Aperta la Bi-Mu: la macchina utensile torna in fiera

Inaugurata la Bi-Mu, primo evento del settore in assoluto dopo il lockdown. Anche nel terzo trimestre il comparto della macchina utensile continua a registrare ordinativi in calo rispetto al 2019

Pubblicato il 14 Ott 2020

Barbara Colombo, presidente di Ucimu

Va in scena fino a sabato 17 ottobre in Fiera Milano a Rho la trentaduesima edizione della Bi-Mu, la manifestazione dedicata all’industria delle macchine utensili a asportazione, deformazione e additive, robot, digital manufacturing, automazione e subfornitura.

La fiera si è aperta con un convegno al quale sono intervenuti Barbara Colombo, la nuova presidente di Ucimu-Sistemi Per Produrre, Enrico Pazzali, presidente Fondazione Fiera Milano, Carlo Ferro, presidente ICE-Agenzia, Gian Maria Gros-Pietro, professore e economista d’impresa, Manlio Di Stefano, sottosegretario Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e Alfredo Mariotti, direttore generale Ucimu-Sistemi Per Produrre.

Promossa da Ucimu-Sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, e organizzata da Efim-Ente Fiere Italiane Macchine, la Bi-Mu rappresenta, di fatto, il primo evento del settore in assoluto dopo il lockdown.

I temi al centro della fiera

Gestione dei dati, interconnessione delle macchine, manutenzione predittiva, servitizzazione, robot collaborativi, additive manufacturing sono alcuni dei temi tecnologici al centro della Bi-Mu che, accanto all’offerta in mostra, propone numerose iniziative a corollario pensate per arricchire l’esperienza di quanti parteciperanno alla manifestazione.

Dopo il successo della passata edizione, anche quest’anno, Bi-Mu abbina alla dimensione espositiva quella di approfondimento culturale tematico, grazie al programma di 50 incontri ospitati dall’arena Bi-Mupiù al padiglione 9 che darà voce agli espositori, offrendo un palcoscenico speciale per presentare le proprie novità.

Grande novità dell’edizione 2020 della manifestazione è poi Bi-MupiùDigital, spazio dimostrativo allestito al padiglione 11 e pensato per evidenziare le potenzialità della fabbrica digitale.

Infine, con Bi-Muonline, la manifestazione prosegue oltre il suo periodo di svolgimento. Versione virtuale della fiera reale, Bi-Muonline presenterà sul sito bimu.it – a partire dalle due settimane successive alla fiera e fino all’edizione 2022 – l’offerta tecnologica in mostra, raccontata dalla viva voce degli espositori, proponendo una raccolta di filmati, video contributi e interviste raccolti direttamente agli stand.

Organizzata nel pieno rispetto delle regole previste dalle normative sanitarie, 32.Bi-Mu è la prima manifestazione fieristica ad aver ottenuto l’attestazione di conformità rispetto all’osservanza dei protocolli di sicurezza per contrasto e contenimento del Covid-19, rilasciata da ICIM, così da rassicurare ulteriormente gli operatori che parteciperanno alla mostra.

Ordinativi in miglioramento

La Bi-Mu si tiene in un momento in cui il mercato torna a muoversi come emerge dai dati presentati dalla neopresidente Ucimu, Barbara Colombo, durante il convegno inaugurale.

L’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani nel terzo trimestre, appena elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi Per Produrre, segna infatti un calo più contenuto rispetto al risultato del secondo trimestre 2020.

In particolare, l’indice ordinativi del periodo luglio-settembre 2020 registra una riduzione dell’11,4% (contro il crollo del 39,1% registrato nel secondo trimestre), rispetto allo stesso trimestre del 2019. A fronte di un calo del 24,9 % degli ordini raccolti sul mercato interno, si rileva una riduzione più contenuta, pari al -6,6%, di quelli raccolti oltreconfine.

A conferma del miglioramento del contesto economico arrivano poi i dati che l’istituto econometrico internazionale Oxford Economics ha appena rivisto al rialzo e che prevedono la ripresa dei consumi di macchine utensili in tutte le aree del mondo già a partire dal 2021. L’anno prossimo la domanda mondiale di nuove macchine utensili è attesa in crescita del 18,4%: in Europa del 23,5%, in Asia, con la Cina in testa, del 15,6% e in America del 19,7%.

Con particolare riferimento all’Italia, la domanda di macchine utensili è prevista in crescita del 38,2%, il consumo dovrebbe attestarsi a 3,1 miliardi di euro, recuperando così buona parte del terreno perso.

“Questi dati – ha affermato la presidente di Ucimu-Sistemi Per Produrre, Barbara Colombo – ci dicono che il mercato sta tornando a muoversi. Ora l’auspicio è che la propensione ad investire prosegua nonostante le limitazioni della circolazione delle persone a partire proprio da 32.Bi-Mu”.

Le richieste delle imprese

“Riteniamo che il Piano Transizione 4.0. debba essere reso strutturale, ovvero debba durare almeno 5 anni per permettere alle imprese di programmare nel tempo gli investimenti di ammodernamento e digitalizzazione dei propri reparti produttivi. È l’unico vero strumento di politica industriale che il Paese si sia dato negli ultimi anni, è un provvedimento che attiva la crescita del sistema economico del Paese e quindi occorre che il Governo prosegua con questo provvedimento, ben oltre il 2020”, ha detto la neopresidente Colombo.

“Riguardo allo strumento scelto, il credito di imposta è, certamente, quello più adeguato perché di semplice utilizzo e fruibile anche dalle imprese che non fanno utili e che possono recuperare l’investimento detraendolo dai contributi previdenziali. Chiediamo però che siano corretti al rialzo i massimali su cui applicare il credito di imposta e sia prevista la rimodulazione delle aliquote sia per gli acquisti di nuovi macchinari sia per gli acquisti di nuovi macchinari dotati di tecnologia 4.0”.

“In particolare, per gli acquisti di nuove macchine utensili – quelle che in passato erano soggette al superammortamento – chiediamo di raddoppiare l’aliquota del credito di imposta (ora fissata al 6%). Questo perché la trasformazione dell’industria manifatturiera italiana è un percorso graduale. Ci sono aziende che sono già arrivate ad una fase molto avanzata di digitalizzazione. Ve ne sono altre invece che hanno bisogno di svecchiare il parco macchine presente nelle loro officine. D’altra parte, è indispensabile prevedere anche un piano governativo che sostenga il rilancio dei settori automotive e infrastrutture da sempre tra i grandi attivatori della ripresa economica del paese”.

“Poi – ha proseguito Barbara Colombo – c’è il tema formazione. Il cambiamento che stiamo vivendo può essere affrontato solo se contemporaneamente c’è un grande piano formativo, sia all’interno delle imprese, sia nelle scuole. Nel primo caso sono necessari interventi che incentivino l’utilizzo dei migliori docenti e quindi il credito di imposta per la formazione deve comprendere anche il costo del consulente esterno, ad oggi, un costo troppo elevato per le PMI. Nel secondo caso invece occorre favorire il raggiungimento di conoscenze intermedie fra il diploma e la laurea, potenziando gli Istituti Tecnici Superiori perché, nel nostro settore, non troviamo giovani meccanici, elettronici, informatici, meccatronici preparati”.

“Se l’innovazione è il primo driver dello sviluppo delle nostre aziende, il secondo è quello dell’internazionalizzazione. Il blocco e, ora, le limitazioni alla mobilità imposte da questa emergenza stanno fortemente condizionando il nostro operato sui mercati esteri e questo è un grave danno per un settore che esporta più della metà della produzione nazionale. Per questo, chiediamo di ragionare, nel pieno rispetto delle norme sanitarie, su una possibile revisione delle procedure da mantenere nel caso di trasferte, oggi fortemente frenate dalla necessità di rispettare periodi di quarantena al rientro dall’estero. Le nostre imprese sono per lo più PMI e il blocco dei dipendenti diviene un problema di difficile gestione perché rischia di paralizzare l’attività aziendale a causa della mancanza di personale in ambito tecnico e di rallentare il ciclo virtuoso di acquisizione di nuovi ordini in ambito commerciale”.

“In tema fieristico – ha concluso la presidente Colombo – apprezziamo il supporto garantito dalle autorità di governo attraverso il Patto per l’export con cui SACE e SIMEST affiancano le imprese che partecipano a fiere in Italia e all’estero, garantendo anche contributi a fondo perduto; così come il supporto di ICE-Agenzia per tutta la promozione fatta oltreconfine per le manifestazioni internazionali che si svolgono in Italia. Le fiere sono uno strumento di marketing insostituibile per le imprese che operano nei settori B2B ove l’incontro, la visione della macchina, il confronto diretto davanti al sistema e alla tecnologia diventano fondamentali per la decisione di acquisto da parte dell’utilizzatore.

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Redazione

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