Al termine della seconda giornata di presentazione del programma di Governo alla Camera dei Deputati, il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi ha raccolto le sollecitazioni emerse nel corso del dibattito parlamentare per la fiducia (che ha poi ottenuto).
Nel corso della sua replica Draghi si è soffermato sulle strategie del Governo per rilanciare le piccole e medie imprese.
Il primo punto è l’emergenza. Su questo Draghi spiega che “quel che è stato fatto da noi (l’Italia, ndr) ricalca abbastanza bene e da vicino ciò che è stato fatto in altri paesi europei, almeno dal punto di vista qualitativo”. In altre parole, il giudizio sulla gestione dell’emergenza fatta dal precedente governo è positivo. Il riferimento è chiaramente alle misure contenute nei decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio e ai vari decreti ristori.
Il secondo punto riguarda la preparazione delle piccole medie imprese per la ripartenza, quando la pandemia comincerà ad attenuarsi.
“La questione – dice Draghi – è un pochino più di medio periodo e questo comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, allo scopo di rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva”.
La strada da percorrere – prosegue Draghi – “è quella di sostenere il processo di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, di potenziare il credito di imposta per gli investimenti, ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e anche quello per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese”.
Poi il passaggio specifico sugli incentivi agli investimenti per l’innovazione: “Dobbiamo estendere alle PMI e rendere facilmente fruibile il piano nazionale della Transizione 4.0, per favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale”.
Infine, Draghi promette “impegno totale” del Governo sulla tutela del made in Italy e contro la concorrenza sleale che le piccole e medie imprese possono dover affrontare.