Nel momento in cui gli effetti della pandemia tornano a mordere la società, costringendo il Paese a nuove chiusure e misure di ristoro, l’Istat tira le somme sui dati del trimestre luglio-settembre 2020, certificando il forte rimbalzo dell’economia.
Nel terzo trimestre il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato (quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2019), è infatti aumentato del 16,1% rispetto al trimestre precedente, facendo invece registrare una flessione del 4,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Il rimbalzo congiunturale è frutto del contributo di tutte le componenti del valore aggiunto: agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia di quella estera netta.
Grazie al recupero del terzo trimestre, al momento la variazione acquisita del Pil per il 2020 è pari a -8,2%: una cifra che, al momento, è parecchio migliore di quella attesa solo qualche mese fa.
“Il marcato recupero del terzo trimestre riporta il volume del Pil ai livelli registrati nella prima metà del 2015”, sottolinea una nota del’Istituto di statistica.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri ha rilevato come il notevole rimbalzo del Pil registrato nel terzo trimestre sia superiore a quanto stimato dalla maggior parte delle previsioni.
L’entità del rimbalzo, secondo il ministro, consentirà di rispettare le previsioni sul Pil contenute nella Nota di aggiornamento al Def, che era del -9%, anche nel caso in cui nel quarto trimestre si dovesse verificare un calo a causa delle misure di sicurezza contro la pandemia.