di rilevazione e controllo, ispirati ai dettami scientifici dell’ingegneria della sicurezza.

“Piscine 4.0” si pone l’ambizioso obiettivo di coniugare l’utilizzo sicuro degli impianti rispetto al contagio con una gestione economicamente sostenibile. I primi test già attuati su impianti pilota e gli studi effettuati nei mesi scorsi, confermano che le piscine sono luoghi a basso rischio di contagio, al di sotto di altre attività oggi consentite.

Il piano, inoltre, si pone l’obiettivo di traghettare l’impiantistica sportiva ad un nuovo standard in termini di efficienza e sicurezza. Il controllo microclimatico tramite sensoristica in continuo, i nuovi materiali biocidi ed efficaci trattamenti di sanificazione, progettati con standard innovativi e gestiti tramite modelli organizzativi dinamici, sono le armi che la scienza e la ricerca forniscono per superare la sfida della pratica sportiva in tempo di pandemia.

Il piano, accolto con favore da diverse associazioni di categoria, ha concretizzato l’idea di Mario Foti (MFTech), ingegnere esperto di innovazione con esperienze nel ruolo di presidente in società partecipate attive anche nel comparto dell’impiantistica sportiva.

Il progetto ha preso piede grazie a uno sforzo congiunto, che ha visto la partecipazione di Maurizio Masi, Professore ordinario di Chimica Fisica Applicata presso il Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano, la Federazione Italiana Nuoto – Comitato Regionale Lombardo (rappresentata dal presidente Ing. Danilo Vucenovich), Angelo Gnerre, gestore di diversi centri natatori e infine la Biokosmes  S.r.l, azienda di sviluppo e fabbricazione dispositivi medici e prodotti cosmetici, che ha permesso di effettuare test sul campo con i suoi laboratori.

I primi test sono stati avviati grazie alla collaborazione dell’impianto natatorio di Erba, che ha permesso di applicare i nuovi standard su una struttura già esistente. A breve il progetto verrà attuato anche su un impianto in costruzione per il quale verranno definiti nuovi standard di progettazione, l’utilizzo di materiali e soluzioni tecnologiche ed organizzative innovative affinché possa diventare un centro pilota da utilizzare per la raccolta dati e lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia.

Le linee guida per i ristoranti

Oltre alle indicazioni sulle prenotazioni, registro degli utenti, rilevazione della temperatura, predisposizione dei dispenser per gel disinfettante e ricambio di aria già descritte, le linee guida per le attività di ristorazione (che includono ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e attività di catering) prevedono il distanziamento tra i tavoli di almeno 2 m per gli spazi interni (che scende a 1 m all’esterno), obbligo per i clienti di indossare la mascherina quando non si è al tavolo (e per il personale durante tutto il servizio) e suggerimento di preferire menu online o plastificati.

Il documento raccomanda, laddove possibile, di preferire gli spazi all’aperto (sempre mantenendo il distanziamento di 1 m), dove secondo gli esperti il rischio di contagio è molto inferiore rispetto agli ambienti chiusi. Per le consumazioni al banco dovranno essere rispettati 2 m di distanziamento, mentre la modalità buffet è consentita solo su erogazione da parte del personale o con predisposizione del cibo in mono porzioni.

Infine, sono consentite attività ludiche (come il gioco delle carte) a patto che sia rispettato il distanziamento e che gli oggetti utilizzati vengano disinfettati frequentemente.

Cinema e spettacoli dal vivo, solo posti a sedere

Non è consentito assistere a spettacoli dal vivo o film in piedi, per garantire il rispetto del distanziamento interpersonale che deve essere di almeno 1 m (sia frontalmente che lateralmente) se si indossa la mascherina e di 2 m senza mascherina (che va però indossata se ci si alza dal proprio posto).

Inoltre, mascherina obbligatoria per il personale e distanziamento di almeno 2 m tra artisti e pubblico. Nel caso di concerti e produzioni liriche, sono previste specifiche misure per i musicisti, differenziate anche a seconda degli strumenti utilizzati, tra cui: i musicisti possono rimuovere la mascherina quando si trovano al loro posto (devono però indossarla in entrata e in uscita), pur rimanendo distanziati tra loro di almeno 1 m (1,5 m per chi suona strumenti a fiato); il direttore di orchestra deve rispettare il distanziamento di 1,5 m con la prima fila di musicisti e i distanziamento laterale di 1 m e frontale di 2 m per i componenti del coro.

Per le opere teatrali, si applicano le disposizioni di distanziamento e di utilizzo dei dispositivi di protezione (guanti inclusi) tra artisti e truccatori/costumisti/operatori per l’utilizzo dei camerini.

Più complicata la situazione per le produzioni di danza dove, per la natura dell’attività, è più difficile l’utilizzo dei dispositivi di protezione personali. Qui il comitato tecnico consiglia, ove possibile, di preferire le lezioni online e di ridurre il numero di spettatori in presenza e il rispetto della distanza di 1 m tra i ballerini quando non impegnati nelle attività.

Il documento

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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