Mentre si attendono le misure del decreto Sostegno, che al capitolo lavoro dovrebbe dedicare un corposo pacchetto di misure tra cui la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno, l’allungamento a fine anno della Cig Covid-19 e una misura che dovrebbe facilitare i contratti a termine, sul mercato del lavoro piovono le poco rosee previsioni dell’indagine condotta da Manpower Group: nel secondo trimestre 2021, a livello nazionale si prevede un calo dell’occupazione netta pari al 2%; la situazione migliore è quella del Nord Est, mentre il settore più vivace è quello degli “Altri servizi”.
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Cautela tra i datori di lavoro
Secondo lo studio, i datori di lavoro italiani prevedono “cauti piani di assunzione” per il secondo trimestre del 2021. Il 12% dei datori di lavoro si attende un aumento delle previsioni occupazionali, il 9% un decremento, mentre il 75% non prevede alcun cambiamento; il risultato della prospettiva di occupazione netta è pari al +3%. Adeguando i risultati alle variazioni stagionali, la prospettiva raggiunge il -2%. Le prospettive di assunzione sono più deboli rispetto al trimestre precedente e rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, diminuendo rispettivamente di 4 e 10 punti percentuali.
I datori di lavoro di tre regioni su quattro si aspettano di ridurre le previsioni di assunzione durante i prossimi tre mesi. Le prospettive più basse sono previste nel Centro Italia con una prospettiva di occupazione netta del -5%, mentre si attestano rispettivamente a -2% e -1% nel Nord Ovest e nel Sud/Isole. Un lieve incremento dei posti di lavoro è invece atteso nel Nord Est Italia, con una prospettiva del +1%.
I datori di lavoro in quattro dei sette settori industriali prevedono una diminuzione delle previsioni occupazionali durante il prossimo trimestre. I datori di lavoro del settore Ristoranti e Alberghi segnalano prospettive di assunzione poco incoraggianti con una prospettiva di occupazione netta del -24%. Altrove, i datori di lavoro nel settore “Altra produzione” prevede un crollo del mercato del lavoro con una prospettiva del -7%, mentre la prospettiva si attesta rispettivamente a -2% e -1% nel settore manifatturiero e nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio. Tuttavia, un aumento della forza lavoro è previsto in tre comparti, in particolare nel settore degli Altri servizi con una previsione del +6%. I datori di lavoro del settore delle costruzioni prevedono un modesto aumento della forza lavoro con una previsione del +5%, mentre la previsione del settore dei Servizi finanziari e commerciali è del +2%.
Differenze tra piccole e grandi realtà
I datori di lavoro che hanno partecipato all’Indagine sono classificati in una delle quattro dimensioni dell’organizzazione: le microimprese hanno meno di 10 dipendenti; le piccole imprese hanno fra i 10-49 dipendenti; le medie imprese hanno fra i 50-249 dipendenti e le grandi imprese hanno fra i 250 o più dipendenti. I datori di lavoro delle medie e grandi imprese prevedono un aumento limitato della forza lavoro nei prossimi tre mesi che riportano prospettive di occupazione netta del +3%. Tuttavia, i datori di lavoro di piccole e microimprese si aspettano di ridurre il livello di occupazione, rispettivamente del -5% e -4%.
L’analisi di Manpower Group
“L’Indagine relativa alle previsioni occupazionali di ManpowerGroup evidenzia che le intenzioni di assunzione in Italia per il secondo trimestre del 2021 si mantengono caute, con un valore pari a -2%. A distanza di un anno dallo scoppio della pandemia, le imprese mostrano ancora molta prudenza nel prevedere aumenti del personale. Solo le aziende del Nord Est prevedono una lieve crescita, mentre nel resto dell’Italia le prospettive di occupazione si mantengono negative”, spiega Riccardo Barberis, amministratore delegato di ManpowerGroup in Italia. “I settori sono connotati da un duplice orientamento: il comparto manifatturiero e dell’ospitalità risentono della crisi economica post Covid, mentre nel settore dei servizi e delle costruzioni si prevedono assunzioni. Oggi dunque le aziende e le persone continuano ad essere chiamate a misurarsi con il costante cambiamento: le nuove tecnologie subentrano repentinamente e i cicli economici sono sempre più brevi e I modelli di business evolvono. Per dare nuovo impulso al mercato del lavoro sarà dunque centrale il rafforzamento delle politiche attive e un continuo investimento in formazione, arricchendo o riqualificando le competenze delle persone in azienda, in un percorso costante di miglioramento professionale”.