Da Artes 5.0 a Bi-Rex++, i Competence Center si preparano a correre in Europa

A occuparsi del trasferimento di tecnologie e competenze alle imprese ci saranno a breve anche gli European Digital Innovation Hub. In Italia ne nasceranno una ventina. Molte delle 60 candidature vedono protagonisti (o coprotagonisti) i Competence Center. Intanto procedono anche le attività degli otto centri di competenza in Italia. A fine ottobre l’inaugurazione di Bi-Rex, a novembre quella del Made.

Pubblicato il 30 Set 2020

digital europe

I Competence center si stanno preparando a correre in Europa: si è conclusa infatti lo scorso 24 settembre la fase di raccolta delle candidature alla preselezione nazionale organizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di individuare una ventina di poli per l’innovazione digitale europei. La posta in gioco sono i quasi 200 milioni di euro stanziati da UE e Italia per la realizzazione degli European Digital Innovation Hub, i prossimi punti di riferimento della Commissione Europea per il trasferimento di risorse mirate alla formazione di competenze sulla digitalizzazione di impresa. Delle 60 candidature giunte in viale Molise, molte vedono protagonisti (o coprotagonisti) proprio i Competence Center.

Nel corso di una tavola rotonda organizzata stamani nell’ambito dei Digital Days di SPS Italia, i referenti dei centri di competenza hanno spiegato i loro progetti. L’evento online è stato anche l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte dell’avvio dei centri, già che manca ormai un solo anno alla chiusura dei finanziamenti previsti dal Piano Impresa 4.0.

I progetti in cantiere

Si chiamerà Artes 5.0 il progetto messo a punto da Artes 4.0, il Competence Center pisano. L’European Digital Innovation Hub, ha spiegato Lorna Vatta, direttrice generale di Artes 4.0, si concentrerà sul territorio dell’Appennino tosco-emiliano, focalizzandosi sull’intelligenza artificiale. Presenti “molte associazioni di categoria, per assicurarci di arrivare alle aziende anche molto piccole, non solo manifatturiere, e la presenza di molte associazioni di categoria”.

Cristina Battaglia, responsabile esecutiva di Start 4.0, il Competence Center ligure, ha affermato che il centro sta “cercando di specializzarsi nella blue economy“, con focus sulla “cantieristica sul territorio ligure, trasporto di merci e passeggeri” e con grandi sforzi “per erogare servizi alle pubbliche amministrazioni”. In chiave europea l’intento sarà quello di agganciarsi ai grandi porti del Mediterraneo e del Nord, “dove già abbiamo in essere tentativi di collaborazione. Abbiamo tentato di spostarci dal focus stesso del competence center e di avere un orizzonte di più lungo periodo, questo è stato possibile grazie a un partenariato più ampio, inserendo le associazioni di categoria ed enti di ricerca ulteriori”. Tra gli ambiti di ricerca più curiosi, la telemedicina per naviganti.

Dal mare al cielo e alla strada: il torinese Cim 4.0 punta alle PMI e grandi aziende delle filiere torinesi più importanti, tra tutte automotive, aerospace, servizi per la manifattura e la PA. Lo spiega il Ceo Enrico Pisino: “Abbiamo costruito attorno agli strumenti del 4.0 una proposta che ha incluso i poli di innovazione regionale, i centri di ricerca operativi sul territorio e Intesa Sanpaolo. Abbiamo costruito collaborazioni con istituti tecnici superiori e con gli acceleratori e incubatori di impresa e con i laboratori specializzati in AI e cyber security, temi su cui sono ricadute le nostre scelte”. Pisino precisa: “Ci aspettiamo che il Ministero finisca la fase di preselezione entro ottobre perché tra fine anno e inizio 2021 ci sarà il vero e proprio bando. Siamo partiti già con l’ottica di partecipare al bando europeo perché i primi fondi saranno assegnati a metà 2021. Auspichiamo che le candidature italiane permettano al nostro territorio di partecipare attivamente già al primo bando”.

Milano punta su AI, performance computing e cyber security: “Possono arrivare 2 milioni di euro all’anno per sette anni. Ci siamo chiesti come spenderli correttamente considerando che la Lombardia genera il 22% circa del PIL nazionale”, spiega Marco Taisch, presidente del Competence Center Made. “Abbiamo scelto di restare focalizzati sul territorio locale attraverso il coinvolgimento di operatori che svolgono attività di trasferimento tecnologico nel mondo manifatturiero. Abbiamo coinvolto anche i cluster regionali e il mondo della sostenibilità, oltre a Intesa Sanpaolo e Finlombarda per il supporto al finanziamento”.

Il bolognese Bi-Rex si presenterà invece con un progetto di livello nazionale (e non regionale) con l’innovation hub Bi-Rex++. “Il tema di riferimento principale è l’High Performance Computing & Big data processing for industry con focus su manufacturing, scienze della vita e green technology”, spiega il direttore generale Stefano Cattorini. Il doppio “plus” sta nelle eccellenze parte dell’aggregazione: quelle che fanno già parte di Bi-Rex, come ad esempio il Cineca, e quelle aggiuntive.

Il laziale Cyber 4.0 propone invece Nest – Network for european security and trust: “Si tratta della prima occasione per i Competence Center per proiettarsi in una dimensione più ampia – spiega Stefano Panzieri -.  Il nostro tema centrale sarà la cyber security”.

Smact, competence center del Triveneto, vuole invece valorizzare la multiregionalità. “La cordata di cui siamo capofila in Veneto si chiama Neural ed è focalizzata sull’Artificial Intelligence e blockchain per manufacturing, agricoltura, industrie creative e sustainable living”, spiega il direttore generale Matteo Faggin. I settori di interesse tra gli altri sono agrifood, creative industries, sustainable living. Oltre a Neural, Smact prenderà parte anche ad altri tre poli di innovazione in Friuli Venezia Giulia, Sd Tirol e Trentino.

Che cosa stanno facendo i Competence Center in Italia

Intanto manca un anno alla fine della prima fase di vita dei competence center, finanziata con 72 milioni di euro. Non tutte le otto realtà italiane sono allo stesso stadio di sviluppo e alcune attività hanno subito dei rallentamenti a causa della pandemia. Mentre le attività di formazione e i bandi sono sostanzialmente proseguite, nessun centro, a oggi, è riuscito ad inaugurare ufficialmente la sede con le linee pilota.

Il primo a farlo, a Bologna presso la Fondazione Golinelli, sarà Bi-Rex: “Il 27 ottobre inaugureremo la sede con la linea pilota”, annuncia Cattorini. Il manager spiega: “Dopo più di un anno e mezzo abbiamo completato il team, gli uffici, emesso due bandi per 4 milioni di euro e lanceremo il terzo bando. Abbiamo lanciato un catalogo di servizi iniziando a erogare tredici webinar. Entro settembre avremo pronta la nostra linea di produzione”.

Aprirà a breve anche Milano: Made prevede di aprire ai visitatori a metà novembre. Taisch ha spiegato che saranno presenti sei isole dedicate a diverse aree tecnologiche in cui è stata scomposta la fabbrica intelligente: robotica e wearable, lean, progettazione (sono stati investiti circa 500.000 euro “per costruire una cave per la realtà virtuale immersiva”), tecnologie additive (è stato acquisito un tomografo), sostenibilità e infine cyber security, big data e AI. “Siamo nella fase finale, stiamo installando le macchine. Nei mesi scorsi abbiamo lanciato il primo bando da un milione e mezzo di euro su venti progetti e abbiamo svolto seminari con più di duemila persone”.

Novità anche dal Triveneto. Faggin annuncia che Smact aprirà “le sedi sicuramente nel primo semestre dell’anno prossimo. Oggi emettiamo il secondo e ultimo bando da 900.000 euro l’innovazione delle imprese. L’anno scorso abbiamo cofinanziato 17 progetti”.

Torino è a quota due bandi, spiega Pisino: “C’è tanta richiesta da parte delle PMI. Stiamo strutturando la prima classe della nostra academy, dedicata ad upskilling e reskilling. Abbiamo offerto cinque borse gratuite a persone in situazioni critiche”.0 Quanto alle linee pilota, “una è dedicata alla stampa 3D e altra alla digital factory e sono ormai complete. Ci stiamo confrontando con PMI e aziende grandi per strutturare accordi di supporto strategico e operativo. Ho probabilità di chiudere i primi contratti già nei prossimi mesi del 2020”.

Su Artes 4.0 Vatta ha spiegato che “domani si chiuderà il terzo bando; sui primi due abbiamo ricevuto 215 proposte. Sono partiti 14 progetti super e ne partiranno presto altri 7 o 8”. Il finanziamento ammonta tra i 200.000 e 400.000 euro.

Per Start 4.0 Battaglia ha confermato: “Abbiamo completato la progettazione di due digital twin, uno sull’area portuale e uno per un’area limitrofa al porto, per modellizzare aspetti legati al traffico. Abbiamo investito sulla formazione, stiamo partendo su un corso con il PID della Camera commercio di Genova sull’alfabetizzazione digitale”.

Indietro invece Cyber 4.0, che a oggi non ha pubblicato alcun bando: “Abbiamo qualche problema di formalizzazione del competence center, siamo indietro, anche se abbiamo lavorato sulla formazione con il primo Master sulla Cyber Security“. Nessuna notizia anche dal campano-pugliese Meditech, che non ha partecipato all’incontro.

Valuta la qualità di questo articolo

P
Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5